www.resistenze.org - popoli resistenti - haiti - 14-01-06

Molti dubbi sulla morte del comandante della missione ONU


di Alma Giraudo

Il 7 gennaio il comandante militare della missione ONU ad Haiti (MINUSTAH), il gen. Brasiliano  Urano Teixeira Da Matta Bacellar è stato trovato morto sul terrazzo della sua stanza dell’hotel Montana a Port-au-Prince. La morte è dovuta ad un colpo d'arma da fuoco alla testa, apparentemente un suicidio, ma l’Ambasciatore Brasiliano Paulo Cordeiro de Andrade Pinto ha dichiarato all’Associated Press che investigatori, immediatamente inviati ad Haiti dal Presidente Lula da Silva,  stanno esaminando altre possibilità prima di confermare che si tratti realmente di suicidio.

Il gen. Bacellar aveva sostituito meno di quattro mesi fa il criticatissimo gen. Heleno Ribeiro Pereira, accusato da molte organizzazioni per i diritti umani di un uso eccessivo ed indiscriminato della forza contro gli abitanti dei quartieri più poveri della capitale haitiana, oltre che dell’arresto illegale di centinaia di persone.

Secondo quanto riportato dal giornalista Joseph Guyler Delva (Reuters), il generale Bacellar si era opposto alla volontà del responsabile della MINUSTAH, il cileno Juan Gabriel Valdes, di occupare con la forza il poverissimo sobborgo di Cité Soleil, dove vivono 250.000 - 300.000 persone.  Il giorno precedente alla morte del generale, Valdes aveva dichiarato ai media locali:
“Nei prossimi giorni interverremo, penso che ci saranno danni collaterali ma dobbiamo imporre la nostra forza, non c’è altro modo”
Il sobborgo di Cité Soleil ha già “conosciuto” troppo spesso i “danni collaterali” delle operazioni dell’ONU, in particolare il 6 luglio 2005, quando almeno 23 persone (secondo i testimoni 60 persone) sono state uccise durante un attacco militare condotto in un quartiere civile densamente popolato.
Anche in questo caso Valdes ha parlato di “danni collaterali”

Le aggressioni al sobborgo di Cité Soleil sono state richieste con una forte pressione da parte dell’élite industriale Haitiana, e dal “governo ad interim” di Gérard Latortue.

Secondo quanto riportato dall’Haiti Information Project (www.haitiaction.net) la sera precedente la sua morte, il gen. Bacellar aveva avuto un incontro molto teso con il presidente della locale Camera di Commercio, Reginald Boulos (che non ha nulla di simile a ciò che comunemente si intende per Camera di Commercio – rappresenta la ristretta l’élite industriale del Paese) e con André Apaid, leader del Gruppo 184 (il gruppo di “uomini d’affari” di destra che ha sostenuto il colpo di stato contro Jean-Bertrand Aristide del febbraio 2004), proprietario di numerosi “sweatshops” (fabbriche del sudore, dove gli operai sono privati di qualsiasi diritto e sono pagati il corrispondente di circa 60 centesimi di dollaro al giorno) che lavorano per note industrie nordamericane nel settore tessile ed elettronico.(1)


Per giustificare la richiesta di un attacco a Cité Soleil il regime golpista sostiene che il sobborgo sia una sorta di “paradiso” per i trafficanti di droga colombiani ed un luogo dove vengono nascoste le vittime dei numerosissimi sequestri di persona che affliggono Port-au-Prince.
I sequestri di persona ed i contatti con i narcotrafficanti sono però, per la maggior parte, legati  all’élite affaristica e direttamente al regime di Latortue (di recente il giornalista investigativo canadese Anthony Fenton ha pubblicato un articolo dove sostiene che uno dei responsabili dei sequestri sia proprio il nipote di Latortue, Youri). Persino il capo della polizia, Andresol ammette che anche molti membri della Polizia Nazionale sono coinvolti nell’ondata di crimini, compresi i sequestri.
In realtà Cité Soleil è un centro di resistenza contro il regime golpista, dal quale sono state organizzate le numerose manifestazioni per richiedere il ritorno del Presidente legittimo, Jean-Bertrand Aristide, dove vivono i suoi più convinti sostenitori e gli attivisti del partito Lavalas che sono sopravvissuti alle stragi ed agli arresti arbitrari. Nel solo Penitenziario Nazionale di Port-au-Prince ci sono più di 1.000 prigionieri politici, quasi tutti membri del partito Lavalas, detenuti in condizioni subumane.

Adesso a sostituire, si spera temporaneamente, il gen. Bacellar c’è il suo vice, il cileno Eduardo Aldunate Herman, un ufficiale dell’esercito che ha servito durante la brutale dittatura di Pinochet. E’ stato accusato di aver partecipato al colpo di stato contro il legttimo Governo di Allende, nel 1973, e di essere coinvolto nella tortura ed assassinio, nel 1976,  del diplomatico spagnolo Soria.


1) Chossudovsky “La destabilizzazione di Haiti”