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Ventottant'anni di continue aggressioni all'Iraq

Souad N. Al-Azzawi | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/01/2019

Il 17 gennaio segna il 28° anniversario della brutale e distruttiva guerra che l'amministrazione degli Stati Uniti e i loro alleati hanno sferrato sull'Iraq nel 1991. Una guerra condotta con il pretesto di far ritirare l'esercito iracheno dal Kuwait, mentre a quasi due decenni si evidenzia chiaramente che gli Stati Uniti d'America, la NATO e la maggior parte degli eserciti alleati in quel raccapricciante conflitto hanno portato avanti una campagna di distruzione lunga 17 anni nel Medio Oriente.

Con basi e truppe sul terreno, hanno distrutto, partecipato direttamente alla destabilizzazione regionale attraverso cambiamenti di regime, uccisioni di massa e lo spostamento diretto e indiretto di milioni di cittadini della regione, semplicemente con l'intento di far avanzare gli interessi dichiarati e non dichiarati di superpotenza coloniale politica, con l'impunità di commettere crimini a livello globale senza alcuna responsabilità davanti alla comunità internazionale.

Guardando indietro alla Guerra del Golfo del 1991, risulta chiaro oggi che fu il primo tentativo fallito dell'amministrazione degli Stati Uniti di occupare l'Iraq e altri paesi ricchi di petrolio nella regione del Medio Oriente. Dopo aver inflitto catastrofi, distruzione e morte, l'amministrazione degli Stati Uniti ha imposto severe sanzioni economiche sulla popolazione irachena per oltre 13 anni. L'esito fu di oltre 1,5 milioni di civili morti, molti dei quali bambini, donne e malati [1]. Quelle sanzioni criminali si sono quindi concluse con l'invasione illegale dell'Iraq, un'altra brutale operazione militare del 2003 che ha prodotto ondate di crescente aggressione USA contro la popolazione irachena, non ancora fermata.

Durante la guerra del 1991, fu usata una potenza militare sproporzionata e impiegate un certo numero di armi proibite per distruggere i servizi di pubblica assistenza che non erano in alcun modo collegati alle truppe irachene che si ritiravano dal Kuwait. I seguenti dati forniscono una visione completa del potere militare distruttivo schierato dalle forze americane e quello della sua coalizione durante la campagna di bombardamenti delle città irachene nei primi giorni della guerra [2].

- Numero di soldati della coalizione americana: 670.000 per lo più statunitensi
- Numero di aerei da combattimento: 2.250 per lo più statunitensi (1800)
- Totale sortite effettuate dal 17 gennaio al 28 febbraio: 65.000 giorni e notte
- Bombe cadute sulle città irachene e sull'esercito in ritirata: 88.500 tonnellate oltre a 297 missili Tomahawk e 35 CALCMS.
- Numero di proiettili all'uranio impoverito sparati: 940.000 più 14.000 da parte delle truppe britanniche
- Numero di bombe sganciate sulle città: 210.004
- Numero di bombe a grappolo sganciate: 39.336
- Numero di bombe intelligenti cadute: 9.342
- Missili da terra a terra sparati: 5.930

Quale risultato di questa campagna intenzionale di distruzione, sono stati distrutti i seguenti servizi e infrastrutture cruciali irachene [3]:

- Scuole e altri centri educativi, 3.968
- Università e istituti per l'istruzione superiore, 39
- Ospedali, cliniche e depositi per servizi medici, 421
- Ponti e autostrade, 160
- Industrie, miniere e depositi di stoccaggio di materiale industriale, 122
- Ministeri e sedi governative, 100
- Aeroporti, ferrovie e centri di comunicazione postale, 475
- Ospedali militari e centri di reclutamento, 76
- Silos di stoccaggio alimentari, magazzini e supermercati, 251
- Banche e sedi di servizi finanziari, 272
- Moschee, chiese e altri centri religiosi, 159
- Complessi industriali di armi, 32
- Dighe, stazioni di pompaggio, agricoltura e servizi idrici, 205
- Stazioni tv e radiofoniche, musei e siti archeologici, 90
- Raffinerie petrolifere e rete di trasporto, stazioni elettriche e reti, 145
- Impianti e reti per il trattamento di acque reflue e potabili, comuni e rifugi civili come Al Ameria, 833
- Centri commerciali e unità residenziali: 26.247

Una dichiarazione dimostra che tutta questa distruzione era pianificata per porre fine alla vita di milioni di civili iracheni, come scrisse Barton Gellman nel Washington Post del 23 gennaio 1991.

[Nel 1991 la guerra, 700 bersagli sono stati identificati e bombardati, 28 erano "snodi chiave" per la generazione di energia elettrica. Gli alleati hanno effettuato 215 sortite contro le centrali elettriche, usando bombe non guidate, TC e bombe GBU-110 guidate da laser. Tra il sesto e il settimo giorno di guerra aerea, gli iracheni dovettero chiudere ciò che rimaneva nella rete elettrica "non scorreva più un solo elettrone", commentava uno dei pianificatori degli obiettivi.

Anche Gellman lo aveva scritto: "qui dobbiamo sottolineare che la pianificazione della campagna di bombardamenti è iniziata prima che l'Iraq invadesse persino il Kuwait lo scorso agosto"]. [4].

Note:

[1] Tyler Rogoway, 2016. Operation Desert Storm By The Numbers On Its 25th Anniversary. https://foxtrotalpha.jalopnik.com/operation-desert-storm-by-the-numbers-on-its-25th-anniv-1753347671.

[2] Nicolas Davis.How Many Millions of People Have Been Killed in America's Post-9/11 Wars? - Part One: Iraq. Consortium News March 22, 2018.
https://consortiumnews.com/2018/03/22/how-many-millions-of-people-have-been-killed-in-americas-post-9-11-wars-part-one-iraq/.

[3] Reconstruction Magazine, Reconstruction Campaign, Statistics and Data. Reconstruction Research Centre, College of Engineering, University of Baghdad, Volume No. 2, 1998. Baghdad, Iraq

[4] Barton Gelman. Washington Post, jan23, 1991. Allied Air War Struck Broadly in Iraq.


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