www.resistenze.org - popoli resistenti - messico - 04-06-16 - n. 592

Lo Stato messicano: violenza organizzata per garantire il profitto e il potere dei monopoli

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

31/05/2016

Dichiarazione dell'Ufficio Politico del CC del PCM

Il sessennio di Peña Nieto è di fame e miseria, di terrorismo di Stato e violazione dei diritti umani, di supersfruttamento lavorativo e di grande corruzione.

Aumenta la repressione contro i lavoratori; aumentano i finanziamenti pubblici destinati a rafforzare i diversi strumenti repressivi - Esercito, Marina, Polizia Federale, Gendarmeria, Polizie Statali, Polizie Municipali e gruppi paramilitari - così come l'infrastruttura giudiziaria e carceraria. Aumentano i prigionieri, gli scomparsi, i morti. Fiumi di sangue e fosse ovunque sono progettate dalla plutocrazia in cima alle liste di Forbes.

In questi anni sono state effettuate, dal Governo Federale, dal Potere Legislativo e dalla Corte Suprema, una serie di modifiche costituzionali e regolamentari che vanno nella direzione di limitare l'agire politico dei lavoratori e dei settori popolari organizzati, di fronte al prevedibile incremento delle risposte alle misure shock concentrate a svalorizzare il lavoro che sono state approvate negli ultimi anni nel contesto della crisi economica del capitalismo. Riforma del lavoro, riforma dell'istruzione, riforma giudiziaria, riforma fiscale, conformano nell'essenza un attacco ai diritti lavorativi e sindacali conquistati negli ultimi 100 anni dalla lotta proletaria, con il fondamentale intervento dei rivoluzionari e dei comunisti; hanno significato anche, una politica economica orientata a conservare e aumentare i profitti, i benefici dei monopoli, a costo della polverizzazione del livello di vita dei lavoratori, della pauperizzazione della classe operaia e delle sue famiglie.

Con una disoccupazione crescente, con la miseria che raggiunge i lavoratori e le loro famiglie, con un sistema d'istruzione e sanitario all'abbandono, con deteriorate condizioni di lavoro che propiziano i crimini industriali, con i licenziamenti di massa nel settore pubblico e privato, c'è da aspettarsi la mobilitazione, lo sciopero dei lavoratori dei vari rami e settori dell'industria e dei servizi, così come mobilitazioni e lotte che dovranno acquisire forme nuove, in contenuto e radicalità, per affrontare effettivamente il potere dei monopoli.

Per questo, oltre il rafforzamento dell'apparato repressivo, c'è un irrigidimento dei segretari di Stato e dei vari funzionari, che nascondono le manovre e le ingannevoli negoziazioni con minacce di licenziamento e incarcerazione e con le quali cercano di proibire la lotta di classe. Esempio di questi cani-poliziotto, sono Aurelio Nuño, Segretario dell'Istruzione Pubblica, Rafale Moreno Valle, Governatore di Puebla, Miguel Ángel Mancera, Capo di Governo di Città del Messico e Ricardo Monreal, Capo Delegazione a Cuauhtémoc. Se uno è del PRI, l'altro del PAN, l'altro del PRD e l'ultimo di MORENA, questo non ha importanza poiché tutti difendono con il sangue e il fuoco la conservazione dell'ordine, lo Stato di diritto, quell'involucro di legalità per un regime criminale sostenuto nello sfruttamento, nella spoliazione, nel succhiare il sangue a milioni di proletari ogni giorno.

Giornalisti e lavoratori della comunicazione sono assassinati con totale impunità da sicari al servizio dello Stato per impedire la diffusione della verità e affinché le uniche notizie che circolino si convertano in una muraglia che renda invisibile la realtà. Bande di narcotraffico intrecciate con il governo giustiziano i combattenti popolari. I meccanismi repressivi sono orientati a immobilizzare e smobilitare, seminando la paura e la disperazione. Allo stesso modo si arrestano, si fanno scomparire, si assassinano sia sindacalisti, che comunisti, donne e uomini, giovani o bambini. Non ferma il terrorismo di Stato nessuna normativa internazionale, né l'osservazione nazionale o internazionale dei diritti umani.

La repressione è ugualmente esercitata dalle amministrazione del PRI, che da quelle emanate dal PAN, PRD, MORENA, PVEM, PT e qualsiasi altro partito registrato. Nonostante le loro differenze, nell'interesse supremo dello Stato – la difesa della proprietà privata, lo sfruttamento del lavoro salariato, l'estrazione di plusvalore – si uniscono, si coordinano, si proteggono. L'applicazione dello Stato di diritto è il comune programmatico di tutti loro. In questa stessa direzione si amplia la partecipazione delle candidature "indipendenti" come veicolo nel quale possono trovare rappresentazione politica diretta i trafficanti di droga, oltre gli stessi partiti registrati nell'INE, che sono macchinari per il lavaggio del denaro sporco. La nuova socialdemocrazia è anche promossa come barriera di contenimento delle lotte dei settori popolari e richiama l'attenzione della specifica politica di alleanze di MORENA, che per ottenere dagli in
segnanti il voto in suo favore ne ha deviato la lotta e seminato la sfiducia nel potenziale dell'attività politica extraparlamentare e fuori dai binari istituzionali.

La repressione deve esser affrontata alla sua origine, come una delle colonne che sostengono la classe dominante e il suo sistema sociale di sfruttamento e oppressione, ossia con un approccio anticapitalista e antimonopolista.

Le repressioni avvenute negli ultimi giorni contro i lavoratori dell'istruzione, inclusa la loro espulsione da Città del Messico, violando le garanzie individuali, provoca alcune letture sbagliate sul carattere dello Stato: nuovamente sorge l'erronea valutazione di considerare fascismo qualsiasi manifestazione di violenza e repressione.

E' necessario segnalare che in Piazza Santa Domingo, condividendo la lotta e i rischi, insieme ai lavoratori dell'istruzione si trovava un contingente di militanti e quadri del Partito Comunista del Messico (PCM) e della Federazione dei Giovani Comunisti (FJC) e nonostante aver subito sulla nostra propria pelle le arbitrarietà e la repressione, nonostante il fatto che cinque compagni del PCM sono stati assassinati nel sessennio di Peña Nieto, che vari nostri compagni si trovano in carcere, che continua la scomparsa a Tamaulipas del compagno Enrique López, membro del Comitato Centrale del PCM, che quotidianamente affrontiamo la persecuzione e molestia, non cadiamo nell'errore di far valutazioni sproporzionate, poiché affinché la lotta sia efficiente, certa, condotta con una strategia e una tattica corretta, l'analisi deve combaciare con la realtà, senza esagerazioni né allarmismi, come sono solite fare le forze di "sinistra" carenti di serietà e che sono guidate dalla speculazione e dal falso allarme.

Gruppi e organizzazioni populiste, confusi ideologicamente, vanno segnalando da anni che il fascismo arriva, che il fascismo è già arrivato, che il fascismo è qui. Con la stessa mancanza di serietà che chiamano sciopero generale qualsiasi manifestazione e senza sforzarsi minimamente di procurare la paralisi della produzione, che significa uno sforzo organizzativo in ogni centro di lavoro. La banalizzazione della caratterizzazione, la trivializzazione del discorso politico conduce la lotta di errore in errore, di sconfitta in sconfitta. Noi comunisti sappiamo molto bene ciò che il fascismo è e ciò che significa e anche cos'è il socialfascismo. Non è stato facile caratterizzarlo e per trovare i volti che lo distinguono e che lo differenziano da altre forme di gestione borghese, ci sono voluti anni, quasi una decina di dibattiti nell'Internazionale Comunista per giungere alla conclusione che si espresse al suo VII Congresso.

La dittatura di classe della borghesia in Messico mantiene ancora la facciata democratica, poiché sa che così la sua reddittività sarà maggiore; sa che ancora può ricorrere al sistema giuridico in vigore per garantire la stabilità al modo di produzione capitalista, per mantenere intatta l'organizzazione economica, politica e sociale che tanti benefici genera al potere dei monopoli. Questa facciata democratica legittima il terrore, la tortura, l'oscurantismo, l'anticomunismo, senza necessità di diluire l'istituzione democratico-borghese. Autoritarismo e democrazia borghese vanno di pari passo.

Coloro che insistono nel caratterizzare impropriamente come fascista il governo messicano stanno cercando una giustificazione affinché tutti pieghiamo le nostre bandiere e i nostri obiettivi in favore della nuova socialdemocrazia e che in un modo o nell'altro si concentrino le forze a sostegno della democrazia borghese, attenuando le espressioni radicali di antagonismo, con l'illusione di risolvere elettoralmente i gravi problemi, rimandando le manifestazioni di potere popolare per preservare l'istituzione.

Dal Partito Comunista del Messico chiamiamo alla lotta franca e aperta contro il potere dei monopoli. Confidiamo nella potenzialità dei lavoratori messicani, nella loro capacità di organizzazione e lotta, nel potere delle masse sfruttate e oppresse, come dimostrato ad Atenco, a Oaxaca durante la APPO, in Chiapas nelle schermaglie recenti degli insegnanti contro le forze federali.

La tattica utilizzata dalle forze opportuniste di mobilitazione-negoziazione-mobilitazione è cosa del passato. Noi lavoratori dobbiamo lottare per conformare la nostra unità in un fronte antimonopolista, anticapitalista e antimperialista con l'obiettivo programmatico di rovesciare il potere dei monopoli. Questo è il compito.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Ufficio Politico del Comitato Centrale del PCM


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