www.resistenze.org - popoli resistenti - kenya - 22-02-21 - n. 780

Nessuna legge può vietare la lotta di classe

Partito Comunista del Kenya (CPK) | communistpartyofkenya.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/02/2021

È stato riferito che un membro del parlamento ha redatto un disegno di legge che propone di considerare un reato grave punibile con una pena detentiva e una multa chiunque sostenga il conflitto di classe nella società additandola come propaganda truffaldina. Il deputato propone inoltre che dovrà esser impedito di competere per futuri posti elettivi a qualsiasi persona condannata per aver utilizzato la classe e le lotte di classe per promuovere i propri interessi politici.

Questo è davvero molto reazionario, per non dire altro! Sembra che il parlamentare ignori la storia recente del Kenya o abbia scelto di ignorarla. Oppure ha perso la testa.

Il disonorevole parlamentare finge di non sapere che le masse e i patrioti del Kenya solo pochi anni fa hanno liberato il nostro Paese da una delle peggiori dittature del continente. I regimi Kenyatta - Moi del KANU (Unione Nazionale Africana del Kenya, al potere dall'indipendenza del 1963 fino al 2002, ndr) hanno usato la sedizione coloniale, il tradimento e le leggi affini per negare ai kenioti la libertà di parola, associazione, riunione e movimento. Ci sono voluti decenni di prolungate dure lotte e grandi sacrifici per realizzare la costituzione del 2010 che contiene una Carta dei diritti completa che il parlamentare spudorato, arretrato e primitivo pensa che lui o il parlamento possano calpestare, impunemente!

Ma se per caso ci fossero altre persone nella massima dirigenza del paese che si sono fatte prendere dal panico al punto da perdere la testa e il senso della storia dalla narrativa "truffaldina" che dicono minacci di far acquisire ai poveri e agli oppressi la coscienza di classe e minaccia le loro posizioni e interessi di classe, sottolineerò brevemente alcuni fatti sulla questione.

Per cominciare, la storia delle società fino ad ora esistenti è stata una storia di lotte di classe, spiegarono i fondatori del socialismo scientifico, K. Marx e F. Engels, nel 1848. Si riferivano allora alla storia dell'Europa. Ma anche la storia dell'Africa e del Kenya, in particolare dopo l'invasione del colonialismo, è stata una storia di lotte di classe. Anche molto prima del colonialismo, le lotte di classe erano esistite negli stati schiavisti/feudali di molti paesi africani e anche sulla costa del Kenya.

Le lotte di classe riguardano la lotta per il potere politico, economico e statale. Una classe è un grande gruppo di persone che occupano una posizione definita rispetto ai mezzi di produzione. In una società schiavista erano i proprietari di schiavi che controllavano i mezzi di produzione - la terra - e poiché lo facevano, possedevano anche il potere politico, economico e statale ed erano la classe degli sfruttatori e degli oppressori.

Il motore della storia che fa cambiare un modo di produzione in un altro sono le condizioni oggettive e le condizioni soggettive dello sviluppo storico. Le condizioni oggettive che sono indipendenti dalla volontà delle persone sono la crescita e lo sviluppo delle forze produttive che una volta raggiunto un certo livello di sviluppo entrano in contraddizione con le condizioni soggettive e necessitano un cambiamento. Sono le condizioni soggettive - lotte di classe e rivoluzioni - che completano la trasformazione di un modo di produzione in un altro. Una rivoluzione è un cambiamento completo in cui una classe prende il potere statale da un'altra.

Quando le classi contadine, operaie e borghesi si unirono e insieme conquistarono il potere statale dai re e dai signori feudali, diedero vita alla rivoluzione borghese o capitalista. Si chiama rivoluzione capitalista o borghese perché è stata la classe borghese ad aver assunto il potere statale dai re o dai signori feudali anche se la rivoluzione è stata condotta congiuntamente ma principalmente dai contadini.

Ora, quando i lavoratori, la classe operaia e i loro alleati prendono il potere dal feudalesimo o dalla borghesia, diventa una rivoluzione socialista come accadde in Russia nel 1917, Cina nel 1949, Corea del Nord nel 1953, Cuba 1959, ecc. Tutti questi eventi storici sono oggettivi e inarrestabili e, presto o tardi, accadrà. Nessuna misura legale impedirà il verificarsi di rivoluzioni di classe fintanto che una determinata società o paese sarà diviso in classi, come il Kenya. Le rivoluzioni sono come le gravidanze che quando raggiungono i nove mesi nulla potrà impedire alla madre di dare alla luce un nuovo nato.

Sotto il colonialismo, ai kenioti fu negato l'accesso ai mezzi di produzione, la cui base era la terra. Era il governo coloniale, i capitalisti coloniali e i coloni bianchi - che erano la classe degli sfruttatori e degli oppressori - quelli che controllavano il potere politico, economico e statale e lo usavano per perpetuare il sistema coloniale capitalista.

Africani o keniani indigeni, formavano la classe più numerosa, sfruttata e oppressa. Furono derubati della loro terra e costretti a pagare le tasse all'amministrazione coloniale. Inoltre, sono stati costretti a subire il razzismo e ogni sorta di umiliazioni nella loro patria. Il colonialismo ha violato i diritti umani dei kenioti, compreso il diritto all'indipendenza e alla sovranità nazionale.

Fin quando ci saranno le classi, inevitabilmente, ci saranno sempre lotte di classe. Questa è una realtà oggettiva indipendente dalla volontà delle persone. È come la terra che ruota sul proprio asse e attorno al sole, che lo notiamo o meno, che lo riconosciamo o meno. E il giorno seguirà sempre la notte e la notte seguirà sempre il giorno, finché viviamo. Questo è il motivo per cui, dopo decenni di oppressione coloniale, i patrioti kenioti hanno utilizzato tutti i mezzi possibili per organizzare la lotta di liberazione nazionale che alla fine ha portato l'indipendenza dal colonialismo britannico.

Le lotte di classe non possono essere eliminate o soppresse da nessun tribunale. Né possono essere rimosse con le prigioni, le forze militari o gli strumenti coercitivi dello Stato. Ciò che eliminerà le lotte di classe sarà l'abolizione delle classi e la fine della proprietà privata. Se le classi dominanti in Kenya si impegnassero a porre fine al sistema di avidità, di sfruttamento e di oppressione dell'uomo sull'uomo, non sarebbero scosse dalla narrativa "truffaldina"! Con il divario sempre più ampio tra i ricchi e la maggioranza dei poveri, i leader e i beneficiari del sistema reazionario, hanno ragione a temere la crescente coscienza di classe degli sfruttati e degli oppressi.

Il socialismo è il processo di rimozione delle classi con la dittatura delle classi maggioritarie sulle classi minoritarie. Oggi è la classe minoritaria che controlla il potere politico, economico e statale in Kenya e impone il suo sistema capitalistico all'intera società. Quando la maggioranza dei kenioti acquisirà il potere statale, come alla fine accadrà, la maggioranza controllerà il potere statale e lo userà per stabilire un sistema di uguaglianza di classe, giustizia sociale e distributiva, senza sfruttamento e oppressione dell'uomo sull'uomo.

Nel comunismo - che arriverà in un lontano futuro - le classi scompariranno completamente e lo stato sarà estinto perché non ce ne sarà più di bisogno. Questa è la verità oggettiva che articoliamo anche come partito politico che rappresenta la verità e nient'altro che la verità, e traccia la strada per la libertà e lo sviluppo della nostra società e nazione. Il Partito Comunista del Kenya (CPK) dichiara i fatti e lotterà contro tutto ciò che cerca di impedirci di farlo. Questo perché i fatti hanno la testa dura e non potranno mai essere cancellati da minacce e intimidazioni o dai reazionari, indipendentemente da dove provengano.

Quindi, per un parlamentare, anche solo contemplare di introdurre un disegno di legge sul divieto di menzionare le lotte di classe nell'azione politica sta mostrando ignoranza sulla realtà e sui fatti della storia umana in generale e della storia del Kenya in particolare. La Costituzione del 2010 che è stata determinata dalle lotte dal basso dei keniani,  contiene una Carta dei diritti completa che difenderemo a tutti i costi. Anche solo pensare di portare un disegno di legge in parlamento per violare la libertà di parola non è solo oltraggioso ma irrispettoso per migliaia di kenioti morti nel corso della lotta per l'indipendenza e le conquiste costituzionali e politiche che il nostro paese ha ottenuto fino ad ora. Il deputato che ha provocato questo articolo non è degno di essere in parlamento. Dovrebbe essere condannato con tutte le parole possibili. Merita di essere richiamato dagli elettori del suo collegio elettorale che lo hanno eletto.

Questa è la posizione del CPK.

Presidente nazionale del CPK, 19 febbraio 2021


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