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È tempo di costruire un movimento di solidarietà per porre fine all'occupazione delle Nazioni Unite di Haiti

Ajamu Nangwaya*| pambazuka.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/09/2014

Il 15 ottobre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è chiamato a rinnovare la permanenza delle forze di occupazione ad Haiti. E' necessario compiere uno sforzo rapido e urgente per chiedere il ritiro immediato dell'esercito che, operante da ormai un decennio, ha trasformato Haiti in una colonia delle Nazioni Unite.

"Dall'inizio del nostro secolo ad oggi, Haiti e i suoi abitanti per un motivo o per l'altro sono stati molto nei pensieri del popolo americano. Mentre la schiavitù esisteva da noi, l'esempio haitiano costituiva una spina nel fianco e una fonte di allarme e di terrore… Il suo nome era pronunciato con un brivido". Frederick Douglass, World's Columbian Exposition, January 2, 1893

Non siamo più nel 19° secolo, con lo spettro del successo di Haiti nella lotta per la libertà che disturbava la coscienza dei padroni di schiavi nelle Americhe. Eppure, l'occupazione militare di questo paese dal 2004 attraverso la Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (Minustah) è un chiaro messaggio che il timido passo degli haitiani verso l'esercizio del controllo sul proprio destino negli anni 1990 e nei primi anni del nuovo secolo è ancora "una fonte di allarme e terrore" per i padroni imperiali, quali Canada, Francia e Stati Uniti.

L'esercito di occupazione Minustah, al 31 luglio 2014, contava su una forza congiunta di 7.408 soldati e personale di polizia. Questa entità armata ha operato come forza muscolare per gli interessi delle élite locali e straniere, prevenendo ed escludendo le classi lavoratrici urbane e rurali dal tentativo di conquista delle leve del potere politico, economico e sociale nazionale.

Un certo numero di osservatori hanno documentato le azioni oppressive di Minustah nella sua occupazione decennale di Haiti e che costituiscono ragioni convincenti per il suo termine: al di là degli abusi tipici inflitti a causa dell'occupazione, si registra il coinvolgimento nello sfruttamento e nell'abuso sessuale di donne giovani e adulte; l'oppressione dei sostenitori di Jean-Bertrand Aristide; introduzione del colera che ha ucciso più di 8.500 haitiani e infettato oltre 700.000 persone; la morte sospetta di un adolescente.

E' giunto il momento per le persone e le organizzazioni progressiste in Canada, Europa e Stati Uniti di dimostrare l'impegno antimperialista per Haiti, creando campagne e animando un movimento per organizzare e mobilitare l'opinione di massa contro l'occupazione militare del paese. L'attuale mandato di Minustah si conclude il 15 ottobre 2014, oggetto di rinnovo da parte dell'antidemocratico organo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Pertanto, dobbiamo essere rapidi e agili nel mettere insieme iniziative che richiedano un immediato ritiro dell'esercito di occupazione delle Nazioni Unite.

Inoltre, è necessario che singoli individui e gruppi progressisti sviluppino rapporti con le organizzazioni haitiane nella loro lotta per controllare il loro destino e combattere le forze locali e globali del capitalismo e dell'imperialismo. Ci sono una serie di iniziative di solidarietà che potrebbero essere intraprese con le classi lavoratrici di Haiti.

Haiti è un simbolo della Tradizione rivoluzionaria Afrikan, impegnata in una politica antimperialista. L'attuale occupazione di questo paese da parte di Minustah/Nazioni Unite è un tentativo di impedire agli haitiani di costruire la loro storia di militante autodeterminazione. Siamo moralmente e politicamente obbligati a intraprendere iniziative in tutta l'America e nel resto del mondo per chiedere la fine dell'occupazione di Haiti.

Le classi lavoratrici ad Haiti hanno fornito al mondo uno dei momenti più interessanti e drammatici negli annali della storia rivoluzionaria. Sono stati i primi e gli unici ad aver abbattuto con successo un sistema schiavistico attraverso la lotta armata.

Hanno sconfitto gli eserciti di Francia, Gran Bretagna e Spagna, nazioni che esprimevano all'epoca le maggiori potenze militari. Haiti ha acceso il fuoco della libertà nei cuori e nelle menti degli schiavi Afrikan e dei popoli sotto il giogo coloniale in tutte le Americhe. Il popolo haitiano non ha voluto essere l'unico modello per i popoli in cerca dell'emancipazione con ogni mezzo.

Hanno fornito armi, munizioni, navi e uomini a Simon Bolivar e alla neonata sfida per liberare l'America Latina dal colonialismo spagnolo. Gli haitiani nel loro impegno umanistico e solidale alla liberazione degli Afrikan ottennero la promessa di Bolivar per la fine della schiavitù in tutti i territori liberati sotto il suo controllo o sotto la sua influenza. I popoli delle Americhe devono un riconoscimento particolare ad Haiti e un obbligo al popolo haitiano in lotta nella resistenza a Minustah.

Terminare l'occupazione militare di Haiti è una richiesta popolare delle classi lavoratrici, come attestato da numerose dimostrazioni. Inoltre, un sondaggio presso gli haitiani nel mese di agosto 2012 fatto dagli studenti della Columbia University ha rilevato che il 65 per cento degli intervistati voleva la fine dell'occupazione. Recenti sondaggi testimoniano che l'89 per cento della popolazione chiede il ritiro delle forze di occupazione di Minustah.

Mentre i settori popolari di Haiti chiedono l'immediato ritiro delle forze di occupazione, un cosiddetto gruppo di Amici di Haiti presso le Nazioni Unite si divide sui tempi del ritiro delle forze di occupazione. Undici Stati latino-americani che contribuiscono con soldati e/o forze di polizia per l'occupazione, sono a favore di un ritmo più lento, con la riduzione graduale del personale di Minustah. Le élite di questi stati sono apparentemente ignare del contributo di Haiti alla liberazione dalla colonizzazione spagnola.

Tuttavia, le forze progressiste tra i popoli dell'America Latina hanno assunto un atteggiamento trasgressivo alla presenza militare di Minustah. La resistenza popolare haitiana all'occupazione ha ispirato una campagna delle forze antimperialiste in Sud America, America Centrale e Caraibi, mobilitate per la cessare dell'occupazione. Si chiede anche un giusto riconoscimento per i danni subiti dagli haitiani e la violenza causata dalle forze Minustah negli ultimi dieci anni.

Amilcar Cabral ha giustamente affermato nella suo nota opera "Arma della teoria" presentato nel 1966 alla Conferenza Tricontinental a Cuba, che l'azione e non le semplici parole fermano l'imperialismo:

"Non abbiamo intenzione di utilizzare le sole parole per protestare contro l'imperialismo. Un noto adagio africano dice che se una casa brucia, è inutile suonare i tamburi. A livello Tricontinentale, questo significa che non pensiamo si possa eliminare l'imperialismo urlando insulti. Per noi, occorre prendere le armi e combattere. Questo è quello che stiamo facendo, e questo è ciò che faremo fino a quando tutte le dominazioni straniere delle nostre patrie africane non siano completamente eliminate".

La Storia ci chiede di utilizzare tutte le opzioni a nostra disposizione oggi per liberare Haiti (e il resto del mondo) dall'imperialismo o da quella che eufemisticamente chiamiamo globalizzazione. Le nostre azioni solidali e di principio con il popolo haitiano saranno sicuramente più eloquenti della retorica infuocata o delle vuote e banali invocazioni alla resistenza o alla rivoluzione dal basso.

* Ajamu Nangwaya, ricercatore, insegnante e scrittore. E' membro dell'Organizzazione per la Lotte Afrikan e di Solidarietà Internazionale e del Comitato d'Azione Toronto Haiti.


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