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Israele. C'è l'intesa per il "governo d'annessione" Netanyahu-Gantz

Roberto Prinzi | nena-news.it

07/04/2020

Il premier uscente Netanyahu e il rivale Gantz hanno trovato ieri un accordo per annettere parti della Cisgiordania occupata palestinese entro due mesi e mezzo. Sarà un governo politico e non tanto di emergenza sanitaria. Il Coronavirus, intanto, continua a diffondersi: 59 le vittime, oltre 9.000 i casi

Chi aveva creduto che l'intesa tra il premier uscente Netanyahu e il suo ex rivale politico Benny Gantz potesse basarsi sulla lotta all'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus (Covid-19), ieri si sarà dovuto definitivamente ricredere: i due leader hanno infatti raggiunto ieri un accordo decisivo per annettere entro due mesi e mezzo parti della Cisgiordania occupata palestinese. Dopo tre elezioni inconcludenti e mesi d'impasse politica, il governo di unità nazionale appare ormai realtà in Israele: sarà un esecutivo chiaramente politico e a pagarne le spese saranno soprattutto i palestinesi. Netanyahu e Gantz hanno infatti concordato ad un processo formale di annessione di parti della Cisgiordania in barba al diritto internazionale.

L'idea, scrive il quotidiano Haaretz, è di presentare il piano al governo dopo aver prima incassato il sì di Washington. A quel punto la bozza di annessione passerebbe alla Knesset (il parlamento israeliano) per ottenere la maggioranza. L'ok della Casa Bianca sembra essere pura formalità: l'amministrazione Trump non ha mai nascosto la sua apertura per l'annessione delle colonie israeliane e della Valle del Giordano. Anzi, l'ha resa ufficiale con il cosiddetto "Piano del Secolo" presentato a gennaio dal presidente statunitense Donald Trump che permetterà a Israele di annettere grandi area della Cisgiordania in cambio del riconoscimento di un frammentato, minuscolo e isolato stato palestinese che non avrà controllo né dei suoi confini terrestri né del suo spazio aereo.

L'intesa di ieri segna una nuova vittoria politica per Netanyahu che aveva già ottenuto da Gantz di poter guidare per primo e per 18 mesi un eventuale governo di unità nazionale, nonostante sia sotto processo per corruzione, frode e abuso di potere. Di fronte alla ghiotta possibilità di andare al governo, Gantz non ha resistito: nei giorni scorsi ha rotto l'alleanza Blu Bianco nata nel gennaio del 2019, teoricamente la "principale opposizione al blocco delle destre" capitanato da Netanyahu.

L'unione con l'ex rivale politico è stata giustificata da Gantz come "atto di responsabilità" vista l'emergenza sanitaria che deve affrontare Israele. Una giustificazione che, come mostra il risultato del vertice di ieri tra i due leader, non regge: quello che sta per nascere è stato già battezzato da diversi analisti come un "governo di annessione". La fuga di Gantz da Blu Bianco ha segnato la fine di questa alleanza raffazzonata che, soprattutto riguardo alla questione palestinese, non ha mai marcato una distanza con le posizioni del Likud di Netanyahu. Nella sua prima campagna elettorale Gantz aveva ad esempio rivendicato i suoi "successi" contro la popolazione di Gaza durante l'offensiva israeliana "Margine Protettivo" del 2014 (era allora capo dell'esercito) e ha sempre manifestato una sua contrarietà di fondo a qualunque possibile alleanza con la Lista Araba Unita (la coalizione di partiti arabi d'Israele), nonostante quest'ultima gli avesse garantito appoggio esterno in chiave anti-Netanyahu. Con il voltafaccia di Gantz, il centro-sinistra in Israele non esiste più: nei prossimi giorni anche lo storico partito laburista dovrebbe sparire. Indiscrezioni della stampa fanno sapere che il suo leader Amir Peretz dovrebbe far parte del prossimo governo Netanyahu.

Il premier uscente, il primo ministro più longevo nella storia israeliana, ha vinto ancora e, dopo aver sbaragliato la concorrenza, può tirare un sospiro di sollievo. Anche perché l'alleato Gantz non è poi così lontano da lui su certe questione chiave relative alla "sicurezza" del Paese: l'ex capo militare infatti si era già espresso favorevolmente al Piano del Secolo di Trump. Tuttavia, a dividerli su questo punto era solo la tempistica: per Gantz, infatti, l'annessione dovrebbe avvenire solo a fine pandemia. O più precisamente, in questa fase è meglio solo annettere le colonie poste a ovest del Muro ("barriera di separazione" per gli israeliani) costruito da Tel Aviv in Cisgiordania. Questione di cautela, niente di più. Dal canto suo, Netanyahu insiste per prendere subito anche la Valle del Giordano e ampie fette della Cisgiordania in cui si trovano i grandi blocchi di insediamenti. Bisogna far presto, ragiona "Bibi", finché al timone degli Usa resta l'"amico" Trump le cui possibilità di riconferma a novembre non sono affatto certe.

Intanto si aggrava la situazione in Israele per gli effetti del Coronavirus. Sono finora 59 le vittime accertate di Covid mentre sale a 9.006 il numero dei positivi. Alcune comunità, come quella ultraortodossa della città di Bnei Brak, sono state dichiarate zona rosse e sono state chiuse per impedire una possibile diffusione del virus. Il ministero della salute israeliano ha fatto sapere che nelle ultime 24 ore si è registrato un aumento del 30% dei pazienti Covid in gravi condizioni.


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