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Libano. A 40 anni dalla guerra: "non accada mai più"

Assawra | assawra.blogspot.it
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/04/2015

Lunedi scorso, molti dirigenti libanesi hanno insistito affinchè non siano mai dimenticate le lezioni tratte dalla guerra civile che scoppiò 40 anni fa e che si concluse 15 anni più tardi, con 150.000 morti e 17.000 dispersi.

I primi colpi di questa guerra furono sparati il 13 aprile 1975, guerra terminata nel 1990 con un'amnistia che assolse i responsabili. Questi ultimi hanno cambiato la tuta mimetica con l'abito da cerimonia ed ora dirigono un paese martoriato.
Tra questi, il leader druso Walid Jumblatt, che ha condotto una guerra feroce contro le milizie cristiane delle Forze libanesi per espellerle dalle montagne libanesi nel 1983, riconosce che le sue opinioni sul conflitto non possono essere considerate "equilibrate ed obiettive".

"Ho rappresentato una delle fazioni guidate da fanatismo e odio. Io consiglio mio figlio Taymour (chiamato a succedergli come capo della comunità drusa, ndr) e tutti i giovani libanesi di diffidare della violenza e dell'ignoranza", ha detto in un "tweet".

Da parte sua, sempre in "tweet", il ministro della Giustizia (sunnita) Ashraf Rifi ha detto che questo anniversario deve ricordare a tutti i libanesi di "proteggere il loro paese e la nazione e di rifiutare la violenza e la morte".

Altri leader, come l'ex primo ministro Saad Hariri, il cui padre fu primo ministro, dopo la guerra, prima di essere assassinato nel 2005, ha messo in guardia i libanesi. "Mai più. Non permetteremo che ciò accada di nuovo", ha detto Hariri.
In una dichiarazione, ha aggiunto: "Non abbiamo messo fine alla nostra guerra civile per precipitare il Paese nel fuoco delle guerre arabe. Non possiamo proteggere il Libano se non impediamo all'incendio circostante di raggiungerci, o peggio, se continuiamo a gettare benzina sul loro fuoco".

Con la guerra nella vicina Siria, il paese ha recentemente visto l'approfondirsi di divisioni settarie. La maggior parte dei sunniti e alcuni cristiani sostengono la rivolta contro Bashar al-Assad, mentre l'altra parte dei cristiani e gran parte degli sciiti sostengono il regime di Damasco.


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