www.resistenze.org - popoli resistenti - germania - 06-10-13 - n. 469

Germania: 100.000 lavoratori dei grandi magazzini in sciopero

Hugo Franssen (PTB - Partito del Lavoro del Belgio) | ptb.be
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/10/2013 

In Germania da mesi, i conflitti sociali impazzano da Ikea, Edeka, Esprit ed altre catene di negozi. 100.000 lavoratori lottano contro il siluramento dei diritti sociali acquisiti.

Testimonianza di un lavoratore Ikea: "Oggi, lavoro già in modo estremamente flessibile. Se devo esserlo ancora più tanto da restare a dormire al lavoro, dovrò dare le dimissioni dalla mia famiglia". All'inizio del 2013, i padroni del commercio al dettaglio tedesco, compresi gli iper-mercati, hanno annullato tutti i contratti collettivi nazionali di lavoro del settore. Un modo secondo i padroni "di introdurre un ammodernamento dei contratti collettivi nazionali di lavoro". Per il sindacato Ver.di (Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft, letteralmente, sindacato unificato dei servizi – ndt)  si trattta di "un attacco generale alle conquiste dei diritti sociali nel settore". Gli accordi sul lavoro notturno e gli straordinari, le ferie e il premio di produzione sono così minacciati. Ad esempio, i padroni degli iper-mercati vogliono diminuire del 55% il compenso per il lavoro notturno per gli scaffalisti dei reparti. Vogliono diminuire il salario degli scaffalisti a 8,20 euro all'ora. L'indennità di cassa sarebbe eliminata ed il personale alle casse, diminuito.

H&M, Ikea and co

La reazione non si è fatta aspettare. Vedendo in Ver.di il difensore dei loro diritti, 25.000 lavoratori di questo settore si sono uniti alle file dei suoi iscritti. Sono seguite differenti azioni e scioperi in alcuni negozi di catene come H&M, Ikea, ecc., ma i datori di lavoro non hanno ceduto e il nuovo CCT (Convention Collective de Travail, Contratto collettivo di Lavoro - ndt)  per l'anno 2013, ha continuato a farsi aspettare.

Alla fine di maggio e a giugno, ciò ha portato ad un ampio movimento di scioperi che non si credeva possibile e che ha travolto tutto il paese, con azioni di ogni tipo, sia a livello locale che regionale, con un attacco combinato di scioperi a sorpresa e di scioperi in giorni di grandi fatturati… Queste azioni hanno avuto luogo a Edeka, H&M, Zara, Esprit, Karstadt e molti altri magazzini di grandi dimensioni.

Dopo le vacanze, si è assistito ad una nuova ondata di scioperi ai quali hanno preso parte circa 100.000 lavoratori. Ad oggi, in alcuni supermercati Real, grandi magazzini Kaufhof e negozi Ikea ed H&M, lo sciopero ha superato i 30, a volte anche i 50 giorni.

"Nessun'altra scelta"

Durante l'estate è circolata una proposta di discussione di un accordo, in cambio di un nuovo contratto con aumento salariale. Nella maggior parte dei länder, il sindacato ha rifiutato questa proposta denunciando il tentativo mascherato di rimettere in discussione un certo numero di diritti acquisiti. Anche settembre è dunque stato un mese di sciopero e, in questa settimana, vi è stato già un giorno di sciopero nei grandi magazzini di Berlino e da Ikea.

Ormai si producono in campo patronale
alcune spaccature. Alcuni proprietari, come quelli di Ikea, hanno proposto al personale un aumento di salario del 2,5%. Il sindacato di Ikea considera tuttavia questa proposta una pillola calmante. Esige che i vecchi contratti siano nuovamente applicati e che si concluda quest'anno un contratto con un aumento di 1 euro l'ora.

Nonostante il conflitto prosegua da cinque mesi, il personale dei grandi magazzini non è stanco. Come ha spiegato un lavoratore: "Non abbiamo altra scelta che continuare la lotta. Altrimenti i datori di lavoro trasformeranno il commercio al dettaglio in un settore a basso salario".
 

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