www.resistenze.org - popoli resistenti - georgia - 28-04-07

da: http://en.rian.ru/russia/20070423/64203062.html
 
La Georgia è pronta ad entrare nella NATO
 
Di seguito, uno stralcio di una recente nota dell’agenzia di notizie “RIA Novosti” dedicata alle manovre in corso in Georgia per accelerare l’ingresso nelle strutture della NATO.
 
(…) “La Georgia sarà in grado di avviare il programma previsto per l’adesione alla NATO entro la fine del 2007”, lo ha affermato il 19 aprile il presidente Mikhail Saakashvili.
 
“La Georgia sarà pronta a passare al livello più alto del programma quest’anno, ragion per cui aspettiamo che ci venga riconosciuto lo status di candidato ufficiale entro pochi mesi”, ha detto Saakashvili.
 
La speaker del parlamento georgiano Nino Burdzhanadze ha sostenuto che il paese sta rafforzando il proprio apparato militare per adeguarsi agli standard della NATO, pur non avendo ancora risolto i suoi conflitti militari.
 
“Alcuni politici e rappresentanti del governo della Russia sono convinti che i conflitti irrisolti rappresentino un ostacolo insormontabile per l’integrazione nella NATO”, ha detto. “I nostri oppositori e vicini hanno diffuso provocatorie dichiarazioni piene di insinuazioni, sostenendo che la Georgia si sta preparando alla guerra e sta spendendo somme enormi per l’esercito”.
 
Il 10 aprile, il presidente USA George Bush ha firmato una legge a sostegno dello sforzo che Ucraina e Georgia stanno profondendo per entrare nella NATO.
 
Il “NATO Freedom Consolidation Act” del 2007, già approvato il 15 marzo dal Senato e il 26 marzo dalla Camera dei Rappresentanti, prevede uno stanziamento di 12 milioni di dollari di aiuti a Albania, Croazia, Macedonia, Georgia e Ucraina nel 2008, poiché “hanno chiaramente manifestato la loro volontà di entrare nella NATO e stanno lavorando alacremente per rispondere ai requisiti specifici richiesti per l’adesione”.
 
Un totale di 30 milioni di dollari sarà destinato dal bilancio USA ai paesi che accetteranno questo programma tra il 2008 e il 2012.
 
La Georgia ha spinto per raggiungere l’organizzazione dell’era della Guerra Fredda da quando il filo-occidentale presidente Mikhail Saakashvili è arrivato al potere sull’onda delle proteste di massa del 2003, nella speranza che l’adesione possa aiutare a recuperare il controllo delle regioni separatiste dell’Abkhazia e dell’Ossezia Meridionale che Tbilisi vuole restituite dalla Russia.
 
La Russia aveva sperato di mettere fine ai sanguinosi conflitti nella regione nei primi anni ’90, mantenendo da allora truppe sul posto.
 
A metà di marzo, nonostante la presenza di acute divergenze sulle questioni interne, il parlamento della Georgia ha votato all’unanimità gli impegni presi con la NATO.
 
“La NATO rappresenta una priorità per tutto il popolo georgiano” ha affermato Nino Burdzhanadze. “La speranza di restaurare l’integrità territoriale e di proteggere la sovranità nazionale è riposta in questa organizzazione. Essa è la sola garante della stabilità e della pace nella regione.”
 
Un diplomatico USA ha negato le voci secondo cui gli Stati Uniti starebbero conducendo trattative sulla possibile dislocazione di uno scudo missilistico USA nel Caucaso Meridionale.
 
Il generale delle forze aeree Henry Obering III, direttore del programma di difesa missilistica, il 1 marzo ha affermato che gli Stati Uniti vorrebbero piazzare elementi del loro sistema di difesa missilistica nel Caucaso Meridionale, ma non ha voluto specificare quale dei tre paesi ex sovietici verrà prescelto: Armenia, Azerbaigian o Georgia, quest’ultima ansiosa di aderire alla NATO.
 
La dichiarazione ha fatto eco ai piani USA rivelati in gennaio che prevedono il dispiegamento del sistema di difesa missilistica nella Repubblica Ceca e in Polonia per fronteggiare possibili attacchi da Iran e Nord Corea, i cui programmi internazionali hanno provocato serie preoccupazioni a livello internazionale.
 
Mosca, per parte sua, ha dichiarato che svilupperà un’adeguata risposta all’eventuale dispiegamento di uno scudo missilistico nel Caucaso.
 
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare