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La vittoria di Pirro di Nazarbayev

Movimento Socialista del Kazakistan | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/01/2021

Lo scorso 10 gennaio, si sono tenute in Kazakistan le elezioni per il Májilis [camera bassa del parlamento kazako, ndt] e le autorità rappresentative locali. Ancora prima che la Commissione elettorale centrale (CEC) annunciasse i primi risultati, Nursultan Nazarbayev si è affrettato a dichiarare la piena vittoria del suo partito Nur Otan solo in base degli exit poll. L'esempio è stato seguito dai leader dei partiti satellite fantoccio, che nella notte tra il 10 e l'11 gennaio si sono congratulati con il partito principale ammettendo la loro sconfitta.

E' una scena già vista nelle elezioni presidenziali del 2019, quando anche lo sparring partner della "opposizione" Amirzhan Kosanov si congratulò con Kassym-Jomart Tokayev prima dell'annuncio dei risultati. Come si suol dire, un déjà vu e non a caso. Nonostante i dati CEC dell'11 gennaio assegnino al partito Nur Otan il 71,09% dei voti, gli osservatori indipendenti, laddove sono riusciti a controllare il processo di voto, hanno indicato come il sostegno al partito di Nazarbayev si aggiri in realtà intorno al 30-40% dei voti.

Cioè, "Nur Otan" non era il leader assoluto, nemmeno al livello dei partiti satellite, il che, tra l'altro, solleva una serie di domande sui risultati degli exit poll e sui dati ufficiali della CEC. Ecco perché c'era bisogno di una affermazione così rapida basata sui numeri degli exit poll, forniti solo da organizzazioni e società strettamente autorizzate, oltre alle frettolose e generose congratulazioni al "vincitore". Akorda [residenza del presidente della Repubblica, ndt] si è quindi assicurata in anticipo i dati CEC e cercato di coprire il prima possibile l'ovvia discrepanza con quelli osservati.

L'amministrazione del presidente ha adottato lo scenario più conservatore, aprendo il Majilis ad un lotto di partiti satellite liberali di destra e nazionalisti come "AK Zhol" ("Sentiero Luminoso"), guidato dal populista Azat Peruashev e il presunto partito popolare di sinistra del Kazakistan (PPK) È interessante notare come l'ordine di arrivo sia stato lo stesso, Ak Zhol secondo con il 10,95% dei voti, mentre il Partito popolare terzo con il 9,1%.

Questi partiti tascabili hanno avuto un piccolo aumento a scapito del partito principale del 2% rispetto alle ultime elezioni, che darà loro 2 deputati aggiuntivi, passando da 7 a 9. Ma questo non è significativo, dal momento che lo stesso ex partito comunista filo-governativo "popolare", che ha recentemente cambiato nome, ha votato a favore di tutte le leggi antipopolari, inclusi l'innalzamento dell'età pensionabile, la legge anti-operaia "sui sindacati", la draconiana legge sul lavoro, gli articoli del codice penale che puniscono la partecipazione a scioperi illegali, la partecipazione a sindacati non registrati, l'incitamento alla "discordia sociale", l'assicurazione sanitaria sul modello americano, il nuovo codice di leggi sulla sanità.

Pertanto, il corpo dei deputati, composto da 98 deputati nelle liste di partito, più 9 deputati della non eletta Assemblea dei Popoli del Kazakistan, simile alle cortes del generale Franco, è di nuovo sotto controllo assoluto e prenderà le decisioni necessarie per la classe dirigente. Perciò, tutti e cinque i partiti che hanno partecipato alla corsa parlamentare, compresi quelli che non sono passati, sono partiti del grande capitale e seguono le istruzioni dirette di Nursultan Nazarbayev e della sua famiglia.

Inoltre, l'attuale vecchia-nuova composizione del Mazhilis continua ad essere uno strumento di riforme neoliberiste, privatizzazioni di massa, distruzione dei resti del sistema di sicurezza sociale e aumento del processo di decomunistizzazione e de-russificazione nel paese. Ad esempio, il partito liberale di destra "AK Zhol" ha preparato e inviato l'anno scorso al Majilis il progetto di legge sul riconoscimento dell'Holodomor, che è ucraino e criminalizza la negazione del genocidio dei kazaki da parte delle autorità sovietiche e dell'Unione sovietica considerandola come lo Stato che ha organizzato lo sterminio di massa della popolazione.

Apparentemente, è stato in relazione con l'adozione di questa legge e il possibile divieto dell'ideologia comunista che il Partito Popolare Comunista del Kazakistan (CPPK) al suo congresso di novembre è stato ribattezzato in tutta fretta, rimuovendo la parola "comunista" dal nome, affermando che in questo modo sarebbe stato più ampio coprendo l'intero spettro della sinistra, compresi i socialdemocratici e persino i patrioti nazionali. Ciò si è riflesso nel fatto che Aikyn Konurov [presidente del partito, ndt] abbia sostenuto attivamente la campagna nazionalista russofoba all'interno del paese.

Come sappiamo, le autorità hanno bandito il più antico e ultimo partito comunista di opposizione del Kazakistan con una decisione del tribunale nel 2015. Ciò dimostra ancora una volta che sin dall'inizio non c'erano alternative possibili nel quadro di queste "elezioni". Anche formalmente, il Partito Socialdemocratico Nazionale (OSDP) di opposizione al suo congresso ha rifiutato di partecipare alla corsa elettorale dichiarando un boicottaggio.

Un tale scenario escludeva del tutto la possibilità di utilizzare il "voto intelligente", come hanno insistito i rappresentanti di alcuni gruppi liberali dell'opposizione e di conseguenza, questa tattica è completamente fallita. Anche secondo i dati ufficiali gonfiati, il 63,3 per cento dei cittadini si è recata alle urne e nelle grandi città i residenti si sono in larga parte astenuti. Infatti l'affluenza ad Astana è stata del 45 per cento e ad Almaty solo del 30. E questo nonostante la mobilitazione di massa dei dipendenti statali e la falsificazione dei risultati.

La bassa affluenza alle urne e il numero esiguo di proteste dei liberali nazionali si sono associate alla totale sfiducia dei kazaki nei partiti attuali e nello stesso strumento elettorale, dove anche a livello di maslikhat [autorità locali, ndt], i cittadini hanno perso il diritto di candidarsi autonomamente come tre anni fa. Pertanto, una parte significativa dei residenti delle maggiori metropoli ha disertato il voto, sintomo importante della crescente crisi di fiducia nelle autorità.

Allo stesso tempo, i dati ufficiali della CEC non dovrebbero essere considerati un indicatore del sentimento pubblico e del reale livello di sostegno al partito di governo Nur Otan. Alla maggioranza del Paese è chiaro che esso predetermina le cifre finali e approva le liste dei deputati dell'arbitro e autoproclamato "leader della nazione" Nursultan Nazarbayev, che controlla tutti i processi politici, essendo a capo del Consiglio di sicurezza divenuto nel frattempo un organo costituzionale.

È a lui che tutti i rami del governo sono subordinati, nomina personalmente ministri e dirige anche le attività dell'attuale presidente Kassym-Jomart Tokayev. Pertanto, l'intero apparato statale e gli akimat locali [distretti municipali, ndt] eseguono solo gli ordini dall'alto, fornendo le necessarie cifre di voto, con la CEC che provvedere ai dati per l'intera repubblica. Di conseguenza, l'affluenza alle urne è "raggiunta" a scapito delle zone rurali dove non ci sono osservatori, portando il numero di coloro che vi hanno votato al 99,9 per cento, ovviamente per "Nur Otan".

Pertanto, queste "elezioni" simulate danno sempre il risultato sperato e in una situazione in cui tutti i giocatori dei cinque partiti rappresentavano un unico partito di potere, non poteva essere altrimenti. A questo proposito, la nostra posizione di denuncia attiva di tutti questi partiti artificiali era corretta, come lo era lo slogan dell'alternativa socialista dei lavoratori. L'appello a costruire un partito operaio indipendente su una piattaforma socialista in contrasto con tutti quelli esistenti è l'unico autentico.

Gli attuali risultati, preparati in anticipo nei sotterranei di Akorda, hanno dimostrato ancora una volta che è impossibile risolvere alle elezioni anche i problemi più marginali dei lavoratori, all'interno del sistema politico esistente e che occorre mostrare alle masse solo la via della lotta attraverso proteste di massa e scioperi. Questa è l'unica via e occorre partecipare attivamente alla definizione dell'agenda e del programma di tale lotta, che può cambiare l'equilibrio delle forze di classe e portare a cambiamenti politici e socio-economici fondamentali a favore della maggioranza.

Consiglio politico del Movimento Socialista del Kazakistan

http://socialismkz.info/?p=25396


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