www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 05-12-16 - n. 613

Chiamiamo il popolo di tenersi pronto e vigilare sugli sviluppi nelle relazioni greco-turche e la questione cipriota

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/12/2016

Dichiarazione del SG del CC del KKE sulla politica estera e la questione cipriota

Il 28/11/2016 il Segretario Generale del Comitato Centrale del KKE, Dimitris Koutsoumpas, ha rilasciato la seguente dichiarazione in materia di politica estera e sulla questione cipriota:

"Il KKE segue con preoccupazione gli ultimi sviluppi inerenti le relazioni greco-turche e la questione cipriota. Il KKE esprime il suo parere responsabilmente e invita il popolo greco a tenersi pronto e vigile.

I problemi quotidiani più importanti che affliggono il nostro popolo sono destinati a peggiorare nel prossimo futuro, a seguito della seconda 'valutazione' e a causa dei nuovi accordi del governo con i partner della UE e del FMI. Tuttavia, gli sviluppi molto pericolosi che si stanno verificando nella nostra regione non devono essere trattati come un problema secondario.

I piani insidiosi della NATO-USA-UE nella regione, la concorrenza con le altre potenze capitaliste, come la Russia e la Cina, la ridefinizione dei confini, le ambizioni delle potenze regionali come la Turchia, per migliorare la loro posizione, aprono le porte a brame pericolose.

Il governo SYRIZA-ANEL, con il consenso di Nuova Democrazia e tutte gli altri partiti, coinvolge il paese in questi piani. Ha sostenuto ad oggi tutte le decisioni della NATO, che costituiscono una escalation della competizione con la Russia e sembrano preparativi di guerra. Il governo fornisce isole greche per l'insediamento di basi NATO. Ha legittimato la presenza della NATO nel Mar Egeo, con il pretesto di affrontare la questione dei flussi dei rifugiati.

Al tempo stesso, nasconde che la partizione de facto di Cipro viene promossa, attraverso un nuovo "piano Annan".

Seguiamo con particolare attenzione le reiterate dichiarazioni sistematiche del presidente turco in merito alla revisione del Trattato di Losanna, vale a dire la ridefinizione dei confini nella regione, che coinvolge la Grecia e altri paesi.

Queste dichiarazioni sono accompagnate dalla violazione sistematica dello spazio aereo e marittimo greco da parte della Turchia.

Queste dichiarazioni e queste azioni provocatorie e pericolose sono parte degli sforzi preordinati della dirigenza turca di sfidare la sovranità delle isole del Mar Egeo e, in generale, i confini e i diritti sovrani della Grecia.

Sollevare la questione delle "zone grigie".

L'occasione in cui queste affermazioni hanno avuto luogo non è casuale, come l'intensificazione dei negoziati per la "chiusura" della questione cipriota mentre è in corso la "contrattazione" tra la Turchia e l'UE.

Con queste specifiche affermazioni la Turchia intende esercitare una pressione per risolvere questi problemi in una direzione ancora più sfavorevole al popolo.

Il governo SYRIZA-ANEL e le altre forze politiche borghesi recano enormi responsabilità, perché, ormai da anni, vanno rassicurando il popolo greco che l'alleanza tra la Grecia e la Turchia, in ambito NATO, è un fattore di 'pace e sicurezza nella regione', mentre allo stesso tempo la NATO incoraggia ambizioni aggressive della Turchia, che non riconosce i confini nel Mar Egeo, considerandolo una singola area operativa.

Allo stesso tempo, il problema irrisolto da 42 anni dell'invasione-occupazione di Cipro entra oggi in una nuova fase acuta.

Nonostante i compromessi della parte greco-cipriota, la Turchia e la parte turco-cipriota rispolvera posizioni pericolose che perpetuano le conseguenze dell'invasione-occupazione e promuovono la divisione di Cipro.

Gli interventi sistematici degli Stati Uniti e dell'Unione europea, per accelerare le trattative e ottenere un accordo da firmare, mirano a creare il fatto compiuto, con l'obiettivo di aprire la strada allo sfruttamento dei giacimenti energetici dell'isola a beneficio del grande capitale e i piani euroatlantici.

Hanno come obiettivo di sfruttare la posizione geostrategica di Cipro nella competizione degli Stati Uniti, della NATO e dell'Unione europea con la Russia, nelle condizioni di conflitti generalizzati interimperialisti che si sono manifestati nella nostra regione e sono connessi al piano energetico che prevarrà per lo sfruttamento e il trasporto del gas naturale cipriota e delle altre fonti energetiche da sud-est del Mediterraneo verso l'Europa.

Il KKE, subito dopo la firma della dichiarazione congiunta Anastasiadis-Eroglu del febbraio 2014, ha concentrato la sua attenzione sulla critica ai "due Stati costituenti" che costituisce una soluzione dicotomica confederale.

Le "valvole di sicurezza", che vengono promosse attraverso i poteri dello Stato federale non possono oggettivamente risolvere il problema. A maggior ragione quando la Turchia parla giust'appunto di un "partenariato di due stati", e afferma che lo stato turco-cipriota è la continuazione della "Repubblica turca di Cipro del Nord".

A tal proposito, il KKE prenderà iniziative imminenti in seno al Parlamento, nel Parlamento della UE, a livello internazionale, insieme ad altri partiti comunisti, ma soprattutto mirerà a informare e mobilitare il popolo greco. Ci aspettiamo in tal senso l'aiuto delle organizzazioni di massa del movimento operaio e popolare, del movimento per la pace, di tutti coloro che condividono le stesse preoccupazioni.

Ora, più che mai, è necessaria la mobilitazione operaia e popolare e la solidarietà internazionale.

- Per chiudere tutte le basi NATO in Grecia.
- Per ottenere l'espulsione della NATO dal Mar Egeo.
- Per il ritorno a casa delle truppe militari greche dalle missioni della NATO e dell'UE.
- Per il disimpegno della Grecia dalla NATO e dall'UE.
- Per la solidarietà con le vittime delle guerre.
- Per una onesta e sostenibile soluzione per la questione cipriota, per una Cipro unita e indipendente, con una sola sovranità, una sola cittadinanza e personalità internazionale, senza basi e truppe straniere, senza garanti e protettori stranieri.

Per rafforzare la lotta contro questi piani e contro il coinvolgimento della Grecia, contro il sistema che crea le crisi, le guerre, la povertà e rifugiati: per il popolo, che non deve versare il suo sangue in nome degli interessi e della competizione tra imperialisti".


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