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Aumenta l'ingerenza straniera in Nigeria

Carlos Lopes Pereira | avante.pt
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

16/02/2015

In Nigeria, la più grande economia dell'Africa, la situazione politica e militare è peggiorata. Le elezioni presidenziali previste per la fine di questa settimana sono state rinviate, il gruppo Boko Haram ha intensificato gli attacchi nella regione, il conflitto è stato internazionalizzato ed aumentano le ingerenze straniere nel paese.

Su richiesta del governo di Abuja, che ha addotto ragioni securitarie – l'impossibilità delle forze armate di garantire la normalità dello scrutinio nel nord-est, in quanto impegnate da sei anni e con scarso successo a respingere le brutali aggressioni della setta islamista -, la commissione elettorale nigeriana ha rinviato al 28 marzo le elezioni presidenziali, quelle parlamentari e per il senato. Anche le votazioni per la scelta dei governatori e delle assemblee statali è stato ritardato di un mese e mezzo e fissato per l'11 aprile.

Il rinvio ha suscitato dure critiche da parte dell'opposizione. Questa sostiene che i problemi di sicurezza non saranno risolti in sei settimane e che le vere cause della modifica del calendario presidenziale elettorale sono i problemi logistici della macchina elettorale e soprattutto, l'impopolarità del capo di Stato uscente, Goodluck Jonathan, che così può guadagnare tempo nella campagna. Nonostante le ingenti risorse a sua disposizione per mobilitare l'elettorato, l'attuale presidente è accusato di non fare la guerra agli islamisti, trascurando la corruzione diffusa e l'aggravarsi delle disuguaglianze sociali nel paese, la cui economia si basa sulla produzione e sull'esportazione di petrolio.

I principali favoriti, tra più di una dozzina di candidati, sono due: Jonathan, 57 anni, zoologo, cristiano, originario del sud, sostenuto dal Partito Democratico Popolare; e Muhamadu Buhari, 72 anni, generale in pensione, musulmano, del nord, che si presenta per il Congresso Progressista, la principale formazione d'opposizione. Buhari, noto per il suo profilo autoritario, si presenta al voto per la quarta volta ed è già stato al potere per un breve periodo negli anni '80, a seguito di un colpo di stato militare.

Sono circa 69 milioni gli elettori registrati alle prossime elezioni in questa repubblica federale composta da 37 stati, con una popolazione complessiva di 173 milioni. Oggi il paese più popoloso dell'Africa, la Nigeria, ex colonia britannica, indipendente dal 1960, ha una storia di colpi di stato, di conflitti tra le varie comunità e di una sanguinosa guerra civile provocata alla fine degli anni '60 dalla secessione del Biafra, che ha causato da uno a tre milioni di vittime.

Dal 2009, l'insurrezione di Boko Haram ha già causato 13.000 morti e un milione e mezzo di sfollati in Nigeria, oltre alle migliaia di profughi nei paesi limitrofi. La setta, guidata da Abubakar Shekau, ha mostrato simpatia per organizzazioni come lo Stato islamico e Al-Qaida. Nella sua guerra contro lo Stato nigeriano, ha commesso crimini barbarici - massacri di civili, attacchi a villaggi, a chiese, moschee e scuole, attentati nei mercati e in altri luoghi pubblici, rapimenti di bambini e donne, omicidi, estorsioni.

Estensione della guerra

Nelle ultime settimane, la situazione dal punto di vista militare si è complicata non solo in Nigeria, ma ora anche in un certo numero di paesi dell'Africa occidentale.

Le bande di Boko Haram, che controllano vaste aree del nord-est della Nigeria, moltiplicano le azioni anche nei territori dei vicini Camerun e Niger, paese quest'ultimo la cui capitale Niamey ospita una base aerea congiunta di Francia e Stati Uniti. Il Niger è il più grande fornitore di uranio dell'industria nucleare francese ed è sede ad Agadez, di un'altra base militare degli Stati Uniti.

In risposta, è in corso l'organizzazione da parte di Nigeria, Ciad, Niger, Camerun e Benin di una forza multinazionale composta da 8.700 militari, poliziotti e civili per combattere gli islamisti. È sponsorizzata dall'Unione africana e dalle Nazioni Unite e avrà come sede Ndjamena, capitale del Ciad.

Giocando d'anticipo e prendendo l'iniziativa, il Ciad è intervenuto direttamente nel conflitto inviando truppe e blindati in Niger e Camerun e da lì ha lanciato un'offensiva di terra nel nord-est della Nigeria. L'esercito ciadiano è uno dei più attrezzati dell'Africa ed il principale alleato del Ciad, la Francia, che mantiene una base militare a Ndjamena, ha promesso di intervenire in suo sostegno con armi, logistica ed informazioni.

Il caso della Nigeria è esemplare. In varie zone dell'Africa, ma anche in altri continenti, le potenze imperialiste che sostengono i settori corrotti delle classi dominanti, diffondono insinuazioni, trafficano influenze, istigano a conflitti etnici e religiosi, creano ed armano gruppi terroristici, fomentano guerre, eliminano stati, dividono nazioni - tutto ciò per proseguire con lo sfruttamento dei lavoratori e la rapina delle ricchezze dei popoli.


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