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L'alternativa rivoluzionaria di fronte alla crisi

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

20/11/2020

Manifesto del PCM alla classe operaia e ai settori popolari del Messico

Oggi, 20 novembre 2020, si compiono 101 anni dall'inizio delle attività del movimento comunista in Messico, a partire dal dispiegamento delle attività della Sezione Messicana dell'Internazionale Comunista. Si compiono inoltre 26 anni dal processo di riorganizzazione del Partito Comunista del Messico, iniziato nel 1994.

In questo momento nel nostro paese l'irresponsabilità del governo socialdemocratico di López Obrador, privilegiando gli interessi dei monopoli, i profitti dei capitalisti, ha condannato la classe operaia e i settori popolari a un milione di contagi di Covid-19 e 100.000 morti finora. Stiamo entrando nella seconda tappa di questa pandemia con la militarizzazione, politica anti-immigrati, attacchi ai diritti della classe operaia e un'aggressiva politica per svalorizzare il lavoro. Di fronte alla crisi capitalista in corso, di fronte alla crisi sanitaria, questa è la proposta del Comitato Centrale del Partito Comunista del Messico.

I. I comunisti e la situazione attuale

Da quasi due secoli, con la pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista nel 1848, si propone un programma di trasformazione della realtà basato sull'analisi scientifica della società. Gli elementi centrali di questo documento sono ancora attuali, nella misura in cui la società capitalista attuale continua a funzionare essenzialmente allo stesso modo che due secoli fa: la grande ricchezza prodotta dai lavoratori è accumulata da un piccolo numero di proprietari, mentre la maggioranza dei produttori vivono in miseria e povertà.

La carenza economica dei lavoratori e la decomposizione sociale derivata da essa, ha fatto sì che a livello mondiale l'umanità affronta due grandi crisi: quella sanitaria e quella economica. La seconda è stata presentata come conseguenza della prima, tuttavia, questo è falso: le crisi economiche sono inerenti al capitalismo, fanno parte del processo di concentrazione della ricchezza in mano ai monopoli e l'impoverimento della classe operaia. La presente crisi economica era in gestazione dalla fine del 2019, nonostante, la pandemia generata dal virus SARS-CoV-2 l'abbia accelerata.

Il sorgere del virus e la sua propagazione a livello mondiale, non è stato frutto di gruppi imprenditoriali o potenze capitaliste, come fanno credere le erronee teorie complottiste. Ma il sistema capitalista è responsabile della forma in cui è stata affrontata l'emergenza sanitaria e i costi sociali e umani che ha comportato: più povertà, malattia e morte di milioni di lavoratori e settori popolari della società. Insomma, il virus non è la causa, ma solo un elemento ulteriore per dar modo che i monopoli scatenassero e approfondissero le loro misure antioperaie e antipopolari, per eludere i costi della crisi economica di sovrapproduzione e sovraccumulazione in corso.

Nel mondo ci sono stati due modi con cui gli Stati hanno affrontato l'attuale emergenza sanitaria. La prima è consistita nel contenere la pandemia con rigorose misure di confinamento, che ha comportato la sospensione delle attività produttive e quindi la temporanea perdita di una parte dei profitti dei grandi monopoli; la seconda ha attuato una gestione della pandemia in cui era fissato un limite tollerato di malati e morti, questo ha richiesto poche misure di contenimento per non intaccare gli interessi dei monopoli, oltre a ritardare l'adozione di misure che hanno comportato la cessazione della produzione e dell'attività economica.

L'obiettivo delle due modalità è stato comunque di salvaguardare la ricchezza e i profitti dei monopoli, sacrificando la vita di milioni di lavoratori affinché continuasse l'arricchimento degli imprenditori, il risultato di entrambi è stato più povertà per la classe lavoratrice. Così, la società capitalista ha dimostrato che l'interesse del massimo profitto è l'unico motore delle politiche che lo Stato implementa quando serve i monopoli, cioè, quando il suo carattere di classe è borghese.

Dato che la società è divisa in classi sociali, l'impatto della crisi economica e sanitaria ha avuto differenti ripercussioni. I grandi imprenditori che caratterizzano i monopoli, la classe dei capitalisti, ha sperimentato il processo naturale della concentrazione del capitale, ossia, un maggior arricchimento a costo di coloro che falliscono, cosa che complessivamente suppone un processo di concentrazione della ricchezza, così come il passaggio di capitale ai rami della produzione che garantiscono più profitti.

Con la grande ricchezza che accumulano gli imprenditori, essi e le loro famiglie hanno la possibilità di osservare il "distanziamento sociale" senza frequentare i luoghi di contagio, senza patire la carestia e la mancanza di reddito. Vivere della ricchezza generata dai lavoratori gli ha garantito di mantenere le loro fortune, la loro salute e la loro vita, dato che contano sui mezzi per accedere ai servizi sanitari di alto livello a cui non possono accedere i lavoratori.

Mentre, per la classe operaia e tutti coloro che sopravvivono vendendo la propria forza lavoro, la crisi sanitaria ed economica, ha significato un approfondimento dei livelli di povertà, come risultato dell'aumento della disoccupazione, licenziamenti ingiustificati, la diminuzione dei salari, la perdita di "lavori formali" e il fallimento di piccoli lavoratori autonomi, artigiani e contadini. Cioè, la crisi ha accelerato la tendenza alla proletarizzazione e alla pauperizzazione, ciò implica l'incremento del numero di lavoratori che hanno perso ogni mezzo di produzione (la terra, locali e strumenti per la piccola produzione). Oltre ad aumentare il numero di proletari, vivono anche in condizioni sempre più precarie, di privazioni di salute, istruzione e adesso con la crisi sanitaria: della vita.

I comunisti considerano che nell'attuale situazione è sempre più evidente l'irrazionalità del sistema capitalista, dove nonostante esista la produzione e la ricchezza sufficienti per assicurare che i lavoratori possano proteggersi e osservare le misure di "distanziamento sociale", con la chiusura dei lavori non essenziali e senza la garanzia di ricevere sostentamento, diritto alla casa e adeguati servizi sanitari, questo non avviene. Il motivo è che l'economia nel capitalismo si fonda sull'appropriazione privata della ricchezza, e questa è concentrata nei monopoli, mentre ai lavoratori viene dato appena l'indispensabile per vivere, quando non sono gettati nella disoccupazione. Questa è la ragione per cui l'emergenza sanitaria sta costando milioni di contagi e morti, quando potrebbe esser frenata dalla ricchezza socialmente prodotta e lo sviluppo materiale e tecnologico dell'umanità.

Inoltre, si è evidenziato il carattere assassino del capitalismo, poiché il suo funzionamento si traduce nell'enorme costo in termini di salute e di vita dei lavoratori in modo tale che l'umanità non sperimentava da decenni. Sia prima che dopo della pandemia l'assassino è il capitalismo, poiché è responsabile dei morti per inazione, per la violenza a cui sono sottoposti i milioni che vivono nella disoccupazione, coloro che muoiono di malattie curabili per mancanza di accesso ai servizi sanitari, la gioventù incatenata alle droghe cercando di evadere dalla realtà di miseria.

Finché la società continua ad esser divisa in proprietari dei mezzi di produzione, adesso costituiti in monopoli, e la popolazione di lavoratori, che nonostante generi la ricchezza non usufruisce di essa, milioni di persone sono condannati alla fame, la malattia, la tossicodipendenza e la morte.

L'uscita da questa situazione si può porre in questo semplice modo; la ricchezza rimane nelle mani dei monopoli o i lavoratori gliela strappano: "o loro o noi".

II. La crisi in Messico e la risposta dell'attuale governo

Come negli altri paesi, in Messico la società si trova divisa in classi sociali che hanno subito in modo diverso la crisi sanitaria ed economica. Nonostante il crescente numero di malati e morti, nel nosto paese si è deciso di afforontare la pandemia non in base a questi numeri ma alla capacità ospedaliera, ossia, non importa quale sia il numero di malati e morti finché la capacità del sistema sanitario non è sopraffatta.

La politica eseguita dallo Stato ha implicato l'incremento del numero di morti che non ricevono cura ospedaliera e che sono morti poco dopo l'ospedalizzazione. Il saldo di malati e morti, senza contare i casi sospetti e quelli non registrati, è già clamoroso.

Anche questo è prodotto dal fatto che lo Stato non ha implementato le misure adeguate dall'inizio della pandemia. Nonostante a febbraio c'erano già casi di coronavirus registrati non ha chiuso le frontiere, né ha ridotto il commercio, né il turismo internazionale. La quarantena è stata stabilita con ritardo e si è sottovalutata la grave minaccia della pandemia.

Tanta è stata la negligenza che i funzionari del governo affermano che la pandemia è arrivata improvvisamente, si diceva di continuare ad "abbracciarsi" e ad uscire nelle strade. Si sono mantenuti gli eventi di massa e i tour presidenziali, dal Governo Federale non si è promosso in modo chiaro e tempestivo l'importanza delle misure di base, come l'uso della mascherina, la sospensione delle lezioni in presenza nelle scuole e università si è realizzata solo il 21 marzo, quasi un mese dopo il primo caso registrato di coronavirus.

Lo Stato messicano e il suo governo di turno non hanno garantito la salute e la vita della classe operaia, l'interesse che hanno difeso è quello delle imprese, dimostrazione di ciò è che sono state molte quelle che mai si sono fermate o lo hanno fatto solo a metà. Mentre i monopoli continuavano ad arricchirsi, i lavoratori rischiavano la loro salute e vita, inoltre, le imprese procedevano a licenziamenti, tagli salariali, ferie non retribuite e anticipate, cambi nei contratti, pause obbligatorie senza retribuzione, obbligo di ferie anticipate, ecc., con l'obiettivo di mantenere i loro profitti.

Di fronte a questa situazione, cercando di salvaguardare la salute e la vita della classe operaia, il Partito Comunista del Messico è stata tra le prime organizzazioni che ha sollevato lo slogan: "A casa con salario completo", ma non è stata un'iniziativa del governo nonstante la legislazione lavorativa attuale contempla una misura simile per la durata di un mese a partire dal Decreto di Emergenza Sanitaria (non dubitiamo che questa legislazione sarà presto cambiata). Lo Stato è stato negligente nell'applicazione delle proprie leggi in modo tale da non intaccare gli imprenditori, e solo quando sono emerse molteplici mobilitazioni e scioperi di lavoratori il governo si è timidamente pronunciato sull'implementazione di tale misura, appellandosi alla buona volontà dei padroni.

Tuttavia, le dipendenze dello Stato, come la Segreteria del Lavoro e Previdenza Sociale, non hanno assicurato l'attuazione della misura, hanno agito solo dove i lavoratori in conflitto con il padrone sono passati anche allo scontro aperto con le forze dello Stato tanto che rischiava di dimostrare il carattere filo padronale dell'attuale governo. Le misure non sono state attuate, nonostante fossero state annunciate dallo Stato, ma alcuni distretti industriali e officine si sono trasformate in un campo di battaglia tra gli interessi della classe operaia e quelli dei monopoli, i centri di lavoro che hanno fermato le loro attività raramente lo hanno fatto per iniziativa dei padroni, nella maggior parte dei casi è stato il risultato della mobilitazione dei lavoratori, e nonostante questo, ci sono imprese che hanno scelto di licenziare per schiacciare i germogli di lotta. Pertanto, la salvaguardia della salute e della vita della classe operaia non è passata dalle politiche del governo, ma dalla mobilitazione della classe operaia stessa.

Un altro degli aspetti della inufficente gestione della pandemia si mostra nel sistema sanitario pubblico. Le carenze e insufficienze di personale medico, di strumenti, installazioni e apparati per le cure hanno fatto si che una elevata quantità di personale medico sia deceduto e che solo una piccola parte degli ospedalizzati gravi sopravviva. L'agire del governo di fronte a questa situazione non si è concentrato nel risolvere la problematica, ma solo a far fronte all'emergenza sanitaria. Dimostrazione di ciò è che le concessioni di servizi sanitari al capitale privato, così come la mancanza di categorie di personale sanitario non è stata superata e il finanziamento continua ad esser insufficiente. Neanche la creazione del INSABI ha risolto le carenze, ma ha contribuito alla scomparsa di altri servizi sanitari come il Seguro Popular, lasciando centinaia di migliaia di aventi diritto senza accesso a cure, visite e interventi chirurgici.

Tutto questo non può esser risolto dall'attuale governo, perché il sistema sanitario pubblico, conquistato dall'organizzazione e la lotta dei lavoratori nella prima metà del XX secolo, è stato smantellato a beneficio dei monopoli, e Morena insieme a López Obrador sono rappresentanti degli interessi della borghesia. Inoltre, è impossibile che nel quadro del capitalismo convivano armonicamente la sanità pubblica e quella privata, nel capitalismo la salute non può esser un diritto al quale tutti accedono, poiché è una merce e questo rende impossibile che si garantisca l'accesso alla sanità a tutti i lavoratori: potrà esserci una sanità gratuita, di qualità e per tutti in una società radicalmente diversa, ossia, nel socialismo-comunismo.

Il tardivo decreto dell'emergenza sanitaria a marzo, non ha impedito che da aprile ad oggi, contingenti di lavoratori hanno manifestato di fronte al Palazzo Nazionale. Migliaia di lavoratori di diversi settori hanno chiesto che gli venga garantito un reddito per sopravvivere alla disoccupazione, licenziamenti, chiusura di piccoli commerci, fallimento di imprese, ecc. Lavoratori di imprese private e pubbliche, lavoratori precari, informali e autonomi hanno chiesto che gli vengano forniti i mezzi per sopravvivere. Questo dimostra che i programmi implementati dal governo non risolvono i problemi e sono solo palliativi che nemmeno riguardano il gran numero di lavoratori impoveriti.

Non contento di non soddisfare la salute e il reddito dei lavoratori, durante i mesi di confinamento l'attuale governo ha approfondito la sua aggressione contro la classe operaia e i settori popolari concretizzando due misure promosse dai precedenti governi, di cui Morena e Obrador sono continuatori. La prima è quella della militarizzazione del paese e la seconda la firma del nuovo trattato di libero commercio, il T-MEC.

La militarizzazione si è realizzata attraverso un decreto che stabilisce l'Esercito e la Marina come corpi armati che possono compiere compiti di sicurezza, insieme con il nuovo braccio repressore: la Guardia Nazionale. Questo significa permettere l'azione e operazioni dei militari nelle strade, è ingenuo pensare che questa misura non sia pensata per reprimere, dato che già abbiamo constatato l'uso della Guardia Nazionale contro i migranti centroamericani e contro i piccoli contadini e ejidatarios che protestano nel nord del paese. Inoltre, la sua messa in campo non ha comportato una diminuzione degli assassini, della violenza derivata dal narcotraffico e dalla delinquenza organizzata. Questa politica cerca di dare maggiore partecipazione pubblica e sociale alle Forze Armate e rafforzare la militarizzazione dei porti, aeroporti e dogane, in difesa del capitale.

L'altra misura antioperaia e antipopolare che ha concretizzato il governo nei mesi di confinamento è stato l'accordo per l'entrata in vigore del trattato di libero commercio, T-MEC. La firma e la negoziazione di questo trattato è stata promossa dai precedenti governi del PRI e PAN, ma l'attuale si dimostra un fedele continuatore dei precedenti nell'essenza: garantire il dominio degli imprenditori, perpetuare la dittatura della classe borghese, poiché il T-MEC ha un carattere borghese che beneficia i monopoli dominanti di ognuno dei tre paesi firmatari, a discapito dei lavoratori di queste nazioni.

Con la firma di questo trattato si rende più evidente che è sbagliata l'idea che l'attuale governo sia un baluardo della sovranità nazionale. Può esserci sovranità nazionale quando si firma un trattato che, in linea con il TLCAN, assoggetta i lavoratori messicani agli interessi e disegni dei monopoli e ai loro interessi transnazionali? La riunione di López Obrador e una delegazione di imprenditori messicani con i loro omologhi statunitensi, è dimostrazione palpabile di quale classe sociale Obrador gestisce e difende gli interessi: la borghesia e i suoi monopoli. Non c'è stata una riunione con i lavoratori immigrati che continuano ad esser vessati, deportati e maltrattati dal governo statunitense per riaffermare la loro illegalità e mantenere svalorizzata la loro forza lavoro.

Insomma, il governo non è stato capace di implementare misure adeguate a far fronte all'emergenza sanitaria. Ma questa critica non deve impantanarci in un superfluo dibattito su personaggi specifici, come Obrador o il sottosegretario alla salute, Gattel (anche se non per questo li esime dalle loro responsabilità per la morte, la malattia e la pauperizzazione che patisce la nostra classe), la questione di fondo è che il capitalismo per la sua dinamica di anarchia di produzione e ricerca del massimo profitto, non può far fronte all'emergenza senza sacrificare i lavoratori, e pertanto, qualsiasi governo (socialdemocratico, neoliberale, progressista o altro) nell'essere amministratore degli interessi dei monopoli, non può risolvere i grandi problemi che affliggono la classe operaia, poiché la soluzione implica colpire gli interessi degli imprenditori.

La "nuova normalità"

La quarantena è terminata una volta esaurita la pazienza dei monopoli di ridurre le loro attività e i loro profitti, in linea con gli interessi economici e tempi politici dei monopoli negli USA. Allora, il governo ha trasformato la responsabilità dei contagi e delle morti in una questione individuale, evadendo da ogni responsabilità.

Questo ha portato al decreto della "nuova normalità" per riattivare l'economia, esentando gli imprenditori da ogni responsabilità se i lavoratori si ammalano o muoiono; i lavoratori sono costretti a rischiare la loro vita per malattia o morte. Così terribile è la situazione di miseria, che i lavoratori sono arrivati a considerare che contagiarsi di COVID-19 è solo un rischio in più tra i tanti che devono affrontare per non subire la fame e la miseria.

III. Possibilità e necessità di un'alternativa rivoluzionaria

I mali che soffre la classe operaia in Messico, incluse le crisi economica e sanitaria, non possono esser risolte dall'attuale governo, poiché dentro i quadri del capitalismo è impossibile risolvere le profonde problematiche sociali, né in poco né in molto tempo. Non si tratta che i molti anni "di mal governo" o del "neoliberismo" impediscono la soluzione, ma è la società capitalista in sè, della quale Morena e Obrador sono oggi i rappresentanti.

Davanti all'impossibilità che l'attuale governo, continuatore dei precedenti, risolva i problemi della classe operaia, il rischio della salute e della vita, l'assassinio di militanti sociali e ambientali, il femminicidio, le morti e scomparse derivate dalla violenza e il narcotraffico, si deve sollevare una nuova alternativa reale e radicale che rompa con la base del funzionamento dell'attuale società capitalista: lo sfruttamento dei lavoratori da parte dei monopoli.

Per aprire la strada all'alternativa rivoluzionaria è necessario chiarire una serie di argomenti errati che ancorano i lavoratori ad una falsa speranza in questo governo.

Alcune persone pensano che si deve dar tempo all'attuale amministrazione affinché ottenga dei cambiamenti, tuttavia, nei due anni passati ha già dimostrato il suo carattere antioperaio e antipopolare. Concedere tempo nell'aspettativa di un cambio è collaborare con i monopoli e pertanto con i nemici dei lavoratori. Per quanto tempo starà al potere, la gestione socialdemocratica non risolverà i problemi inerenti al capitalismo, così come accaduto con i governi derivati dalla Rivoluzione Messicana.

Di fronte all'idea che l'attuale governo non può fare le trasformazioni perché "non lo lasciano governare", bisogna chiarire che Morena conta sulla maggioranza nella Camera dei deputati e al Senato, le iniziative di Legge che si approvano e quelle che non passano, si devono al carattere di classe di questo partito. Dimostrazione che Morena, così come gli altri partiti politici borghesi, difende gli interessi dei monopoli è l'approvazione del T-MEC e la riforma del lavoro che hanno un carattere antioperaio.

Di fronte all'idea che "le posizioni radicali della sinistra contribuiscono a far guadagnare terreno alla destra e mettano in pericolo ciò che è stato ottenuto dall'attuale governo", dobbiamo dire che la classe operaia non ha conquistato nulla, ad eccezione della dimostrazione che la risoluzione dei suoi problemi può esserci solo con un cambio radicale. Questa opinione cerca di inibire le proposte di una vera trasformazione, chiudere la classe operaia nel vicolo cieco del riformismo ed evitare che si colpiscono gli interessi degli sfruttatori.

Rispetto al discorso secondo cui "la corruzione è il male principale della società messicana", bisogna chiarire che nonostante sia una problematica importante, in alcun modo è la base delle problematiche della società, dato che è immensamente maggiore la ricchezza che rubano gli imprenditori ai lavoratori attraverso il plusvalore, ossia, la quantità di ricchezza che si appropriano i monopoli dal lavoro della classe operaia. In circa 15 minuti un lavoratore genera il suo salario, per cui la parte di ricchezza che rimane nelle mani dei capitalisti è di gran lunga superiore a qualsiasi somma di corruzione. Per cui, la base dei mali della società attuale è lo sfruttamento dei salariati, senza metter da parte che, non si può metter fine alla corruzione in questa società dove il massimo profitto è al di sopra del benessere collettivo.

"La sovranità nazionale implica di non avere posizioni di sinistra perché potrebbero causare un intervento", dicono alcuni che cercano di giustificare il loro appoggio a questo governo che nemmeno ha difeso la sovranità. Oltre al T-MEC, le concessioni ai monopoli stranieri come miniere, petrolio, acqua e altre risorse non sono state invertite. Rompere con questa logica si può fare solo con misure radicali, ma considerando che il monopolio sia nazionale o straniero, si arricchisce a spese dell'operaio. Se i monopoli sono nelle mani dello Stato e lo Stato serve la classe operaia, è falso che la classe operaia abbia beneficio dalle nazionalizzazioni ed espropriazioni finché continua a governare la borghesia.

Altro falso argomento: "il governo di Morena è meglio dei precedenti poiché non reprime e permette l'azione delle organizzazioni di sinistra". Questo è falso, nell'arco di tempo in cui il governo è guidato da Obrador, l'assassinio di militanti sociali e ambientali è continuato. La politica dello Stato di fornire palliativi per la miseria o il sostegno a vari settori sociali (contadini, giovani disoccupati, terza età) direttamente, rafforza il corporativismo esercitato dallo Stato e mira a disconoscere le organizzazioni sociali e sindacati come interlocutori delle istanze collettive di gruppi di lavoratori e settori popolari.

Allo stesso modo, l'idea che "si risolvono i problemi sociali con l'investimento in programmi", è discutibile. I programmi come "Sembrando vida", "Jóvenes construyendo futuro" o le "Tandas para el Bienestar", non risolvono il problema della disoccupazione e la precarietà. Da una parte, esiste un gran numero di disoccupati che non possono esser assorbiti dal mercato del lavoro perché il capitalismo necessita di disoccupati per abbassare i salari, dall'altro, questi programmi fomentano la precarizzazione lavorativa, non sono l'uscita e la soluzione ai mali, ma palliativi uguali a quelli dei governi precedenti, che col trucco di "beneficiare" i lavoratori, in realtà favorivano i grandi monopoli destinando risorse pubbliche e forza lavoro gratis.

La ricchezza generata dai lavoratori in Messico permette di elevare il livello di vita della classe operaia e i settori popolari; garantirgli salute, casa, istruzione, servizi, tra le altre cose. Ma è necessario che scompaia l'appropriazione privata della ricchezza che oggi si accumula in alcuni monopoli, mentre la classe operaia è nella miseria.

È possibile che scompaiano gli oltre 55 milioni di poveri ed è possibile che lo si faccia in breve tempo. Si può consolidare un sistema sanitario sufficiente per tutta la popolazione e gratuito, è possibile metter fine alla disoccupazione riducendo le giornate di lavoro e l'aumento dei salari, è possibile sradicare il flagello del narcotraffico, la tossicodipendenza, la delinquenza, i femminicidi e altre forme di violenza, ma tutto ciò richiede un'uscita radicale dalla crisi e questa passa dalla scomparsa dell'appropriazione privata che i monopoli fanno della ricchezza generata socialmente dai lavoratori; è necessario che la classe operaia non chieda altri palliativi, ma che prenda tutto nelle sue mani e che scompaiano i monopoli e i grandi imprenditori.

Per questo, il Partito Comunista del Messico sostiene che l'unica alternativa legittima e necessaria è quella del cambiamento rivoluzionario, cosa che implica che i lavoratori realizzino le seguenti misure di forma immediata:

- Rafforzare la lotta della classe operaia contro il padronato, opporsi con tutti i mezzi possibili ai licenziamenti, riduzione dei salari, disoccupazione.

- Organizzare manifestazioni e scioperi, lì dove le imprese mettono a rischio i lavoratori obbligandoli a lavorare quando il rischio di contagio è comprovato.

- Che i lavoratori precari (senza contratti né diritti lavorativi, piccoli commercianti, contadini poveri e lavoratori licenziati) chiedano e strappino ai monopoli e allo Stato le misure necessarie per proteggere la loro salute e la loro vita, e per fermare la seconda ondata pandemica, che implica un reddito assicurato e il sussidio dei servizi di base.

- Che chiedano e lottino per un vero rafforzamento del sistema sanitario e l'approvvigionamento di personale medico e strumenti che garantiscono il loro lavoro.

Queste sono alcune delle misure immediate, ma per mettere fine ai mali che affliggono i lavoratori è necessaria un'alternativa rivoluzionaria, che ponga l'enorme ricchezza prodotta dalla società a disposizione della classe operaia, dei milioni di lavoratori, contadini poveri e indigeni, e di tutti coloro che compongono i settori popolari. Solo in questo modo si potrà assicurare il benessere della popolazione.

Tutto questo implica la scomparsa dei monopoli; la fine del loro arricchimento a spese del lavoro della classe operaia. Significa porre la ricchezza nelle mani dei lavoratori, attraverso uno Stato del potere operaio che concentri tutti i mezzi per produrre la ricchezza e fper ar funzionare l'economia (porti e aeroporti, fabbriche e terre, miniere e officine, uffici, acqua, risorse naturali). In poche parole, è necessaria la socializzazione dei mezzi di produzione e la pianificazione centrale dell'economia.

L'umanità sta affrontando livelli storicamente brutali, questo impone la necessità di un'alternativa radicale. Pertanto, chiamiamo la classe operaia ad organizzarsi con il Partito Comunista del Messico per prendere la ricchezza nelle sue mani e ottenere realmente:

- L'instaurazione del pieno impiego, seppellendo la disoccupazione e i mali che comporta.

- Un vero sistema sanitario pubblico, gratuito e di qualità.

- Casa per tutti i lavoratori.

- Istruzione gratuita a tutti i livelli.

- Alimentazione sana e tempo libero per lo svago.

- Fine della barbarie della violenza del crimine organizzato.

- Fine della corruzione, tossicodipendenza e altri fenomeni di degrado inerenti al capitalismo.

- Un'economia pianificata che risponda alle necessità dei lavoratori e non dei monopoli, garantendo la copertura di tutte le necessità della classe operaia, incluso il rispetto dell'ambiente.

- L'autodeterminazione dei popoli indigeni e la promozione della loro lingua e delle altre proprie caratteristiche.

Unisciti all'alternativa Rivoluzionaria, organizzati nel Partito Comunista del Messico.
Per un mondo per la classe operaia verso la costruzione di una società senza sfruttatori né sfruttati.

Proletari di tutto il mondo, unitevi!

Il Comitato Centrale del Partito Comunista del Messico


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