www.resistenze.org - popoli resistenti - nigeria - 27-02-07

da: www.thisdayonline.com/nview.php?id=70920

La strategia militare USA per aumentare la tensione in Nigeria
 
Chika Amanze-Nwachuku - This Day (Nigeria)
 
19 febbraio 2007

Si è affermato che gli Stati Uniti, nella loro ansiosa ricerca di sicurezza energetica, hanno intrapreso, come parte della guerra globale al terrore, una strategia molto rischiosa per armare ed addestrare i militari dei paesi produttori di petrolio nell'Africa occidentale.
 
Nei 15 anni passati, tra crisi sempre più profonde in Medio Oriente ed il restringimento dei mercati del petrolio, gli USA hanno istituito un sistema di approvvigionamento del petrolio basato sull'Africa dell'ovest: propriamente il "Triangolo del petrolio" con al centro il Golfo di Guinea.
 
Ma in un documento di politica internazionale pubblicato dal Centro di Politica Internazionale (*) di Washington DC, tre esperti dell'università della California hanno contestato le motivazioni, le azioni e le potenziali conseguenze di questa strategia e hanno sostenuto che la militarizzazione non é solo un segnale di miopia politica, ma anche dannosa.
 
Il rapporto "Interessi convergenti: la sicurezza energetica USA e la messa in sicurezza della democrazia nigeriana" scritto dai professori Paul M. Lubeck, Michael J. Watts e Ronnie D. Lipschutz, analizza l'intersezione tra domanda di petrolio presente e futura, la politica interna della Nigeria, specialmente nel Delta e le politiche militari americane nell'Africa musulmana.
 
Gli autori sono dell'opinione che la militarizzazione andrà ad esacerbare una situazione già incandescente in Nigeria, che é in grado di destabilizzare il resto della regione e non ha nulla a che fare con il terrorismo.
 
"Solo uno sforzo concertato di supporto delle forze democratiche in Nigeria e la sorveglianza della legislatura della Presidenza del paese può assicurare gli interessi della sicurezza americana e nigeriana e reprimere il furto su larga scala di petrolio, le insurrezioni, la criminalità ed il banditismo ora dilagante nel Delta" dice il rapporto.
 
Il Dipartimento della Difesa, si legge ancora, ha deciso di impiantare un reparto militare africano che condurrà la politica relativa al petrolio ed il terrorismo, supervisionerà il dispiegamento dell'esercito statunitense nell'area e controllerà la distribuzione dei finanziamenti, l'addestramento e la fornitura di materiali militari nella regione.
 
"Visti i problemi di sicurezza interna spesso riscontrati nei paesi ricchi di risorse, è ben più probabile che le nuove abilità ed equipaggiamenti verranno impiegati contro oppositori interni piuttosto che contro il terrorismo internazionale".
 
Il rapporto ha rivelato quanto segue:
 
- gli Stati Uniti confidano in misura crescente sulla produzione del Triangolo del Petrolio Africano per ridurre la dipendenza dal Medio Oriente, ma ciò implicherebbe la sostituzione di un'insieme di insicurezze con altre;
 
- nel Delta del Niger, dove si concentrano i giacimenti più ricchi di petrolio e gas, sono in corso violente contestazioni tra gruppi etnici, multinazionali del petrolio e governo nigeriano, dando luogo a ripetute riduzioni e sospensioni dei flussi di petrolio. Il rapporto della Banca Mondiale rivela che dell'80% degli introiti del petrolio della Nigeria solo l'1% si riversa sulla popolazione, mentre il 75% delle persone del paese vivono con all'incirca un dollaro al giorno;
 
- gli interessi americani nel Golfo di Guinea sono alimentati dalla fervente attività di una lobby del petrolio che ha anche legami con Israele, la Fondazione Congressional Black Caucus ed altri enti e consulenti neoconservatori;
 
- analisti e generali del Pentagono sostengono che una vasta area compresa nella regione sahariana e del Sahel sia controllata dai terroristi che cercano di danneggiare gli USA, anche se le prove a carico di questa ipotesi sono poca cosa.
 
Nonostante ciò 500 milioni di dollari sono stati destinati alla Fondazione Trans-Sahariana per la Lotta al Terrorismo (Trans-Sahara Counter Terrorism Initiative - TSCTI), per vincolare la strategia militare africana alla politica statunitense.
 
* Il Centro di Politica Internazionale è un'organizzazione no-profit, di ricerca multi-tematica anche nel campo del diritto, che intende promuovere una politica estera USA basata sull'antimilitarismo, la cooperazione ed rispetto dei diritti umani.
 
Traduzione dall'inglese a cura del CCDP e di Stefano Pancaldi per www.resistenze.org