www.resistenze.org - popoli resistenti - india - 14-09-15 - n. 556

Storico sciopero dei lavoratori

Peoples Democracy | peoplesdemocracy.in
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

06/10/2015

Lo sciopero generale nazionale del 2 settembre indetto dalle organizzazioni sindacali centrali e dalle federazioni nazionali indipendenti ha ricevuto una risposta massiccia da parte dei lavoratori di tutto il paese. Centinaia di migliaia di lavoratori impiegati in quasi tutti i settori dell'economia hanno aderito. In diversi luoghi la risposta degli Stati è stata repressiva: il governo Trinamool nel Bengala Occidentale ha usato la forza brutale della sua polizia così come i suoi scagnozzi per attaccare fisicamente gli scioperanti. I lavoratori hanno rintuzzato coraggiosamente il terrore poliziesco, partecipando massicciamente. L'indizione dello sciopero risale alla Convenzione Nazionale delle organizzazioni sindacali centrali e delle federazioni di categoria, tenutasi a New Delhi il 26 maggio, 2015.

La Piattaforma di rivendicazioni articolata in 12 punti avanzata dai sindacati riguarda i bisogni fondamentali dei lavoratori, tra cui: salario minimo, prestazioni di sicurezza sociale estese a tutti, diritti sindacali, tutela del diritto del lavoro, nonché altre questioni come i disinvestimenti e le privatizzazioni nel PSU [l'acronimo indica il settore delle imprese pubbliche di proprietà dello stato, ndt], altri scottanti temi di attualità di interesse comune, ecc.

Il sindacato Bharatiya Mazdoor Sangh ha deciso di ritirare l'adesione allo sciopero un paio di giorni avanti la sua realizzazione, esprimendo soddisfazione per i colloqui avuti con il governo. Ma le altre organizzazioni sindacali centrali non convinte, hanno deciso di andare avanti con lo sciopero.

Questo è il 16° sciopero dal 1991, quando sono state adottate le politiche di liberalizzazione. E' anche il quarto sciopero indetto dalla piattaforma unitaria di tutti i sindacati centrali e delle federazioni nazionali indipendenti dal 2009. Il precedente appello congiunto è stato lo sciopero generale di due giorni il 20-21 febbraio 2013.

L'astensione dal lavoro del 2 settembre ha un significato speciale in quanto è stato voluto per contrastare la grave offensiva contro i diritti dei lavoratori e dei sindacati. Una delle rivendicazioni principali è relativa alle modifiche della legislazione sul lavoro. L'attacco di marca neoliberale mina i diritti dei lavoratori rendendo il lavoro "precario": finisce la sicurezza, rendendo il lavoro discontinuo e temporaneo. Questo è ciò che si intende con la "flessibilità", che richiede la deregolamentazione del mercato del lavoro. Il governo Modi [l'attuale Primo ministro dell'India, appartenente al Partito Popolare Indiano, BJP - Bharatiya Janata Party, partito nazionalista conservatore eletto a maggio 2014, ndt] ha preso di mira la legislazione sul lavoro del paese che offre una certa protezione ai lavoratori da licenziamenti arbitrari, ridimensionamento e chiusure.

Il governo Modi sta andando avanti con le riforme del mercato del lavoro, facendone una priorità negli Stati con la sua maggioranza. Il governo di BJP nel Rajasthan ha preso l'iniziativa ed è stato seguito dai governi di Madhya Pradesh, Maharashtra e Andhra Pradesh. Con queste modifiche, più dei due terzi dei lavoratori dell'industria e delle imprese perderanno le tutele offerte precedentemente dalle leggi sul lavoro.

L'altro scopo sotteso alla modifica della legislazione sul lavoro è quello di indebolire la formazione di sindacati e rendere complicata la loro registrazione. Con la modifica proposta, il 10 per cento dei lavoratori di un'impresa, o almeno 100 lavoratori se inferiore, devono fare richiesta per formare un sindacato. Ora è sufficiente il 7 per cento. Ne conseguirà una intimidazione da parte dei padroni su quei 100 lavoratori per impedire la formazione del sindacato. Sono previste pene severe per gli scioperi illegali e gli scioperi saranno resi facilmente illegittimi. Questo è il modo in cui il governo Modi vuole garantire la "semplicità di fare impresa", attaccando i diritti dei lavoratori. La risposta straordinaria alla convocazione dello sciopero è un avvertimento al governo Modi: il movimento operaio non tollera alcuna restrizione sui lavoratori e sui diritti sindacali.

L'altra questione che lo sciopero ha messo in evidenza è la sconsiderata azione di privatizzazione e l'apertura degli IDE [FDI foreign direct investment, ndt] nei settori assicurativo, della difesa e dei trasporti ferroviari. Già il governo Modi ha aperto il settore minerario all'estrazione privata minando quindi la nazionalizzazione dell'industria del carbone. Il governo Modi prevede di dismettere la partecipazione in alcune banche del settore pubblico al di sotto del 51 per cento. L'ordine neoliberale vuole smantellare il settore pubblico del tutto. Lo sciopero generale ha segnalato la dura resistenza della classe operaia alla politica di privatizzazione.

E' incoraggiante che i contadini, i braccianti, gli studenti e altre categorie abbiano condotto le loro azioni di protesta in coincidenza con lo sciopero da parte dei sindacati. Ciò sottolinea l'importanza dell'unità di tutte le sezioni dei lavoratori per contrastare le politiche distruttive del governo Modi. Lo sciopero del 2 settembre sarà una pietra miliare nella storia delle lotte di massa unitarie nel paese.


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