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Lo scenario di una guerra USA contro l'Iran deve essere evitato tramite la mobilitazione mondiale delle forze della pace

Partito Tudeh dell'Iran | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

22/05/2019

Domenica 19 maggio, il Partito di sinistra iraniano (Fadaian-eKhalq) ha organizzato un dibattito al quale è stato invitato a partecipare il compagno Mohammad Omidvar, membro dell'Ufficio politico e portavoce del Comitato centrale del Partito Tudeh dell'Iran. A rappresentare il Partito di sinistra iraniano c'era il compagno Behrouz Khaliq, membro dell'Ufficio politico-esecutivo. Il tema dell'incontro era l'attuale situazione critica e le pericolose tensioni nel Golfo Persico e nella regione mediorientale, l'alto rischio di un conflitto militare e la posizione delle forze di opposizione iraniane sull'argomento.

Il compagno Omidvar ha affermato che dovrebbero essere compiuti tutti gli sforzi e utilizzati tutti i fronti per impedire agli Stati Uniti di iniziare una nuova devastante guerra in Medio Oriente. Nel suo discorso, l'esponente del Tudeh ha sottolineato che una leadership politica coordinata e un governo guidato dalle forze di sinistra che proponesse politiche popolari e progressiste concrete e slogan corretti, appropriati e motivanti rispetto alla pace e all'opposizione alla guerra, potrebbero attirare le masse nell'arena della lotta per i diritti umani e democratici, per il cambiamento progressista e un futuro migliore.

Il compagno Omidvar come contributo alla discussione ha presentato un resoconto della natura e dei piani dell'amministrazione Trump da una parte e della Repubblica islamica dell'Iran dall'altra e illustrato la situazione nella regione del Medio Oriente al fine di preparare il terreno per determinare i compiti delle forze di sinistra e progressiste.

Ha aperto il suo contributo commentando: "Oggi è chiaro che il ritiro degli Stati Uniti dal Piano d'azione congiunto globale (JCPOA) dopo il viaggio di Trump in Arabia Saudita e la visita a [il premier israeliano] Netanyahu all'inizio del suo mandato, è stata una mossa avventurista in linea con le richieste di questi due stati reazionari che inseguono l'opzione militare contro l'Iran per trasformarlo in un'altra Siria".

Sulla questione della firma da parte dell'Iran del JCPOA, ha affermato che: "Mantenendo la posizione del nostro partito per cui l'uso pacifico dell'energia nucleare è diritto della nostra nazione, abbiamo accolto con favore l'indietreggiare del regime islamico e la sua firma del JCPOA, in quanto ciò ha ridotto le tensioni nella regione e il rischio di conflitti militari. Questo è il motivo per cui abbiamo valutato il ritiro di Trump da questo accordo, come una decisione molto pericolosa. Abbiamo sempre creduto che preservare il JCPOA dalle politiche aggressive dell'amministrazione Trump e dei suoi alleati regionali fosse della massima importanza".

Il compagno Omidvar ha poi indicato la recente dichiarazione del partito in merito alla situazione critica nella regione e ha ribadito che: "I guerrafondai di entrambe le parti del mondo vogliono un conflitto militare". Riferendosi ai piani di Mike Pompeo e John Bolton per istigare un conflitto militare con l'Iran, ha sottolineato l'importante compito delle forze progressiste di promuovere la pace e di mobilitare l'opinione pubblica mondiale contro la guerra e i guerrafondai. Non dobbiamo mai dimenticare ciò che è successo in Iraq durante la presidenza di George W. Bush [le due presidenze Bush]. Ha aggiunto: "La realtà di oggi è che i guerrafondai di entrambe le parti del mondo credono che dai conflitti bellici e militari, sotto qualsiasi pretesto, si possano trarre significativi profitti e benefici politici e finanziari".

Si è poi rivolto alla questione del regime teocratico in Iran e ha affermato che "per i leader di questo regime l'obiettivo più importante è assicurarsi la sopravvivenza politica a tutti i costi". Ha aggiunto: "È un'illusione pericolosa pensare che le posizioni e le politiche del regime reazionario e antipopolare della Repubblica islamica dell'Iran siano in linea con gli interessi nazionali... Ad esempio, l'interminabile ingerenza avventurista dell'Iran nella regione e il suo intervento in paesi come Iraq, Siria Libano, Afghanistan e Yemen non solo non sono nell'interesse nazionale (e nemmeno nella difesa dei diritti dei popoli di queste nazioni) ma offrono addirittura un comodo pretesto all'imperialismo USA e ai suoi alleati per interferire negli affari interni del nostro paese".

Il portavoce del partito Tudeh dell'Iran ha ribadito la posizione del partito secondo cui l'imperialismo degli Stati Uniti e dei suoi alleati non vuole un regime democratico di orientamento popolare in Iran e che il regime desiderato è qualcosa di più simile al regime antipopolare e medievale dell'Arabia Saudita che reprime brutalmente i diritti del popolo in modo non dissimile dal modus operandi del regime islamista in Iran.

Sulla questione di guardare a regimi stranieri come quelli dell'Arabia Saudita o dello stato di Israele o il loro protettore nell'amministrazione USA per promuovere il cambiamento in Iran, il compagno Omidvar ha sottolineato che "nessuna forza patriottica, nazionale o progressista può difendere o procedere in tali politiche anti-nazionali cooperando con gli avversari della nostra nazione".

Il Partito Tudeh dell'Iran ha costantemente sottolineato che è il popolo dell'Iran il solo ad avere il diritto di determinare il proprio destino e il futuro degli sviluppi politici in Iran.

Sulla questione della lotta del popolo iraniano per i fondamentali cambiamenti democratici, il compagno Omidvar ha dichiarato: "Dobbiamo sforzarci di trasformare il sostanziale
potenziale potere del popolo insoddisfatto dell'Iran in un potere effettivo nell'arena della lotta contro la tirannia del regime dominante. Ciò sarebbe impossibile da raggiungere senza una leadership politica in accordo che possa portare le masse alla ribalta della lotta e aumentare le loro speranze per un futuro migliore, presentando programmi e politiche concrete orientate al popolo e scegliendo slogan appropriati a sostegno della pace e contro la guerra".

Il compagno Omidvar ha concluso il suo intervento esprimendo ottimismo sul fatto che, nell'attuale situazione critica, "Vediamo nei nostri compagni delle forze progressiste di sinistra posizioni comuni nel trattare gli eventi in corso e tutte le forze progressiste stanno intensificando i loro sforzi in difesa della pace per evitare un'altra guerra sotto qualsiasi pretesto da entrambe le parti". Il compagno Omidvar giudica questa posizione comune un passo positivo nella giusta direzione che, se perseguita in modo più organizzato e armonizzato, avrà senza dubbio un impatto a livello nazionale e globale.

Ha quindi concluso le sue osservazioni affermando: "La nostra proposta, anche ai nostri compagni del Partito di sinistra iraniano, è che considerando l'attuale situazione critica e i pericoli che minacciano la nostra nazione da ogni parte, si organizzi insieme una comune e ampia campagna di mobilizzazione dell'opinione pubblica in Iran e nel mondo contro il rischio della guerra".


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