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da International Action Center 
http:/www.iacenter.org/liberia –bush.htm
Traduzione dall’inglese di bf

Perché Bush ha bisogno di truppe in Liberia
Di Monica Moorehead

07/08/03

L’amministrazione Bush ha mandato un gruppo militare di 32 marines e specialisti in Liberia per accertare se gli US. dovranno inviare un numero più consistente di militari nel dissanguato paese dell’Africa Occidentale. La motivazione fornita è che i militari potranno essere necessari per por fine alla guerra civile che ha afflitto questo paese per più di una decade. La vera ragione è il petrolio.

Il presidente George W.Bush ha ripetutamente dichiarato che non accetterà niente di meno della dipartita del presidente eletto della Liberia, Charles Taylor.

Il 6 Luglio Taylor si è incontrato con il presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo, all’aeroporto fuori dalla capitale della Liberia, Monrovia, dove è stato concluso un accordo che fornisce a Taylor asilo temporaneo in Nigeria.

Taylor aiutò a dirigere una ribellione contro Samuel Doe, il precedente presidente della Liberia. La ribellione risale dai primi anni ’80 fino a metà dei ’90, quando infatti Doe fu assassinato, nel 1990. Taylor fu eletto presidente nel ’97 ed ha fronteggiato un’opposizione armata alla sua presidenza fino al 1999.

La reale prospettiva che truppe US. vengano spedite in Liberia risale al tempo quando Bush fece il suo primo viaggio in Africa. Egli scese a visitare cinque paesi nel tempo di cinque giorni: Senegal, Sud Africa, Botswana, Uganda e Nigeria. Il Sud Africa ed il Botswana sono tra i paesi del mondo con una percentuale più alta di persone che convivono con il virus dell’HIV e con l’AIDS
Bush ha manovrato usando il bastone e la carota, offrendo aiuti di miliardi di dollari, per indurre questi paesi ad aprire i propri mercati alle importazioni U.S. e i loro eserciti e polizia a collaborare con gli U.S. per la così detta guerra al terrorismo. Washington sostiene pesantemente il mercato agricolo nazionale. Se i paesi africani accettano di cambiare le loro politiche agricole e acconsentono a quantità spropositate di scadenti prodotti agricoli U.S. gli agricoltori locali saranno rovinati.
La presenza dell’esercito US. in Africa incombe sinistramente più che mai. Truppe a rapido dispiegamento e forze semi-permanenti di Esercito, Aviazione e Marines sono adesso instaurate o stanno instaurandosi nel Corno d’Africa così come in paesi dell’Ovest e del Nord Africa. Una base operativa con 2000 soldati si è stabilita a Gibuti in Maggio.

Lisa Hoffman del Scripps Howard News Service il 13 Giugno ha scritto: “I piani del Pentagono di ridisegnare radicalmente la presenza dell’esercito U.S. oltreoceano celano la possibilità di invadere il territorio collocando migliaia di militari americani nel circondario dell’Africa Occidentale.

“Sotto discussione: studiare il posizionamento di un gruppo aereo di supporto logistico lungo l’immensa costa occidentale africana, per stabilire una o più basi operative avanzate in Ghana, Senegal, Mali, Guinea Equatoriale o nelle piccole isole-nazione Sao Tomè e Principe.

“Gli stimoli che portano ad attuare una “testa di sbarco” senza precedenti delle truppe U.S. nell’Africa sub-sahariana sono l’instabilità regionale, il potenziale polo di attrazione per i terroristi, le ricche risorse di petrolio” dicono ufficiali del Pentagono ed esperti delle questioni africane.

“Il 15% del petrolio americano oggi viene dall’Africa Occidentale, tanto quanto viene importato dall’Arabia Saudita. Ma il prossimo anno ci si aspetta che la percentuale dell’Africa Occidentale salga al 20”

Gli U.S. cercano di soppiantare i loro rivali imperialisti europei come potenza dominante nelle aree dell’Africa dove il petrolio abbonda, come la Nigeria. In Nigeria vive un quarto della popolazione dell’Africa sub-sahariana. E possiede anche una delle maggiori riserve mondiali di petrolio.

Il popolo nigeriano non controlla la ricchezza petrolifera del proprio paese. Grandi compagnie petrolifere come Chevron-Texaco e Shell fanno enormi profitti esportando milioni di barili dalla Nigeria verso altre parti del mondo mentre le masse nigeriane restano molto povere. Il reddito medio annuale pro capite in Nigeria raggiunge soltanto 290 $.

Il Nigerian Labor Congress ha appena organizzato un potente sciopero generale contro i prezzi da capogiro della benzina, che è durato parecchi giorni prima che il governo offrisse un compromesso.

Relazioni tra U.S. e Liberia

La popolazione della Liberia è di meno di 4 milioni di persone. Secondo le statistiche UNICEF dell’Agosto 2002, la povertà si aggira attorno all’85% e l’estrema povertà è il 55 %. Il reddito pro capite è meno di 100 $ a persona.

Rendiconti giornalistici dicono che parte della popolazione liberiana guarda ad un  intervento estero, incluse le truppe U.S., perché porti aiuto e metta fine al versamento di sangue e per recare un soccorso economico al loro paese. Alcune di queste speranze si stanno radicando in coloro che pensano a strette relazioni a lungo termine tra U.S. e Liberia.

I libri di storia degli U.S. così come la stampa del grande business sostengono che la Liberia fosse stata fondata nel 1822 da schiavi liberati che emigrarono dagli U.S. ma questa teoria è controversa. E’ facile dimostrare che la American Colonization Society, un gruppo di bianchi che comprendeva padroni di schiavi, acquistò terra in Liberia nel 1817, quasi per nulla.

Uno dei più eminenti padroni di schiavi fu Francis Scott Key, noto quale scrittore delle parole di Star Spangled Banner, inno nazionale U.S. Un altro schiavista membro dell’ACS fu William Thornton, un architetto dilettante che disegnò il Campidoglio U.S. Furono una quantità di schiavi che costruirono lo storico edificio, ed altri ancora in Washington D.C. e a Filadelfia.

I primi schiavi furono incoraggiati ad emigrare in Liberia dall’ACS, non per sfuggire agli orrori della schiavitù ma per allontanarli dalla lotta per il diritto al lavoro, allo studio e alla rappresentanza politica che i bianchi in complesso avevano conquistato. In altre parole l’ACS vedendo che i giorni dello schiavismo erano contati, tirarono fuori questa strategia al fine di minare l’eventualità che i primi schiavi potessero ottenere dei diritti democratici (incluso il ricevimento di 40 acri ed un mulo dal governo federale).

Negli anni ’20 la compagnia Firestone Tire & Rubber ottenne in affitto per 99 anni un milione di acri di terra in Liberia a 6 centesimi per acro all’anno. Le sue piantagioni di gomma nella Liberia divennero la principale fonte di profitto della compagnia mentre la Liberia cadde nella più profonda povertà.

Le riserve petrolifere intonse nel golfo della Guinea

Bush e il Pentagono rivendicano che l’unica ragione dell’invio di truppe in Liberia sarebbe di aiutare a portare “stabilità e democrazia” al popolo liberiano stanco di guerre. Nulla potrebbe essere più lontano dal vero. La reale motivazione risiede nella volontà degli U.S. di controllare la più importante riserva petrolifera del mondo.

La Liberia può diventare una base di attacco per le truppe al fine di controllare il vicino golfo della Guinea, dove sono state recentemente scoperte ingenti riserve intonse di petrolio. Qualunque  potere imperialista controlli queste regioni strategiche ricche di petrolio sarà in posizione di aumentare smisuratamente il mercato del greggio. Per gli U.S. ciò vuol dire un 25% di incremento di petrolio importato dall’Africa.

La Nigeria e la prima colonia portoghese di Sao Tomè e Principe sono collocate nel golfo della Guinea. Così pure la Costa d’Avorio, che si trova in mezzo ad una guerra civile.

Kayode Fayemi, leader del Centro di Democrazia e Sviluppo con sede a Lagos, in Nigeria, ha detto “E’ probabile che l’interesse sul petrolio del golfo della Guinea assicuri che gli Stati uniti guardino da un’altra parte quando si tratta di diritti umani, capacità contabile e trasparenza. In Nigeria si è avuto esempio di come gli Stati Uniti hanno risposto alle campagne dalle comunità locali per equità e gestione locale delle risorse”. (NY Times 6 Luglio)

Il governo U.S. da più di un anno non offre certamente alcun aiuto ai giustificabili raccoglitori dalle installazioni petrolifere nel delta del Niger, organizzati da donne nigeriane “disobbedienti”, le quali chiedono che i conglomerati petroliferi producano posti di lavoro ed opportunità di formazione per i loro figli. Un foglio nigeriano, “This Day”, riporta che gli U.S. stanno schierando truppe nel delta del Niger per “proteggere” le installazioni del luogo.

La richiesta di Bush di porre fine alla guerra non può essere separata da ciò che sta avvenendo in Liberia, Nigeria, Iraq, Iran, Afganistan e altrove. Bush sta accusando Taylor di istigazione a crimini di guerra nella vicina Sierra Leone ma è Bush che è il più grande criminale di tutti.

Bush sta vedendo se stesso come un imperatore dei tempi moderni, con un potere simile a quello del crudele impero romano, e la maggior parte del mondo come un’appendice delle corporations U.S.