www.resistenze.org - popoli resistenti - nepal - 17-06-09 - n. 278

da http://mrzine.monthlyreview.org/bhattarai110609.html
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Intervista a Manushi Bhattarai, leader del movimento studentesco nepalese
 
di Ben Peterson
 
11/06/2009
 
Di seguito è riportata l’intervista a Manushi Bhattarai.* Bhattari era nella lista maoista che ha avuto un ampio successo nelle elezioni a Tribhuvan University: la più grande università del Nepal. Nell’intervista, Bhattari parla della rivoluzione, dei recenti sviluppi politici, della situazione internazionale e del ruolo dei giovani.
 
Grazie di aver concesso questa intervista. L’Unione Nazionale Indipendente degli Studenti Nepalesi (Rivoluzionaria) [ANNISU-R, acronimo di All Nepal National Independent Student Union-Revolutionary] ha vinto le elezioni a Tribhuvan University. Com’è stata la campagna elettorale e quali sono le vostre politiche, come unione studentesca rivoluzionaria?
 
Le elezioni dei rappresentanti degli studenti sono state un processo storicamente importante per il nostro gruppo e per il partito maoista. Sono molti anni che si svolgono elezioni universitarie, ma per diversi anni il movimento studentesco rivoluzionario o non è stato in grado di partecipare o non gli è stato consentito. Siamo stati esclusi. Inoltre non abbiamo visto queste elezioni semplicemente dal punto di vista della rappresentanza nei vari organi di governo degli studenti, ma come parte dell’intero processo politico in corso nel Nepal. Quindi, in questi termini, abbiamo compiuto un importante passo avanti. Il nostro obbiettivo non era solo di vincere i vari incarichi ma invece di stabilire un collegamento tra le lotte degli studenti e il processo politico. Era questo che avevamo in mente durante la campagna elettorale. Abbiamo incentrato la nostra campagna sulle questioni specifiche dell’università ma anche sull’intero sistema di istruzione del paese. Risulta evidente che tutto verteva sulle questioni politiche che il nostro partito affronta ormai da molti anni. Questo è stato il modo in cui abbiamo fatto la campagna, e mi sembra che siamo riusciti a diffondere il nostro messaggio agli altri studenti. Per noi è stato un ritorno alla politica studentesca dopo una lunga assenza. Abbiamo presentato volti nuovi e programmi nuovi. La gente conosceva il nostro impegno e quello che il nostro partito è riuscito a ottenere durante la guerra del popolo. Le persone possono veramente vedere i progressi, noi siamo la Repubblica del Nepal.
 
Così gli studenti rivoluzionari hanno collegato le elezioni al contesto politico più ampio – alla rivoluzione – in modo chiaro e in equivocabile. Potresti spiegare questo processo politico e il ruolo degli studenti al suo interno?
 
Come sai, la guerra del popolo è iniziata nel 1996 e sin dall’allora ci sono stati studenti in prima linea nel processo rivoluzionario. Molte migliaia di studenti hanno sacrificato la loro istruzione e la loro vita. Hanno lasciato le loro case, le loro famiglie per partecipare alla rivoluzione. Quando sono stati con l’Esercito Popolare o hanno fatto parte della nostra organizzazione, gli studenti hanno svolto ruoli chiavi in tutti i campi. In termini di organizzazione gli studenti hanno giocato un ruolo rilevante: nelle scuole abbiamo potuto mantenere i comitati e continuare il nostro lavoro organizzativo. Abbiamo proposto dei programmi e abbiamo lottato per ottenerli e in alcuni campus abbiamo avuto molto successo. In particolare cerchiamo di lavorare nell’ambito delle istituzioni pubbliche. In Nepal vi è disparità di istruzione. Le istituzioni pubbliche sono in pessime condizioni, ma sono in queste che gli studenti poveri, le persone provenienti da zone rurali o da gruppi emarginati, devono andare a studiare. Queste sono le aree su cui si sta concentrando la nostra organizzazione studentesca. A livello nazionale, stiamo esplorando i modi in cui si può muovere per la fine della privatizzazione dell'istruzione e per rafforzare le istituzioni pubbliche. Tutto questo è collegato alla realtà sociale ed economica del Nepal, con il tirare il Nepal fuori dal feudalesimo. Estirpare il vecchio sistema.
 
Negli ultimi giorni il governo guidato dai maoisti è stato in sostanza rovesciato dalle azioni incostituzionali del Presidente, e un nuovo governo è stato formato da Madhav Kumar Nepal dell’ UML. Questo ha sconvolto il processo politico ed i vostri programmi per l'istruzione?
 
Naturalmente! Sta sconvolgendo tutto. Occorre anche analizzare questi fatti nel contesto dei processi politici. Con la salita al potere di Madhav Kumar Nepal, il popolo comprende che il nostro è meramente un governo fantoccio, sostenuto da alcune forze che non vogliono che i maoisti riescano a realizzare i programmi e le politiche rivoluzionarie. Poiché questo è un governo fantoccio, il suo obbiettivo è di respingere i maoisti, obbiettivo raggiunto, e di tornare alla guerra popolare in Nepal. Ci sono quelli che vorrebbero che il Nepal diventasse come lo Sri Lanka. Quello che sta succedendo è contro i nostri programmi, tutto ciò che abbiamo realizzato; va contro i nostri sforzi per migliorare le istituzioni pubbliche, contro la lotta per offrire a tutti la stessa formazione, in modo che le persone provenienti da tutte le regioni del Nepal possano avere una istruzione primaria e secondaria nella propria lingua, un’istruzione che corrisponda alle loro priorità e bisogni del Nepal, e non determinata da istituzioni private. Quindi, alla fine, Madhav Kumar Nepal – o chiunque altro, la questione non è che una nuova persona ha assunto la carica di Primo Ministro – ma qualsiasi persona arrivi al potere in questo modo è destinata a ostacolare le politiche rivoluzionare. Nel settore della scuola, significherà rafforzare il settore privato. Il governo maoista aveva iniziato ad acquisire un certo controllo sulle scuole private, attraverso una nuova politica fiscale. Il nuovo governo farà certamente marcia indietro.
 
Il nuovo governo è composto da 22 partiti e non ha il sostegno del partito che ha vinto le elezioni: per quanto tempo può durare tale situazione?
 
Non vi sono le basi per la durata a lungo termine di questo governo: è stato costituito senza alcun piano o programma coerente o un terreno comune. Per formare un governo, si dovrebbe condividere una sorta di ideale politico comune, che sia vincolante. Per questi partiti, è come ci fosse una mano invisibile a tenerli insieme. Fin quando durerà, non so dirlo. Nell’Assemblea Costituente, quando Koirala (del Congresso nepalese) ha proposto MK Nepal come Primo Ministro, i problemi che sarebbero sorti erano già evidenti. Tutti i partiti hanno accettato di sostenere il nuovo governo, ma tutti hanno espresso dei “se”, dei “ma”, e dei “forse”. Tutti i partiti si sono fatti avanti con i propri bagagli e i loro propri programmi, talvolta ben diversi da quelli che UML rappresenta. E' proprio come se una mano invisibile li tenesse insieme e la cosa non può durare a lungo. Non vi è alcun programma, alcuna politica, alcun ideologia condivisa: tranne che tutti vogliono "dare una lezione ai maoisti". Il tempo ci dirà quale sarà il risultato.
 
Ora c'è questa contraddizione tra la direzione del governo e le aspirazioni del popolo, come abbiamo visto nella guerra del popolo, Jana Andolan, e nei risultati elettorali. Come andrà a finire questa lotta tra la rivoluzione e lo status quo?
 
Il problema centrale è costituito dalle contraddizioni, da cui noi e il nostro partito traggono necessità storica. Abbiamo combattuto una guerra del popolo, e non abbiamo abbandonato la lotta. Vi è una continuazione dello stesso processo e della stessa lotta che abbiamo iniziato più di 12 anni fa con la guerra popolare. Abbiamo ottenuto alcuni successi e abbiamo bisogno di mantenerli. Dobbiamo sempre tenere in mente la situazione internazionale, la situazione nazionale; abbiamo bisogno del marxismo leninismo maoismo e dobbiamo pensare a che cosa ciò significhi nel mondo del ventunesimo secolo. Dobbiamo tenere tutto questo in mente e ci troviamo sicuramente di fronte una grande sfida. Con la radicalità dei nostri programmi siamo stati in grado di mobilitare tante persone, l'intero paese, e ora dobbiamo fare la stessa cosa ancora una volta. Abbiamo lavorato con le forze che vogliono mantenere lo status quo, che hanno ancora un attaccamento al feudalesimo, che guardano ancora agli espansionisti e agli imperialisti come alleati. L’abbiamo fatto per poter abolire la monarchia in Nepal e costituire una repubblica democratica. Si trattava di questo. Adesso il Nepal è una repubblica, e questa è una grande cosa. A volte la gente dimentica che il Nepal è ora una repubblica e ne minimizza il significato, ma questo è un grande risultato, tenendo presente la storia del Nepal. Detto questo, ora dobbiamo andare avanti. Solo perché non c’è più la monarchia non significa che tutti gli aspetti feudali siano stati sradicati. Questa è la situazione adesso. Abbiamo abolito la monarchia, e per fare ciò abbiamo stretto una sorta di alleanza con le forze che vorrebbero mantenere lo status quo, e immagino che ora vi è una grande sfida per il nostro partito. Che fare adesso? In quale direzione dobbiamo muoverci? Per noi esiste ancora la lotta per stabilire una repubblica democratica, per creare un sistema socialista in Nepal. Dobbiamo essere orientati verso il socialismo, il nostro partito ha detto molto chiaramente che siamo a favore del socialismo. E’ per questo che abbiamo lottato per la sovranità del popolo del Nepal. La controversia che riguarda l'esercito non è mai stata questione solo del Generale Katawal, era in gioco la sovranità del Nepal. Per il Nepal in questo momento, la sfida è di lottare nel paese contro le forze che vorrebbero mantenere lo status quo, e all'esterno contro le forze dell’espansionismo e dell’imperialismo. Come ho detto, ci sono molti fronti, ci sono molte sfide, ma una sfida rappresenta sempre un’opportunità. Quindi siamo fiduciosi. Abbiamo combattuto su molti fronti, la guerra del popolo è stata uno dei fronti, questa nuova situazione è soltanto un nuovo fronte.
 
Hai parlato della situazione internazionale. E' una situazione molto difficile per la rivoluzione, non c'è più l’URSS e la Cina ha inequivocabilmente abbandonato la rivoluzione. Come vedi la situazione internazionale e, in particolare, vi rivolgerete all’America Latina, dove ci sono rivoluzioni in corso?
 
Il nostro partito, per quanto ne so, ha alcuni contatti con dei partiti e delle persone in America Latina. Ho seguito l’evolversi di queste situazioni, ad esempio Venezuela e Cuba, e personalmente vorrei che il mio partito avesse legami più forti con l'America Latina. Penso che il nostro partito non abbia allacciato legami stretti come avrebbe dovuto, ma questo è in gran parte dovuto alle diverse situazioni in cui i rispettivi partiti si trovano. Ci sono certamente similitudini, in termini ideali e di obiettivi, stiamo tutti combattendo una lotta antimperialista, ma noi ci troviamo in una situazione molto particolare. La geopolitica del Nepal è molto specifica ed è diversa da quella dell’America Latina. Avere legami più forti con i rivoluzionari in America Latina è un obiettivo a più lungo termine. Ideologicamente dovremmo avere tali legami. Dovremmo dialogare e imparare da quello che loro sono riusciti a fare, dalle loro politiche e dai loro programmi, ma a livello diplomatico avere dei forti legami con l'America Latina non ha molto senso, vista la nostra situazione geopolitica. Siamo situati tra l'India e la Cina, senza sbocco sul mare. I contatti diplomatici sono importanti, forse più a lungo termine, ma è dalle politiche, dai programmi, e dall’organizzazione dei rivoluzioni latino-americani che abbiamo molto da imparare.
 
In Nepal i giovani hanno svolto un grande ruolo nella rivoluzione, ma, almeno a Kathmandu, ci sono anche molti giovani occidentalizzati che guardano più verso l'Europa, gli Stati Uniti, e l'India in termini culturali e politici. C'è uno scontro culturale tra i giovani occidentalizzati nelle aree urbane e i giovani rivoluzionari?
 
Non direi che ci sia uno scontro culturale, ma come hai detto ci sono dei ragazzi ricchi e filo-occidentali. Credo che non sia colpa loro, non è colpa di nessuno, in realtà deriva dalla loro estrazione sociale. E’ più probabile che guardino agli Stati Uniti, al Regno Unito, o all'India come modelli. Tutto inizia con l'istruzione per diventare culturale, così credo che sia più un problema di appartenenza a una classe sociale. Non c’è tanto uno scontro culturale, quanto di uno scontro di interessi di classe. Era inevitabile che succedesse: loro tendono a guardare verso l'Occidente, noi maoisti guardiamo a noi stessi e alle classi meno abbienti. Ad un certo livello lo scontro è inevitabile, perché loro sono a favore di una maggiore privatizzazione delle scuole e delle istituzioni mentre noi siamo contrari e siamo a favore del miglioramento delle istituzioni pubbliche. Ma non penso… Penso che siamo perfettamente in grado di parlare a questi giovani e far loro almeno ascoltare il nostro programma. Ci sono alcuni giovani occidentalizzati in questo campus che desiderano solo pace e stabilità. Hanno tutto il resto: il denaro, le automobili. Non hanno problemi, tranne la mancanza di pace e di stabilità. Quindi, se i maoisti possono portare pace e stabilità, allora per il momento, non ci saranno scontri. Questi giovani sono in effetti il prodotto di tutto il sistema, e noi dovremmo cercare di evitare l’antagonismo tra quelli della nostra generazione in questo periodo, data la situazione politica.
 
Ci sono tanti nepalesi che vanno all’estero per studiare. L’Unione Studentesca ha delle organizzazioni internazionali e cercate di organizzare gli studenti nepalesi all'estero?
 
La nostra unione non ha delle strutture internazionali che si occupano di questo aspetto e che stabilisca legami con gli studenti nepalesi all'estero. Riteniamo che gli studenti che espatriano, desiderino avere una buona istruzione in un buon ambiente, cosa che il nostro paese in questo momento non è in grado di offrire. Tenendo questo in mente e essendo persone pragmatiche stiamo cercando di stabilire dei collegamenti con questi studenti in modo che possiamo incoraggiarli a tornare e utilizzare le loro competenze per sviluppare il paese.
 
Sei ottimista sul futuro del Nepal?
 
Assolutamente! In caso contrario non sarei qui adesso!
 
 
* Nota di John Mage: Manushi Yami Bhattarai è la figlia di Baburam Bhattarai e Hisila Yami ("Compagni Parvati"), ambedue personalità di spicco nel Partito Comunista Unificato (Maoista) del Nepal. Le elezioni universitarie hanno avuto luogo nel marzo 2009. Al campus di Kirtipur della Tribhuvan University (l’università più importante del Nepal), i candidati dell’All Nepal National Independent Student Union-Revolutionary (ANNISU-R) [L’Unione Nazionale Indipendente degli Studenti Nepalesi-Rivoluzionaria], un gruppo affiliato ai maoisti, ha vinto la presidenza dell’unione degli studenti e 13 dei 15 posti nel consiglio degli studenti. Manushi Bhattari ha conseguito il numero più consistente di voti tra tutti i candidati eletti.
 
Questa intervista è stata pubblicata per la prima volta da Ben Peterson sul suo blog, Lal Salam, l'11 giugno 2009. Con alcune modifiche per renderla più comprensibile, è qui riprodotta per scopi didattici.