www.resistenze.org - popoli resistenti - nicaragua - 16-11-06

Da www.redglobe.org
Fonti: Radio La Primerisima, Aporrea.org, La Voz del Sandinismo, Gobierno en Linea, “Quotidiano del Popolo”, Gioventù Comunista del Venezuela, Partito Comunista di Spagna/Red Globe
 
I sandinisti e il mondo celebrano la vittoria elettorale
 
Sulle reazioni in Nicaragua e nel mondo alla vittoria del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, il dettagliato resoconto apparso nel sito “Redglobe.org”
 
9 novembre 2006
 
 
Il presidente eletto del Nicaragua, Daniel Ortega, ha celebrato la notte dell’8 novembre il suo trionfo elettorale insieme a migliaia di simpatizzanti del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) che per la quarta notte consecutiva si sono riversati nelle strade per festeggiare.
 
Ortega ha percorso due chilometri insieme ad una moltitudine che innalzava le bandiere rosse e nere del FSLN dal centro storico di Managua verso est, dove si concentrano diversi uffici commerciali e bancari della città. Il presidente appena eletto si è diretto verso il palco, da cui si è rivolto ai suoi sostenitori che si accalcavano scandendo il nome di “Daniel”. “Viva il Nicaragua, benedetto e sempre libero”, ha gridato emozionato Ortega, che era accompagnato dalla moglie Rosario Murillo e dai suoi figli.
 
Prima della celebrazione popolare, Ortega ha deposto una corona di fiori di fronte al mausoleo del fondatore del FSLN, Carlos Fonseca, morto nella lotta contro il regime di Anastasio Somoza l’8 novembre 1976.
 
Nei suo discorso Ortega ha assicurato che uno degli obiettivi del suo governo sarà quello di dare avvio a programmi contro la fame, a beneficio di milioni di persone affette da questo flagello. Ha inoltre esortato i suoi sostenitori a non cadere in provocazioni, a non affrettarsi a prendere possesso delle terre e a non minacciare nessuno. “Che non esca dalle nostre labbra una sola offesa, e neppure una sola presa in giro nei confronti di coloro che non hanno votato per noi. Dobbiamo mantenere il rispetto e l’umiltà nella vittoria”, ha avvertito. Ha anche invitato tutti, “da coloro che più hanno a quelli che possiedono di meno”, a unirsi per far uscire il paese dalla povertà e ad assicurare salute e istruzione.
 
Ortega ha fatto appello all’unità di tutti i partiti per sradicare la povertà, che colpisce l’80% della popolazione. Allo stesso tempo, ha invitato il “Movimiento de Renovacion Sandinista” (MRS) a tornare alle radici del sandinismo per lottare uniti per lo sviluppo del paese. “I fratelli del MRS troveranno le porte aperte per poter andare uniti alla lotta contro la fame”, ha affermato il presidente, che ha rivolto il medesimo invito ai partiti della destra. Egli ha aggiunto che il suo governo difenderà il diritto a mantenere relazioni commerciali con tutto il mondo, dichiarando che oltre a far uso del Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti, cercherà di collocare i prodotti in America Latina, Europa e Asia. “Non possiamo limitarci, paralizzarci e subordinarci ad un unico mercato, e dove incontreremo una mano amica, essa verrà stretta dal Nicaragua per permetterci di uscire dalla povertà”.
 
Incoraggiato da una folla che scandiva “si, ce l’abbiamo fatta”, “il popolo unito non sarà mai vinto”, e altri slogan rivoluzionari, l’ex presidente ha ringraziato il popolo nicaraguese per il civismo dimostrato nelle elezioni della domenica precedente. Ha esortato i suoi simpatizzanti a rispettare la proprietà privata e a non occupare le terre; promettendo che la consegna dei lotti verrà effettuata in modo ordinato. “Non si deve occupare proprietà piccole, medie e neppure grandi. Occorre rispettare la proprietà privata e non requisire le terre. I contadini riceveranno le terre in modo ordinato: lo Stato comprerà le terre e le consegnerà con il finanziamento, la titolarità e gli incentivi agricoli che permettano di produrre a beneficio del nostro paese”, ha annunciato. Ha chiesto pubblicamente ai sindaci di preparare una lista delle persone che non possiedono terra, per permettere allo Stato di comprare i lotti e trasferire le proprietà per costruire abitazioni degne. “Abbiamo due mesi e due giorni per prendere possesso delle terre, ragion per cui in questi due mesi e due giorni non devono avvenire occupazioni di terre; di coloro che hanno bisogno di terra, i sindaci preparino la lista per permetterci di fare fronte alle richieste, ma nel rispetto delle regole”.
 
Anche l’ex ministro degli interni del governo rivoluzionario sandinista Tomas Borge ha assicurato che con il ritorno del sandinismo in Nicaragua non si ripeteranno gli “errori” della rivoluzione del 1979. “Siamo stati insensati, arroganti, burocratici, abbiamo provocato frustrazione con gli errori” commessi ai tempi del governo sandinista di Ortega tra il 1984 e il 1990, ha ammesso in un’intervista pubblicata dal quotidiano “Clarin” di Buenos Aires. Borges ha rilevato che il sandinismo continua ad essere “amico per la pelle” della Rivoluzione Cubana e che su questo non arretrerà “neppure di un millimetro”, ma che in questa nuova fase non intende avere nemici. “Vogliamo essere loro (gli USA) amici, sempre che abbiano intenzione di rispettarci. Non ammettiamo che cerchino di metterci in ginocchio”, ha aggiunto Borges, nella speranza che le relazioni del Nicaragua con la Casa Bianca “cambino” quando se ne andrà il presidente George W. Bush. “Ora siamo amici del Venezuela di Chavez e di ciò siamo orgogliosi. Ma abbiamo anche buone relazioni con il presidente (argentino) Néstor Kirchner, siamo amici di Lula da Silva (Brasile) e di Evo Morales (Bolivia) e intendiamo avere relazioni molto buone con il Cile di Michelle Bachelet”, ha voluto puntualizzare.
 
La scrittrice Gioconda Belli, ex sostenitrice della Rivoluzione Sandinista e oggi appartenente al MRS, ha invitato ad accettare la vittoria del FSLN, “esattamente come il partito FSLN ha accettato la sua sconfitta in tre precedenti occasioni”. Gioconda Belli ha affermato che “la democrazia richiede da noi un comportamento rispettoso dei risultati delle votazioni. Allo stesso tempo, richiede dai vincitori il rispetto del diritto ad esistere e ad agire nel panorama politico del paese di coloro che non condividono né le loro posizioni né il loro metodo politico”. La scrittrice ripone le sue speranze nel funzionamento del sistema parlamentare: “Daniel Ortega giunge ora al potere nell’ambito di un sistema politico, dove il potere parlamentare prevale su quello dell’Esecutivo. Il sistema parlamentare – lo stesso che Ortega si è impegnato a consolidare, include anche le riforme costituzionali che limitano ancora di più le prerogative presidenziali – sarà senza dubbio un fattore di equilibrio che non potrà essere messo in discussione da qualsivoglia tentazione assolutista dell’eventuale nuovo presidente del Nicaragua”.
 
In altre parti del continente si è diffusa l’allegria per la vittoria sandinista. Il Presidente cubano Fidel Castro si è felicitato con Daniel: “La grandiosa vittoria sandinista riempie di allegria il nostro popolo e di rabbia il governa terrorista e genocida degli Stati Uniti. Tanto tu quanto l’eroico popolo del Nicaragua meritate le più calorose congratulazioni”. La rivista web sandinista “La Voz del Sandinismo” ha risposto dedicando la vittoria al Comandante in Capo cubano: “Questo trionfo elettorale, caro Fidel, è il regalo dei sandinisti per i suoi 80 anni. Le chiediamo anche, per favore, Comandante, di trasmettere il nostro saluto ai cinque patrioti cubani che resistono nelle carceri nordamericane: Fernando, René, Antonio, Gerardo e Ramon. Il trionfo elettorale è dedicato anche a loro! Grazie ancora, Fidel, per le migliaia di borsisti che hanno potuto e possono studiare a Cuba. Per gli ammalati che sono stati e sono assistiti a Cuba, uomini, donne e bambini. Per i più di milletrecento nicaraguensi che hanno recuperato la vista all’Avana, grazie alla “Mision Milagro”. Per i 70 mila nicaraguensi che hanno imparato a leggere con il metodo “Yo si puedo”. Per l’aiuto solidale. Sempre! Per la premura e l’affetto dimostrati nei confronti di Daniel e Rosario. Perché Lei sappia che Daniel è di quelli che non cambiano e non cambieranno. Morirà da rivoluzionario. Questo trionfo è Suo, Comandante! E del suo popolo! L’eroico, valoroso e ineguagliabile popolo cubano!”
 
Anche il Presidente boliviano Evo Morales si è congratulato con il Comandante Daniel Ortega. Ha detto che già nelle prime ore del mattino aveva comunicato telefonicamente con il neoeletto Presidente del Nicaragua, per complimentarsi per il suo trionfo elettorale e per congratularsi, tramite lui, con tutto il popolo nicaraguense per la sua vocazione democratica.
 
Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chavez, ha manifestato il sostegno del Venezuela al consolidamento del nuovo governo del Nicaragua e al suo progetto di sviluppo. Per il Comandante Chavez, la Rivoluzione Sandinista e la Rivoluzione Bolivariana si uniscono per costruire il futuro, il socialismo del XXI secolo. Chavez ha conversato telefonicamente con Daniel Ortega ed, emozionato, gli ha espresso le sue congratulazioni e i suoi auguri. “Siamo molto felici, fratello. Le mie congratulazioni a te e a tutto il Fronte Sandinista e al popolo del Nicaragua. Viva il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale! Viva la Rivoluzione Sandinista! Viva Nicaragua libero! Viva Daniel Ortega!”. Il Presidente Chavez ha segnalato al leader sandinista che il popolo nicaraguense riceverà tutto l’appoggio del Venezuela per consolidare il nuovo Governo del Nicaragua e il suo progetto di sviluppo, “che è il nostro stesso progetto: l’integrazione dell’America Latina, che ha cessato di essere il cortile di casa dell’impero nordamericano e (…) che si sta risollevando”.
 
Ugualmente emozionato, il neoeletto presidente del Nicaragua ha trasmesso l’abbraccio del popolo Sandinista al popolo Bolivariano, al presidente Chavez e un abbraccio all’America Latina e al Caribe. “Il Venezuela ha innalzato la bandiera di Bolivar, ed ora essa sta sventolando in tutto il continente, nel Caribe e oltre il continente americano, perché la bandiera di Bolivar percorre il mondo nelle mani di Hugo Chavez, della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Il popolo venezuelano è riuscito con tutta la sua consapevolezza, con tutto il suo coraggio, a dare battaglia per la dignità dei popoli. Sono convinto che, come noi oggi abbiamo ottenuto questa vittoria, anche voi, fratelli, il 3 dicembre vincerete nuovamente, dando continuità alla lotta per la giustizia, per la pace, per la solidarietà tra i popoli”.
 
Con il titolo “L’America Latina si è svegliata!”, anche la Gioventù Comunista del Venezuela (JCV) ha inviato un messaggio di congratulazioni al nuovo governo sandinista: “La Gioventù Comunista del Venezuela esprime la sua gioia per il trionfo del FSLN in Nicaragua, importante vittoria del popolo latinoamericano, che ha sofferto i disastrosi effetti del capitalismo nella sua fase neoliberale e ha detto basta a questa falsa proposta di sviluppo e benessere che ha dissanguato i nostri uomini e le nostre donne. Non abbiamo dubbi che nuovi tempi stiano arrivando per il Nicaragua, e che tutta l’America Centrale, prima o poi, verrà liberata, perché i popoli cominciano a capire che è possibile scegliere il proprio destino, attraverso l’organizzazione popolare, l’azione politica, la mobilitazione e il suffragio cosciente e di massa.
 
Naturalmente, è fondamentale mantenere la massima vigilanza, poiché l’imperialismo nordamericano, che sta perdendo rapidamente terreno in America Latina e nel mondo, non sarà semplice spettatore del processo che si è avviato in Nicaragua, ma cercherà di applicare la sua solita sporca politica di ricatti, pressioni, interventismo e cospirazioni. Del resto, ha già minacciato di impedire l’invio delle rimesse, che costituiscono la principale entrata economica di questa nazione sorella, tra i 600 e i 700 milioni di dollari ogni anno, e di cui beneficia direttamente più di un milione di nicaraguensi.”
 
Il “Quotidiano del Popolo”, l’organo più importante del governo cinese, fa notare come il governo statunitense non abbia voluto congratularsi con il neopresidente sandinista e ricorda la guerra controrivoluzionaria delle bande dei “Contras”, finanziate e dirette dagli USA; Ortega ha ricevuto le congratulazioni dei governanti di diversi paesi, soprattutto dell’America Latina e dell’Unione Europea, mentre gli Stati Uniti mettevano in dubbio la trasparenza delle elezioni. Gli Stati Uniti mantengono un atteggiamento ambiguo nei confronti della vittoria di Ortega, poiché, mentre alcuni funzionari la censurano, altri dicono che il governo rispetta il risultato e che cercheranno di ottenere un rafforzamento dei legami.
 
Negli anni ’80 del secolo scorso, il regime sandinista del Nicaragua fu osteggiato militarmente da gruppi armati finanziati dagli Stati Uniti. Il portavoce del Dipartimento di Stato , Sean McCormack, ha affermato che gli Stati Uniti aspetteranno la “convalida” delle elezioni e studieranno il programma del vincitore virtuale. Il Segretario al Commercio statunitense, Carlos Gutiérrez, si è pronunciato per l’incremento degli scambi tra Stati Uniti e Nicaragua.
 
Ortega, che ha criticato l’aperta intromissione degli Stati Uniti nel processo elettorale in Nicaragua, in diverse occasioni ha detto che è necessaria una nuova fase nelle relazioni tra i due paesi.
 
Il Partito Comunista di Spagna (PCE) si unisce alla gioia del movimento progressista mondiale: “Noi del PCE siamo convinti che la vittoria sandinista apre la possibilità della ripresa sociale ed economica di un paese castigato da Governi di Destra per più di un decennio e permette al popolo del Nicaragua di diventare protagonista dei cambiamenti di cui il vostro Paese ha bisogno per superare l’attuale crisi sociale ed economica che colpisce con maggior durezza i settori più deboli; in tal senso, tanto il programma con il quale il Fronte Sandinista ha vinto le elezioni, come la fiducia nei suoi quadri ci permettono di sperare nel futuro. D’altra parte, non cesseremo di far risaltare che la vostra vittoria è anche una vittoria delle forze popolari di tutta l’America Latina che, dal Brasile al Messico, sta avanzando, facendo fronte ai tentativi degli USA di mantenere il proprio dominio su un territorio che comincia a risvegliarsi e a prendere coscienza del suo diritto ad essere padrone del proprio destino e delle proprie risorse naturali”.
 
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare