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- popoli resistenti - grecia - 19-05-13 - n. 454
Giù le mani dai contratti collettivi! Manifestazioni del PAME il 23 maggio
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
13/05/2013
Lavoratori, lavoratrici, disoccupati, disoccupate, giovani:
Le federazioni, i sindacati, i centri di lavoro regionali e le centinaia di sindacalisti che aderiscono al PAME, inviano un appello a tutti i sindacati e a tutti i lavoratori per una lotta coordinata, per la difesa dei contratti collettivi, adesso, prima che sia troppo tardi in futuro. Rifiutiamo il massacro dei contratti collettivi!
Tutti e tutte alle manifestazioni del PAME il 23 maggio in tutte le città
Ad Atene alle 19 in Piazza Omonia.
Giù le mani dai contratti collettivi!
Qui e ora, firmare il contratto collettivo nazionale!
La battaglia del contratto collettivo riguarda tutti i lavoratori, i disoccupati, i giovani e le giovani!
Stiamo pagando a caro prezzo la crisi per salvare la redditività del capitale. Adesso vogliono farci pagare con ancora più sacrificio e sangue il riscatto per il loro profitto. Esigono l'abolizione del Contratto Collettivo Nazionale, vale a dire, determinare per decreto il salario minimo stabilito in base alle richieste dei padroni.
Chiedono l'abrogazione dei contratti collettivi settoriali e la loro sostituzione con accordi individuali e aziendali. Ciò significa che i lavoratori di tutti i settori perderanno la rete di protezione che imponevano i contratti settoriali e finiranno in balia dei padroni e dei loro desideri. Allo stesso tempo, i padroni saranno liberati dalla pressione della lotta organizzata e dall'azione dei sindacati giacché potranno negoziare direttamente con il lavoratore, utilizzando come limite il salario minimo che il governo stabilisce per decreto.
Con la scusa della disoccupazione vogliono il massacro dei salari, mirando ai nuovi lavoratori, che vogliono sottopagati e senza diritti.
Per questo attaccano i contratti collettivi, la contrattazione collettiva. Cercano di fermare, ostacolare le lotte rivendicative per salari dignitosi, per il miglioramento delle condizioni della nostra vita. Non gli importa delle nostre necessità. Gli industriali sono arrivati con arroganza alla recente riunione per la firma del contratto collettivo nazionale.
Hanno chiesto che impariamo a vivere con 500 € e lavorare quante ore necessitano per giorno, senza stabilità lavorativa. Minacciano, ricattano e provocano quando dicono che "non interessa ai lavoratori il salario che ricevono, ma l'avere il lavoro". Vogliano che lavoriamo per le briciole, senza alcun diritto, moderni "Miserabili", alla ricerca di alternative attraverso i vari programmi dell'Ufficio per l'Impiego.
Qui e subito che sia la richiesta di tutti i lavoratori: la firma del contratto collettivo nazionale e dei contratti settoriali con salari dignitosi e diritti secondo le nostre necessità. Ripristino del salario minimo fissato a 751 euro per tutti, senza alcuna discriminazione in base all'età, come base per la discussione e la negoziazione degli aumenti.
Se non li fermiamo, la schiavitù moderna diventerà realtà!
Il popolo lavoratore deve rispondere.
La maggioranza della GSEE (Centrale Sindacale governativa e padronale del settore privato) con la loro dichiarazione secondo cui "le argomentazioni dei datori di lavoro circa il loro rifiuto di firmare il contratto collettivo nazionale sono legittime e logiche", assolve i datori di lavoro e nasconde che la troika e il governo sono la voce dei padroni. Questi sindacalisti si trovano sulla riva opposta. Hanno rinunciato a ogni tipo di lotta.
Lo sviluppo che stanno sognando è macchiato con il sangue del massacro dei nostri diritti e l'estrema povertà del popolo. I piani per la cancellazione dei contratti collettivi, dei sussidi, delle gratifiche e delle ferie, i tagli dei salari e delle pensioni, i licenziamenti senza indennizzo, i programmi di impiego a basso costo per i giovani e i disoccupati, sono "il combustibile" al fine che i gruppi imprenditoriali aumentino la loro redditività.
Vogliono che lavoriamo tutti per 300 e 400 €!
Per affrontare la disoccupazione propongono programmi con salari e paghe giornaliere ancora più basse, cioè di 19,6 € al giorno e salari di non più di 490 € per i lavoratori con più di 25 anni e 17,1 € al giorno e salari di non più di 427 euro per i lavoratori sotto i 25 anni.
Che nessuno sia solo.
Siamo la maggioranza che soffre. Abbiamo il diritto di vivere con salari dignitosi. Abbiamo il potere di imporre il nostro diritto.
Raggruppiamoci nel PAME. Organizziamoci nei nostri sindacati.
Invitiamo la classe operaia a non abbandonare i propri diritti; a non rinunciare al diritto al lavoro fisso, ai contratti collettivi; a prendere la vita, il futuro nelle proprie mani per non vivere in condizioni di schiavitù moderna.
Che i lavoratori rafforzino la loro organizzazione in ogni luogo di lavoro. Che cambino i rapporti di forza. Che caccino via il sindacalismo governativo e padronale e la loro strategia nel movimento sindacale, a tutti coloro che si lamentano circa l'unità del movimento operaio e al tempo stesso abbassano la testa di fronte al padrone. Che la classe operaia costruisca la sua unità su basi ferme con l'obiettivo di cambiare il corso degli eventi fino al rovesciamento della barbarie capitalista. E' di tale unità che necessitiamo: unità di classe!
Tutti e tutte al concentramento del PAME alle 19 in Piazza Omonia.
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