www.resistenze.org - popoli resistenti - messico - 02-07-20 - n. 756

Il T-MEC, un accordo contro la classe operaia del Nord America

Partito Comunista del Messico (PCM) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/07/2020

Questo primo luglio 2020 è entrato in vigore il Trattato Messico-USA-Canada (USMCA nella sua sigla inglese), dando continuità al Trattato di Libero Commercio dell'America del Nord (NAFTA nella sua sigla inglese) che ebbe inizio il primo gennaio 1994.

Lo caratterizziamo come un accordo interstatale imperialista, a beneficio degli interessi e profitti dei monopoli di Canada, USA e Messico, quindi dannoso per gli interessi della classe operaia di tutta l'America del Nord, ossia dei proletari di Canada, USA, Messico e della forza lavoro migrante plurinazionale che lavora nella regione.

Così come un quarto di secolo fa, si allude a sciocchezze: il "libero commercio", sapendo che la libera concorrenza è stata spazzata via dallo stesso sviluppo capitalista alla fine del XIX secolo, quando i processi di concentrazione e centralizzazione nell'economia l'hanno portata al monopolio. Il capitalismo dei monopoli che necessita di alleanze, fusioni, nella sua lotta ogni volta più intensa con altri monopoli, con altre alleanze di paesi capitalisti. Quello che è certo è che il TLCAN ha rafforzato molti monopoli dei tre paesi e, proporzionalmente, ha impoverito le condizioni di vita della classe operaia di tutta la regione, rovinato in modo violento i contadini poveri, ha accelerato la spoliazione di terre con la formazione di monopoli dell'agroindustria. L'integrazione economica della regione ha posto particolare enfasi nell'accentuazione dello sfruttamento della manodopera migrante e non ha significato alcun miglioramento dei diritti del lavoratore migrante, al contrario, al ritmo delle negoziazioni del TLCAN 2.0, a Washington sono state accordate politiche di attacco anti-immigrati con i vergognosi accordi Trump-Obrador che hanno comportato la trasformazione della Guardia Nazionale in una sezione messicana della US Border Patrol, e lo spostamento della frontiera USA-Messico fino ai limiti con il Guatemala.

La necessità di adeguamenti al TLCAN obbedisce alla disputa interimperialista degli USA con i capitali cinesi, nei confronti dei quali ha perso terreno nell'industria dell'auto. È stata l'industria nordamericana di questo ramo produttivo ad aver spinto per la rinegoziazione. Alla base c'è la necessità di serrare le fila tra i monopoli della regione per rafforzare posizioni nella guerra dei dazi, commerciale, industriale che si svolge tra USA e Cina. Questo implica una presa di posizione del Governo di López Obrador, nonostante alcune forze della coalizione politica che lo sostiene lavorano per la cosiddetta multipolarità economica. Anche alcuni governi del sud del continente speravano in questo orientamento.

Il governo di López Obrador, basato sulla demagogia, ha ricevuto il sostegno popolare presentandosi come portavoce degli interessi della sovranità e del patriottismo. Si dimostra che il culto a Juárez e a Cárdenas è un semplice ricorso retorico, dal momento che quei precetti politici, espressione di una sezione dell'ideologia borghese, sono sacrificabili e che la sovranità è qualcosa che non ha alcuna importanza.

Il governo di López Obrador ratificando il T-MEC, dopo 26 anni di applicazione, dimostra che la sua politica si dirige contro la classe operaia, contro i settori popolari, contro i popoli indigeni, contro i migranti. Questo governo realizza le sue funzioni a favore esclusivo della borghesia, così come precedentemente con il PRI o PAN, è un governo che esprime il potere dei monopoli.

In tutte le questioni importanti i partiti borghesi, incluso MORENA si mettono d'accordo: adesso il T-MEC, prima i compromessi con il FMI, la BM, il pagamento del debito estero, il rafforzamento dei corpi repressivi, la svalorizzazione del lavoro; in tutto quello che favorisce il lucro e profitto del capitale; le loro controversie si possono verificare - anche ferocemente - in questioni non essenziali. La velocità, nonostante qualche preventivo show, con la quale i partiti politici borghesi si sono messi d'accordo per approvare le leggi regolatrici del T-MEC conferma ciò.

I lavoratori e i popoli del Messico non sono stati consultati, è una rinegoziazione della cupola, e il Governo Federale cerca di rimediare con una propaganda simile a quella che a suo tempo presentò Carlos Salinas de Gortari. Non c'è molta differenza tra gli argomenti neoliberalisti e quelli che presenta un governo che si dice antineoliberista. Ora vogliono persino contrabbandare la cosiddetta "libertà sindacale", come qualcosa di positivo. Il movimento operaio e sindacale di classe del nostro paese ha lottato sempre per l'indipendenza sindacale, ossia che i lavoratori determinano la vita dei loro sindacati e il loro orientamento in modo autonomo, senza l'ingerenza padronale e governativa, qualcosa di totalmente diverso dal modello sindacale promosso dalla AFL-CIO, la cosiddetta "libertà sindacale" orientata alla collaborazione operaio-padrone e al dominio del sindacalismo giallo. Ugualmente demagogica è quella dell'equiparazione salariale dei lavoratori dell'America del Nord, che sicuramente avrà come direzione l'equiparazione dei salari verso il basso.

Registriamo l'entrata in vigore del T-MEC come la conferma di una politica antioperaia e antipopolare. Chiamiamo i lavoratori del Messico, degli USA e del Canada a ribellarsi contro il T-MEC. Non sottomettiamoci, rafforziamo la solidarietà e l'unità con l'obiettivo di porre fine a questo accordo nefasto ai nostri interessi come sfruttati.

La classe operaia del Nord America, i comunisti dei tre paesi, nello stesso momento in cui dobbiamo rafforzare la nostra lotta antimonopolista, coordinare la nostra attività contro il T-MEC, rifiutare tutte le misure del capitale contro il lavoro, abbiamo il dovere particolare di rafforzare la solidarietà e il lavoro politico organizzativo con la classe operaia immigrata plurinazionale.

Il proletariato del Nord America scriverà pagine gloriose di lotta come gli operai di Chicago e Cananea.

Infine, oltre ad esprimere il rifiuto al T-MEC e impegnarci nella lotta fino alla sua rottura, il Partito Comunista del Messico ribadisce la sua solidarietà con la classe operaia e la gioventù degli USA che affronta la pessima gestione di Trump sul Covid-19 e le politiche razziste. Se Obrador solidarizza con Trump, noi comunisti solidarizziamo con i lavoratori e la gioventù degli USA.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Ufficio Politico del Comitato Centrale


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