www.resistenze.org - popoli resistenti - india - 14-12-20 - n. 772

Una lunga lotta davanti

Peoples Democracy | peoplesdemocracy.in
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/12/2020

Il grande successo del Bharat bandh [sciopero generale in tutta l'India, ndt] indetto dalle organizzazioni dei contadini l'8 dicembre è stata una dimostrazione del sostegno e della simpatia popolare per la causa contadina.

La risposta spontanea alla chiamata allo sciopero in molti luoghi e il suo sostegno da parte un'ampia serie di organizzazioni e settori della società - sindacati, organizzazioni di commercianti, associazioni di trasporto, insegnanti, studenti e organizzazioni di donne - stanno ad indicare l'isolamento del governo Modi. È anche significativo che quasi tutti i partiti di opposizione non appartenenti al BJP [Bharatiya Janata Party] abbiano espresso sostegno all'azione di protesta. Particolarmente degna di nota è stata la posizione assunta dai partiti regionali al potere che, fino ad ora, non erano disposti a dichiararsi categoricamente contrari a qualsivoglia misura politica importante del governo BJP. Il TRS [Telangana Rashtra Samithi ] nello stato del Telangana ha lavorato attivamente per rendere lo sciopero un successo. Il governo YSRCP [Yuvajana Sramika Rythu Congress Party] nello stato di Andhra Pradesh ha chiuso tutti gli uffici governativi, fermato i trasporti pubblici e le istituzioni educative fino alle 13:00, rispettando i desideri dei contadini. Anche nell'Odisha, sebbene il BJD non lo abbia sostenuto, ha espresso sostegno allo sciopero e alle richieste dei contadini e gli uffici governativi sono stati chiusi.

Alla base di questo ampio sostegno lungo tutto lo spettro politico c'è la divisione di classe. Le riforme agricole pro-corporation hanno creato un conflitto tra la grande borghesia da un lato e l'intera classe contadina, compresi i contadini ricchi, dall'altro. Anche tra i proprietari terrieri capitalisti esiste una divisione. Questo spiega il sostegno praticamente unanime che i contadini stanno ottenendo dai partiti regionali.

L'altro importante aspetto di classe ad emergere è la crescente convergenza degli interessi dei contadini e della classe operaia. La scoperta posizione pro-corporation del governo Modi è stata esemplificata nelle tre legge di riforma agricola e nelle tre sul lavoro adottate in stretta successione durante l'ultima sessione parlamentare. Sia gli operai che i contadini si stanno unendo per combattere questi attacchi gemelli.

Il governo di Modi ha introdotto queste tre leggi come decreti nel giugno scorso. Successivamente sono state presentate come progetti di legge in parlamento a settembre, superando tutto l'iter parlamentare. Il governo aveva già reso chiare le sue intenzioni. Ad esempio, gli emendamenti all'Essential Commodities Act che rimuovono tutti i prodotti agricoli dall'elenco dei beni essenziali sono stati spiegati sostenendo che "la libertà di produrre, detenere, rimuovere, distribuire e fornire porterà a sfruttare le economie di scala e ad attrarre gli investimenti diretti del settore privato/estero nel settore agricolo".

Tutte e tre le leggi agricole prese insieme lavorano per deregolamentare i mercati, centralizzare la politica togliendo il controllo del governo statale sui mercati per facilitare l'ingresso libero e non regolamentato delle aziende e dei grandi commercianti.

Fin dall'inizio i contadini hanno compreso la minaccia rappresentata da questi decreti. Il movimento contro queste tre leggi è iniziato nel luglio stesso. Il 5 agosto, il Comitato di coordinamento dell'All India Kisan Sangharsh, sostenuto dai sindacati, ha lanciato un appello alla protesta a cui hanno partecipato migliaia di persone in 600 distretti di 25 stati. Nel Punjab l'agitazione del blocco ferroviario è iniziata il 1 ottobre. La chiamata al "Delhi Chalo" del Samyukt Kisan Morcha [piattaforma di organizzazioni contadine, ndt] è iniziata il 26 novembre, giorno in cui i sindacati centrali hanno tenuto lo sciopero generale.

Di fronte alle massicce azioni di protesta ai confini di Delhi, il governo centrale ha avviato colloqui con i rappresentanti delle organizzazioni kisan. Dopo tre round di colloqui, è apparso chiaro che il governo non era disposto ad abrogare le leggi e le riforme.

Il premier Modi ha accusato l'opposizione di istigare le proteste e di ingannare i contadini. Ha dichiarato che le leggi del secolo scorso sono arcaiche e non possono essere utilizzate per costruire il secolo attuale.

Il governo dimostra di non voler abrogare queste misure filo-corporation. Gli interessi di classe della grande borghesia sono chiaramente espressi dai media corporativi che sollecitano il governo a mostrare fermezza e respingere le richieste degli agricoltori. L'editoriale del Times of India del 9 dicembre riflette questa posizione. Esso afferma: "Se il governo scende a compromessi sul MSP [prezzo minimo di sostegno, prezzo fissato dal governo per l'acquisto diretto dall'agricoltore, ndt] o sulle leggi agricole sotto la pressione dei manifestanti, mostrerebbe che qualsiasi sforzo di riforma in India può essere sabotato dall'opposizione di qualche gruppo di interesse e dall'assedio alla capitale nazionale".

Con il fallimento dei colloqui, la piattaforma unita delle organizzazioni contadine non aveva altra scelta che continuare la lotta. Rifiutando le proposte del governo, è stata presa la decisione di intensificare la lotta e la magnifica unità dimostrata deve essere rafforzata. Questo è importante poiché il governo cercherà di dividere il movimento.

Questa lotta vitale degli agricoltori deve essere sostenuta e rafforzata dalla solidarietà attiva e dal supporto di tutti gli altri settori lavorativi. Il movimento della classe operaia ha la speciale responsabilità non solo di sostenere, ma anche di costruire una lotta unitaria riunendo le lotte gemelle contro le leggi agricole e le leggi sul lavoro.

(9 dicembre 2020)


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