www.resistenze.org - popoli resistenti - nepal - 13-09-08 - n. 241

da rebelion.org - http://www.rebelion.org/noticia.php?id=72491&titular=gobierno-comunista-en-nepal-
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org di FR
 
Governo comunista in Nepal
 
Ernesto Carmona - Punto Final
 
11-09-2008
 
E’ poco noto, ma il Nepal sta uscendo dal feudalesimo guidato da un governo comunista, e per giunta, “maoista”. I grandi media nascondono il fatto che questa piccola nazione ai piedi dell’Himalaya ha una lidership di sinistra nata da “elezioni libere”, che ha sepolto una monarchia vecchia di 240 anni, e che nel XXI secolo sta cominciando a liquidare il feudalesimo e a trasformare la società a favore dei contadini poveri, la stragrande maggioranza dei 28 milioni di nepalesi.
 
Il 18 agosto ha giurato il primo ministro, l’ex capo della guerriglia “maoista”, la stessa che ha lottato 11 anni per abbattere la monarchia deposta il 28 maggio da un’Assemblea Costituente (AC) e che il 15 agosto ha designato Pushpa Khamal Dahal, cinquantatreenne, maestro di scuola, meglio noto come “Prachanda”, il suo nome di battaglia per il decennio in cui ha diretto la lotta armata (1996-2006) e che significa Formidabile, oppure Terribile o Feroce, a seconda dello spettro ideologico attraverso cui il traduttore osservi il personaggio.
 
Il nuovo governo ha dovuto affrontare immediatamente la tragedia di una violenta tempesta monsonica che ha costretto ad evacuare 100 mila persone colpite dalle inondazioni.
 
Il 6 settembre è stato abolito il sistema feudale chiamato Haliya, che esisteva da tempi immemorabili e imponeva che i contadini lavorassero la terra per i proprietari agricoli con un accordo d’apprendistato. L’abolizione è stata voluta dagli “haliyas” nelle manifestazioni di protesta a Katmandú, la capitale del Nepal. Il governo ha annunciato un programma di riabilitazione per i servi liberati, che approssimativamente sono 100.000 lavoratori appartenenti ad una casta inferiore, secondo il sistema feudale induísta, con maggioranza dell’etnia "tharu".
 
I grandi media, agenzie stampa e network televisivi come CNN hanno ignorato i mutamenti politici di questa piccola nazione collocata fra la Cina e l’India, vicina al Tibet. Con 140.000 Kmq, una dimensione simile alla metà di quella dell’Ecuador - ma con il doppio della popolazione - ha vissuto una guerra civile dal 1996 al 2006, con un bilancio di 13.000 morti. La “guerriglia maoista” e la monarchia vecchia di 240 anni e di tradizione induista-buddista, hanno negoziato la pace nel 2006.
 
A differenza del Guatemala, El Salvador e altri paesi che hanno vissuto una guerra civile in cui si sono affrontati i contadini poveri e i latifondisti, gli accordi di pace in Nepal sono culminati con elezioni che sono state vinte dagli ex guerriglieri, che hanno deposto le armi il 10 aprile 2008.
 
La sorprendente vittoria del partito degli ex combattenti ha condotto ad un’Assemblea Costituente (AC) che ha abolito la monarchia è si è consolidata come nuova espressione massima del potere politico e di una sovranità repubblicana e democratica.
 
La monarchia è stata abolita in maggio, ma i negoziati per formare un governo si sono prolungati fino ad agosto, per via del fatto che nessuna delle forze politiche aveva raggiunto la maggioranza assoluta nella AC. Il Partito Comunista (Maoista) del Nepal (PCN-M), motore della guerriglia, ha ottenuto la supremazia con 220 (38%) dei 575 seggi dell’Assemblea, ma senza la maggioranza assoluta.
 
In tal modo, la repubblica democratica e federale più giovane del pianeta è giunta ad essere governata dal partito Partito Comunista (Maoista) del Nepal (PCN-M), influenzato dalla Cina, e da due alleati, il Partito Comunista (Marxista-Leninista Unificato) del Nepal (PCN-MLU) e il Foro dei Diritti del Popolo Madhesi (FDPM), più altre piccole formazioni della mappa politica locale, come il Fronte Popolare del Nepal, il Partito Comunista del Nepal (Marxista-Leninista) e il Partito Comunista del Nepal (Unito). L’etnia madhesi, che vive nelle pianure del sud, parla lingua indù e ha una forte influenza culturale indiana.
 
Le “bimbe divine” vanno a scuola
 
Le trasformazioni del Nepal sono cominciate prima, quando la guerriglia controllava il 70% del territorio. Quando i guerriglieri si sedettero ai negoziati di pace avevano una forza militare - territoriale reale. La vittoria di aprile ha legittimato i cambiamenti che si sono avviati mentre il PCN-M consolidava la sua proclamata “guerra popolare” per “liberare il Nepal dall’imperialismo, il feudalesimo e il capitalismo”. Secondo il periodico statunitense Revolution Newspaper, la guerriglia era basata sulla campagna, dove ha stabilito aree d’influenza e potere, ma si è anche sviluppata in un movimento politico di sinistra di massa nelle zone urbane. (1)
 
Le scarse notizie favorevoli al nuovo status, indicano che la rivoluzione ha, di fatto, causato drammatici cambiamenti positivi nei territori sotto il suo controllo politico. Per esempio, le donne si sono organizzate, trasformandosi in lider politici e imparando a leggere e a scrivere. Simultaneamente, ha cominciato ad essere sfiduciato il sistema di caste basato sulla religione indù e sono apparse nuove forme di potere, come i tribunali popolari creati per risolvere i conflitti locali. Si è pure ridotto l’alcolismo, che è sempre stato un grave problema fra i poveri di tutto il mondo. Anche se in alcune zone continuano a svolgersi i matrimoni fra bambini, quest’usanza è divenuta illegale, e la gente ora comincia a sposarsi senza tenere conto della casta. (2)
 
Esemplare della fine del feudalesimo è la disposizione del Tribunal Supremo che in agosto ha stabilito che le “bambine divine” o "kumaris", possono lasciare la loro reclusione nei templi per andare a scuola, come qualunque altro minore, raccogliendo un reclamo presentato tre anni fa dall’avvocato Pun Devi Maharjan, attivista dei diritti umani: “Il Tribunale ha chiesto al governo che continui con la tradizione, ma che non si violino i diritti delle “kumaris”, come l’educazione o la sanità, secondo quanto prevede la Convenzione delle Nazioni Unite per l’infanzia”, ha spiegato il vicesegretario della corte superiore Hemanta Rawal.
 
Las "kumaris" sono scelte fra altre bambine prima della pubertà che siano in possesso di 36 virtù che le farebbero “perfette”. Una di quelle offre i suoi poteri al “dio re” nelle feste induiste-buddiste di Indra Jata che durano una settimana, in settembre. Per diventare una Kumari, una bambina di 5 anni deve passare una notte senza piangere in una stanza buia piena di rospi e bisce. Ritenute in grado di proteggere dai demoni, la loro divinità implica una vita di reclusione in un tempio, senza andare a scuola o avere un’infanzia normale. Escono solo una volta l’anno, alla fine dei monsoni, per benedire durante il Indra Jata. Alla prima mestruazione smettono di essere divinità e vengono sostituite da altre bambine.
 
Premier comunista, presidente dell’opposizione
 
Il nuovo regime ha fatto un passo in avanti cruciale il 21 luglio, quando l’Assemblea Costituente ha designato Ram Baran Yadav, del Partito del Congresso (dell’opposizione) come primo presidente del Nepal, con 308 voti ottenuti in seconda tornata. Il presidente Yadav, a sua volta, ha incaricato Prachanda della formazione del nuovo governo. Il primo ministro ha poi designato i 24 membri del gabinetto nominati dai partiti facenti parte della coalizione di governo.
 
Prachanda è stato eletto primo ministro il 14 agosto, dopo varie settimane di negoziati risultando approvato da 464 dei 577 deputati, che lo steso giorno hanno pure eletto il vicepresidente e altre autorità. Due giorni dopo, domenica 17, è comparsa una prima mano nera contraria ai cambiamenti, sotto forma di una bomba nella casa del vicepresidente, Paramananda Jha, del Foro Madhesi.
 
Il politico è rimasto illeso, ma è rimasta ferita una guardia, si stanno cercando moventi e autore.
 
Lo stesso giorno, i partiti di governo hanno scelto i loro ministri e viceministri, stabilendo un codice di condotta per i funzionari.
 
L’unico che si è opposto a Prachanda è stato Sher Bahadur Deuba, vecchio leader del Partito del Congresso del Nepal, già primo ministro in tre occasioni diverse. Quest’ultimo ha ottenuto 113 voti della sua formazione politca - 438 contro - ed “ha scelto di unirsi all’opposizione, invece di aggregarsi ad un governo che rappresenta una coalizione nazionale di partiti” scrive Prensa Latina. Sicché, Il Nepal ha un presidente comunista e un vicepresidente.. dell’opposizione.
 
Deuba vuole presentarsi come il capo dell’opposizione. I grandi media come l’agenzia italiana ANSA lo hanno gonfiato da tempo, affermando che “i suoi compagni di partito esprimono la loro preoccupazione che il nuovo governo, guidato da un lider più abituato al linguaggio delle armi che a quello della politica - la guerra civile in Nepal ha causato più di 13.000 morti in un decennio - rappresenti un pericolo per il paese”. Come capita in questi tipo di linguaggio “giornalistico”, non ci sono fonti per l’origine di tali “preoccupazioni”.
 
ANSA ha aggiunto un suo commento lapidario: “il rischio per l’indipendenza della magistratura e le forze armate sotto un governo maoista [sebbene] Prachanda abbia riscosso i voti di quasi tutti i partiti nepalesi, e dovrà condurre la transizione dalla monarchia assoluta di Gyanendra”. La britannica Reuters è stata meno corrosiva. Si è limitata a segnalare che “…venerdì hanno scelto un maoista che ha guidato una ribellione decennale contro la monarchia indù, procurando il cambiamento radicale della nazione himalayana verso una repubblica democratica”.
 
Reuter ha aggiunto: “I legislatori hanno abbracciato un radioso Prachanda, che ha dichiarato: “Sono entusiasta”. Fuori dell’assemblea centinaia di maoisti ballavano, altri facevano garrire bandiere con il simbolo di falce e martello. “Viva i maoisti!”, “Lunga vita a Prachanda!” gridavano quando il lider è uscito dall’assemblea, con occhiali, abito nero e camicia azzurra”.
 
Baburam Bhattarai, considerato il numero due nella gerarchia partitica, ha comunicato che i dirigenti della sua organizzazione politica, incluso Prachanda, non avranno incarichi nell’Esercito ribelle maoista e che devolveranno le proprietà sequestrate durante la guerra.
 
“Oggi è una giornata d’orgoglio, e rimarrà scritto in caratteri d’oro nella storia della nazione”, ha detto Bhattarai.
 
Gli ex guerriglieri maoisti sono ancora nella lista delle organizzazioni terroristiche, nonostante che funzionari di Washington, e che gli USA siano uno dei primi a riconoscere le elezioni del nuovo premier. Secondo Reuters: “Attendiamo che l’elezione di un nuovo primo ministro rimuova l’ultimo ostacolo per accelerare la formazione di un governo, un’azione costruttiva per il Nepal ed un inizio del difficile, ma necessario compito di redigere una nuova Costituzione per il Nepal”, ha dichiarato l’ambasciata USA in un comunicato citato dall’agenzia britannica.
 
Reuters assicura che l’ex comandante in capo della lotta guerrigliera contro la monarchia nella giungla ai piedi dell’Himalaya “ha lasciato il posto un astuto politico”, insistendo sul fatto che i maoisti non sono “comunisti dogmatici” e che la globalizzazione e i liberi mercati sono fatti della vita.
 
I primi messaggi di felicitazioni a Prachanda sono arrivati da India, Pakistan, Stai Uniti, Russia, Unione Europea e Cina, il cui primo ministro, Wen Jiabao, ha sottolineato i tradizionali legami d’amicizia fra i due vicini per più di mezzo secolo e ha comunicato la volontà di Pechino di lavorare per sviluppare la collaborazione in vari campi.
 
Il nuovo governo è stato fattibile, quando Prachanda ha ottenuto l’appoggio del PC Marxista Leninista e del Foro che rappresenta la minoranza "madheshi", di origine indiana, il cui leader è stato vittima dell’attentato. Fino ad ora il potere esecutivo era guidato da Girija Prasad Koirala, leader del Partito del Congresso, divenuto la seconda forza dell’Assemblea dopo le elezioni d’aprile, vinte dai maoisti (Si veda la cronologia).
 
Il processo di pace in Nepal è cominciato nel novembre del 2006, con la formalizzazione di un accordo tra il governo di Koirala e la guerriglia maoísta, dopo dieci anni e dieci mesi di guerra. Le elezioni di aprile e l’abolizione della monarchia in maggio sono stati decisivi. Il re Gyanendra ha lasciato il trono di sua volontà, dopo anni di guerra civile.
 
Chi è Prachanda?
 
"Prometto in nome del popolo che sarò fedele alla nazione sovrana del Nepal”, ha detto il 18 agosto, salutato dal nuovo inno repubblicano - suonato da una banda dell’ex esercito reale -.
 
Seduto nel suo nuovo ufficio e vestito con vestito grigio e cappello tradizionale nepalese, il primo ministro Prachanda ha dichiarato ai giornalisti: “E’ abbastanza chiaro che il processo di pace deve essere condotto ad una conclusione logica e la mia priorità sarà preparare una nuova Costituzione”.
 
Altre urgenze del suo governo sono la penuria di combustibili e alimenti, e l’inizio della “trasformazione socio-economica attraverso una riforma agraria”. L’economia nepalese è devastata. Solo fino al 2003 di Prachanda si conosceva solo una fotografia segnaletica - come “terrorista più ricercato” - ma da quando è diventato primo ministro, la sua immagine appare sulle porte di tutti i giornali locali. Il dirigente ha trascorso 25 dei suoi 53 anni nella clandestinità, dieci dei quali nella guerra popolare durata quasi 11 anni.
 
Prachanda ha annunciato che prossimamente farà conoscere i programmi sociali destinati ad alleviare i patimenti di un popolo immiserito dai rincari dei prezzi. Ha dichiarato che oltre i programmi sociali, la priorità del suo governo è salvaguardare la legge e l’ordine.
 
Il governo dovrà redigere la bozza di una costituzione e risolvere il reinserimento sociale di 19.000 ex guerriglieri ora confinati nei campi, secondo il trattato di pace del 2006. Il governo dovrà risolvere come integrarli nelle fila dell’ex esercito reale. “Abbiamo appena finito di strappare le radici del feudalesimo in Nepal. Il programma del nuovo governo sarà il nazionalismo, il repubblicanesimo e la trasformazione socioeconomica”, ha precisato.
 
Quando ha consegnato le armi il 21 novembre 2006, Prachanda è stato lodato come un eroe, ed aveva annunciato che avrebbe abbandonato la violenza per sempre, trasformando la sua guerriglia in una forza democratica. Gopal Sharma, un giornalista Reuters, lo aveva paragonato a due personaggi demonizzati dalla stampa internazionale, il peruviano Abimael Guzmán e il cambogiano Pol Pot, senza citarli esplicitamente:”… All’età di 53 anni, a questo ex professore con baffi e occhiali, sorridente e cordiale, peserebbe rinunciare alla sua reputazione di signore della guerra, ispirato da Mao e dalla sua “Rivoluzione culturale”, dai peruviani di Sendero Luminoso e dai Kmer Rossi della Cambogia”.
 
Il Nepal è uno dei paesi più poveri del mondo. Secondo la FAO è una delle “zone di fame” per i rincari del cibo e la cronica penuria d’energia. I sequestri e le rapine sono abbastanza frequenti.
 
Su Prachanda ricadono le speranze di milioni di nepalesi, che vogliono migliorare le loro condizioni di vita. Milioni di contadini sognano una riforma agraria.
 
Note:
 
1) Revolution Newspaper, 1 maggio 2008: “Nepal: Expectations For Profound Change Soar To The Sky”.
 
2) Revolution Newspaper, 24 febbraio 2008: “The 12th Anniversary of the People's War in Nepal and It's Unsettled Outcome”
 
Cronologia :
 
1990 (febbraio-aprile): Proteste popolari obbligano il re Birendra ad accettare il multipartitismo.
 
1990 (novembre): Si promulga una costituzione che trasforma il Nepal in una monarchia costituzionale e democratica.
 
1991 (12 maggio): Il partito del Congresso vince la prime elezioni multipartitiche.
 
1994 (15 novembre): Il partito Comunista Marxista-Leninista vince le seconde elezioni, però la mancanza di una maggioranza porta a successivi governi di coalizione.
 
1996 (13 febbraio 1996): Comincia l’insurrezione maoista, che guida Pushpa Kamal Dahal, Prachanda.
 
1999 (3 e 17 maggio): Il partito del Congresso torna a vincere nelle terze elezioni generali.
 
2001 (1 giugno): Il principe Dipendra assassina il re Birendra, la regina Aishwarya e altri sei famigliari prima di spararsi un colpo.
 
2001 (4 giugno): Il principe Gyanendra, zío di Dipendra, è incoronato re in mezzo a violente manifestazioni che esigono la verità sul regicidio.
 
2001 (26 novembre): Si dichiara lo stato d’assedio dopo gravi scontri tra ribelli maoisti e soldati dell’esercito reale.
 
2002 (4 ottobre): Gyanendra destituisce il primo ministro Sher Bahadur Deuba, scioglie il governo, pospone le elezioni previste per il 13 novembre a tempo indeterminato e assume il potere esecutivo.
 
2003 (29 gennaio): Governo e guerriglia annunciano un cessate il fuoco e la disponibilità a negoziare la fine del conflitto, ma i colloqui di pace s’interrompono alla fine di agosto dell’anno.
 
2005 (1 febbraio 2005): Il re assume il potere assoluto dopo aver destituito il governo e aver dichiarato lo stato d’assedio, che viene mantenuto fine alla fine di aprile.
 
2005 (30 agosto): Gyanendra accetta il dialogo con i partiti.
 
2005 (3 settembre): La guerriglia dichiara una tregua di tre mesi per promuovere l’alleanza con l’opposizione al re.
 
2005 (22 novembre): I sette partiti dell’opposizione e la guerriglia si accordano su di un programma politico per superare il potere assoluto di Gyanendra.
 
2006 (6 aprile): Comincia uno sciopero generale che si trasforma in rivolta popolare contro Gyanendra: in tre settimane di proteste represse dall’esercito muore una ventina di persone.
 
2006 (21 aprile): Gyanendra annuncia in televisione che trasferisce al “popolo” il potere assoluto.
 
2006 (24 aprile): Il re accetta la restaurazione del Parlamento.
 
2006 (27 aprile): Girija Prasad Koirala, leader del Partito del Congresso, è nominato primo ministro e il mese seguente inizia i negoziati con la guerriglia maoista.
 
2006 (21 novembre): Il leader della guerriglia, il primo ministro e i lider dei partiti della coalizione governativa firmano un accordo di pace che pone fine a quasi 11 anni di guerra.
 
2007 (20 febbraio): La guerriglia completa la consegna delle sue armi, che rimangono sotto custodia dell’ONU:
 
2007 (1 aprile): Si presenta al Parlamento un nuovo governo ad interim, con cinque ministri maoisti.
 
2007 (23 agosto): Il governo nazionalizza i sette palazzi reali, inclusa la residenza del re Gyanendra a Katmandú.
 
2007 (18 settembre): I maoisti lasciano il governo ed esigono l’abolizione immediata della monarchia.
 
2007 (27 settembre): La Banca Centrale del Nepal mette in circolazione una banconota senza l’immagine del re Gyanendra.
 
2007 (23 dicembre): I firmatari della pace stabiliscono che l’Assemblea Costituente nasca dalle elezioni di aprile 2008 e che proclami la Repubblica. L’accordo è ratificato cinque giorni dopo dal Parlamento.
 
2007 (31 dicembre): I maoisti ritornano al governo.
 
2008 (10 aprile): Si svolgono elezioni all’Assemblea Costituente, in cui il Partito Comunista-Maoísta risulta il più votato, ottenendo 220 dei 575 seggi eletti per suffragio.