www.resistenze.org - popoli resistenti - irlanda - 03-06-12 - n. 412

da Partito Comunista d'Irlanda - http://www.communistpartyofireland.ie/r-2012-06-01.html
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Intimidazioni e minacce assicurano la vittoria al governo della bancarotta
 
Comunicato del Partito Comunista d'Irlanda
 
01/06/2012
 
Il Partito Comunista d'Irlanda si congratula con le centinaia di migliaia di nostri concittadini che, nonostante le intimidazioni e le minacce da parte dello Stato e dei suoi padroni a Francoforte e Bruxelles, d'intesa con settori dei mass media, hanno votato contro il trattato di austerità permanente.
 
Ancora una volta, la classe operaia si è espressa con centinaia di migliaia di No, così come molti piccoli imprenditori, lavoratori autonomi, piccoli contadini e disoccupati e tutti coloro che rifiutano di piegarsi in ginocchio. Si sono alzati in piedi per se stessi, le loro famiglie, le loro comunità e il loro paese.
 
Molti di coloro che hanno votato Sì, lo hanno fatto per paura e preoccupazione rispetto al futuro. Ciò che mostra il risultato non è la volontà del popolo, bensì la sua paura.
 
Il governo potrà anche aver incassato la vittoria dei Sì, ma ha sicuramente perso la fiducia che il popolo gli aveva concesso. Ciò è particolarmente vero per il Partito Laburista, il cui destino alle prossime elezioni sarà lo stesso toccato al Partito dei Verdi e Fianna Fáil.
 
Questo vale anche per i settori principali del movimento sindacale, per quelli che si sono attivamente adoperati nella campagna per il Si come per coloro che sedevano in silenzio, rifiutando di opporsi alla linea del Partito Laburista. Essi diventeranno sempre meno indispensabili, poiché la nuova situazione richiederà una più grande capacità di comando e soluzioni più radicali di quelle che sono palesemente in grado di concepire, non importa chi sarà a fornirle.
 
Questo trattato, insieme al suo gemello, il Meccanismo europeo di stabilità, non forniranno stabilità né crescita, né daranno una soluzione alla profonda crisi nel cuore del sistema, anzi la acuiranno. La crisi del debito, in questo Stato come in tutta l'Unione europea, non è altro che un sintomo della crisi profonda del sistema stesso.
 
Il debito socializzato delle grandi imprese non sparirà e questo governo è incapace di fare alcunché, se non rimanere nel solco tracciato della Germania con la speranza di ottenere qualche briciola di conforto.
 
Oggi, una piattaforma importante su cui costruire una vera e propria resistenza popolare a questo governo e all'UE esiste chiaramente. Queste forze stanno costruendo una nuova direzione per il nostro Paese, per cambiare la paura con la speranza, per trasformare la rabbia in energia e costruire un paese diverso, un'Irlanda di eguaglianza.
 
 

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