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Elezioni in Israele, l'analisi del PCI: "Finite le elezioni, la lotta contro il fascismo e il razzismo, guidata da Hadash e dal PC d'Israele, deve intensificarsi"

Partito Comunista d'Israele (PCI) | maki.org.il
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/09/2019

I risultati delle elezioni per la 21ma Knesset, che si sono svolte il 9 aprile, con la netta vittoria del blocco di destra, hanno segnato una svolta nella crescita della minaccia di una via fascista per lo Stato di Israele. Allo stesso tempo, la costituzione dell'alleanza "Blu e Bianco" e il successo elettorale (35 seggi, tanti quanti il Likud) dimostrano che la classe dirigente è divisa. Gli alti dirigenti dell'apparato militare, di ieri e di oggi, uniti con certi ambienti fra i più ricchi, ritengono che Benjamin Netanyahu sia andato troppo in là sulla strada del razzismo.

Tuttavia, sul piano ideologico, le differenze tra il Likud e l'alleanza dei generali Blu e Bianco non sono sostanziali. Infatti, una volta conosciuti i risultati elettorali, si sono levate voci dai cosiddetti "ambienti economici" che iniziavano a lanciare appelli per un governo di unità nazionale. In altre parole, Netanyahu ha due scelte possibili: o costituisce una ristretta coalizione di destra che continui ad attaccare la democrazia e lo protegga, in apparenza, dalle minacce di incriminazioni giudiziarie; o, al contrario, si indirizza verso un governo di larga unità che potrebbe dagli del tempo per manovrare.

Un fenomeno è diventato particolarmente importante in campagna elettorale: il "travaso" di voti dai piccoli partiti verso i più grandi dello stesso blocco (destra o sinistra) per impedire la vittoria del primo partito del campo opposto. Questo spiega il motivo per cui i due partiti, Likud e Blu e Bianco hanno finito per catturare i voti di migliaia di elettori che altrimenti avrebbe guardato ai partiti minori, più ideologici. Il Likud l'ha fatto a spese della lista di "Destra Unita", di "Nuova Destra" e di "Zehut" ( "Identità" ebraica), mentre i Blu e Bianco ci sono riusciti a scapito dei Laburisti e di Meretz, a sinistra.

Un altro risultato significativo di queste elezioni è che i quattro partiti che avevano formato la "Lista unita" alle elezioni precedenti nel 2015 in cui avevano ottenuto 13 seggi, hanno perso oltre il 20% della loro presenza parlamentare. Era prevedibile data la caduta annunciata nei sondaggi, della percentuale d'affluenza dei palestinesi, cittadini di Israele. Di conseguenza, Hadash-Ta'al ha raccolto circa il 5% dei voti e ottenuto 6 seggi. Ra'am-Balad (se i risultati finali lo confermano) supera di poco la soglia del 3,25%, con 3,3% e dovrebbe ottenere 4 seggi alla prossima Knesset. Le due alleanze, con i 4 deputati di Meretz, costituiscono l'unico polo democratico conseguente in Israele e saranno loro i soli in grado di combattere l'egemonia dell'estrema destra sulla Knesset. Infatti, se i risultati finali, una volta contati i voti dei soldati e degli israeliani che lavorano all'estero, dovessero tenere il Ra'al Balad sotto la soglia di sbarramento [necessaria per ottenere dei seggi], ciò comporterebbe indubbiamente un colpo per la vita democratica in Israele.

Il Meretz si confronta con una difficile decisione. Deve decidere se rimanere nel consenso sionista in Israele, o, al contrario, prendere parte delle forze democratiche nella Knesset. In quest'ultimo caso, la dirigente di Meretz, Tamar Zandberg, dovrà rompere col suo padre spirituale, Menachem Begin, se intende aderire lealmente al blocco democratico di sinistra arabo-ebraica, rappresentata oggi da Hadash-Ta'al e Ra'am-Balad.

E' possibile che il Partito Laburista, o meglio i suoi clan scatenati aderiscano alle forze del campo democratico che combattono risolutamente il razzismo e il fascismo? È ancora troppo presto per dirlo. Ma è chiaro che il crollo catastrofico del Partito Laburista (6 deputati contro i 24 di 4 anni fa) porta a riconsiderare la via da seguire. Qualunque sia la decisione dei Laburisti e di Meretz, spetta chiaramente alle forze democratiche di Israele intensificare la campagna contro il fascismo, il razzismo e contro l'occupazione. Questa responsabilità appartiene, in primo luogo, a Hadash e al Partito Comunista d'Israele, mentre la loro alleanza Hadash-Ta'al ha conquistato sei seggi alla Knesset, vale a dire tanti quanti il Partito Laburista decimato e due più di Meretz. Ripetiamo che questi ultimi due partiti devono ancora definire chi sono e decidere da che parte stare.

Questa non sarà la prima volta che Hadash e PCI hanno dovuto condurre le lotte parlamentari e popolari da una posizione di minoranza. La storia del PCI dalla fondazione di Israele e dal 1977 quella del suo fronte elettorale Hadash,, sono intrecciate con le lotte contro il governo militare, l'occupazione, l'esproprio della terra, il razzismo, lo sfruttamento e la guerra.

L'ultimo anno di governo Netanyahu è stato caratterizzato da numerose lotte nelle piazze che hanno costretto lui e il suo governo a cambiare politica, ad esempio, alzando il salario minimo, o sulla violenza contro le donne e il loro sfruttamento, o sulla questione dei migranti e dei rifugiati. La campagna contro il concetto razzista di "Stato-nazione ebraico" è iniziata e ha preso slancio nella Knesset uscente. Ma questa lotta deve, in condizioni ancora più difficili nella nuova assemblea, essere perseguita con tutte le nostre forze.


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