www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 26-10-20 - n. 765

Dichiarazione del PAME: Non rinunceremo al nostro diritto di azione sindacale

Fronte Militante di Tutti i Lavoratori (PAME) | pamehellas.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

23/10/2020

Con la nuova crisi capitalista in atto, le richieste degli industriali e dei grandi gruppi imprenditoriali, risultano lampanti: procedere senza ostacoli con l'attacco ai salari, alle pensioni, all'orario di lavoro e al lavoro stabile. Vogliono impedire la seppur minima opposizione e imporre tutte le riforme necessarie per la redditività del capitale, con il movimento operaio in catene.

L'attacco al diritto di sciopero, la criminalizzazione verso la crescente azione sindacale, il centinaio di procedimenti contro i sindacalisti e ancora, i continui processi contro i militanti con condanne nei confronti dei sindacalisti del movimento di classe anche con accuse di "istigazione morale" perché in prima linea nelle azioni delle loro organizzazioni: tutti questi sviluppi hanno preparato il terreno per la situazione odierna.

Oggi il governo greco elabora un nuovo disegno di legge in materia di azione sindacale che colpisce l'organizzazione e l'azione operaia. Il nuovo disegno di legge non è stato ancora presentato ufficialmente; sono trapelati articoli e commenti ufficiosi nei notiziari, che parlano però di cambiamenti specifici estremamente reazionari nella funzione dei sindacati e per il diritto di sciopero.

Qualche esempio:

Il nuovo disegno di legge prevede la generalizzazione della disciplina sul "personale minimo" durante gli scioperi. In particolare, in tutto il settore privato (e non solo nel pubblico impiego e nelle società che erogano "servizi pubblici", secondo la disciplina attualmente vigente) i sindacati dovranno identificare e informare tempestivamente i datori di lavoro sul numero di dipendenti da adibire a unità di "sicurezza" durante gli scioperi. In questo modo, infatti, si garantirà la continuità del processo produttivo e per converso si ridurrà l'operatività e l'impatto dello sciopero sui datori di lavoro.

Vi saranno sanzioni per i sindacati e il risarcimento ai datori di lavoro per gli scioperi "illegali" e "abusivi": al padrone sarà data l'opportunità di chiedere un risarcimento agli scioperanti e ai sindacati nel caso in cui una mobilitazione sia ritenuta illegale e/o abusiva. Dato che 9 scioperi su 10 sono già considerati illegali e/o abusivi dai tribunali, questa disposizione significa l'annientamento finanziario dei sindacati e una "spada" che pende in modo permanente sulla testa degli scioperanti.

Vengono posti ulteriori ostacoli al percorso decisionale che conduce allo sciopero e all'azione sindacale: la nuova disposizione prevede un voto elettronico per gli scioperi combinata alla partecipazione obbligatoria all'assemblea generale che proclama lo sciopero con almeno il 50% dei membri attivi del sindacato di base.

Allo stesso tempo, verrà perseguitata l'azione sindacale nel suo complesso. Secondo le "fughe di notizie" del governo, la nuova legge includerà:

La limitazione della tutela giuridica per i sindacalisti contro il licenziamento. Anche se di fatto i padroni licenziano comunque i sindacalisti, rispetto all'attuale disciplina verrà ridotto il numero dei dirigenti sindacali di una determinata organizzazione che godranno dell'attuale protezione legale e anche la durata della tutela dopo la fine del mandato sindacale. Oltre ciò, si aggiungerà la possibilità per il datore di intentare una causa contro il sindacalista, con l'effetto di "prevenire" la partecipazione degli altri lavoratori allo sciopero. In altre parole, sarà sufficiente per il datore di lavoro intentare una causa anche non fondata contro un sindacalista, o denunciare i picchetti di sciopero, e, indipendentemente dalla sentenza, essere condannato in anticipo al licenziamento.

Contro questa prospettiva reazionaria, il PAME ha chiesto un contrattacco generalizzato della classe operaia sotto lo slogan: "Non rinunceremo al nostro diritto all'azione sindacale collettiva!"


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