www.resistenze.org - popoli resistenti - nicaragua - 25-01-08 - n. 212

da Rebelion - www.rebelion.org/noticia.php?id=62114
 
Nicaragua: un anno senza neoliberalismo
 
Hedelberto Lopez Blanch
 
A solo un anno dal suo arrivo al potere, il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) ha realizzato più successi economici di quelli ottenuti, nei 16 anni precedenti, dai governi neoliberali che dal 1990 si sono avvicendati alla presidenza della Repubblica.
 
I governi neoliberali che si sono succeduti al potere, con l’appoggio diretto degli Stati Uniti (Violeta Chamorro 1990-1996, Arnoldo Aleman 1997-2001 e Enrique Bolanos 2002-2007) hanno venduto il paese al miglior offerente, lasciando l’80% delle persone nella povertà, il 45% nell’indigenza, senza diritto all’assistenza medica e all’istruzione.
 
In quel periodo, le compagnie transnazionali si impossessarono di più di 350 imprese statali, soprattutto di quelle essenziali in settori strategici come l’energia elettrica, le banche, l’acqua e l’edilizia.
 
La disoccupazione colpiva nel 2006 il 25% della Popolazione Economicamente Attiva (PEA), sebbene varie fonti, come l’economista Néstor Avendano, assicurino che la cifra era del 68%, poiché esisteva un 26% di disoccupazione scoperta e un 42% di persone che sopravvivevano nel settore terziario dell’economia. La somma era di 1.496.000 disoccupati e sottoccupati su un totale di 2.200.000 persone in grado di lavorare.
 
L’analfabetismo, che era stato praticamente sradicato nel primo periodo sandinista dal 1979 al 1990, colpiva nel 2006 il 35% della popolazione e 800.000 bambini erano fuori dal sistema scolastico, mentre nelle strade si vedeva una sempre maggior quantità di minori che chiedevano l’elemosina, vendevano giornali o pulivano i parabrezza delle automobili ai semafori, per cercare di procurare qualche cordoba ai propri familiari.
 
Il presidente Daniel Ortega, dal momento in cui è subentrato nel suo incarico, il 10 gennaio 2007, ha aderito all’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), in quanto essa rappresenta lo strumento indispensabile per attuare le trasformazioni necessarie a far uscire dalla povertà l’immensa maggioranza di questo popolo centroamericano.
 
Ortega, nel corso del III Vertice dei Capi di Stato e di Governo di PETROCARIBE, celebrato nello scorso agosto a Caracas, ha assicurato che un’istituzione come ALBA ha rappresentato la salvezza del suo paese, di fronte alla grave crisi economica che lo aveva colpito. “Persino i più critici della rivoluzione bolivariana e del Fronte Sandinista dicono che senza questa cooperazione non potremmo nutrire speranze. La nostra economia subirebbe un collasso. Durante i razionamenti di 14 o 16 ore dell’energia elettrica patiti dal nostro popolo, gli USA e Bush non sono mai intervenuti per aiutarci”, ha aggiunto.
 
A causa delle enormi calamità naturali che hanno investito il Nicaragua nel 2007, come l’uragano Felix nel Caribe Norte e le inondazioni provocate da intense piogge nell’ovest del paese che hanno provocato danni per più di 600 milioni di dollari, e che sono state accompagnate dalla crisi energetica e dalla speculazione sui prezzi dei generi di base, l’economia nicaraguense ha visto crescere del 3,7% il suo Prodotto Interno Lordo (PIL). Inoltre, con l’aiuto solidale di Cuba, è stato possibile tenere sotto controllo un pericoloso focolaio di leptospirosi manifestatosi nel Caribe dopo il passaggio di Felix.
 
Questa piccola crescita non avrebbe alcun significato, se non considerassimo i passi in avanti fatti per assicurare il benessere della società in questa nazione considerata la seconda più povera della regione, a causa della sua agricoltura arretrata ed un PIL di solo 5.700 milioni di dollari.
 
In primo luogo, è stato impedito il collasso energetico ed economico del paese con la fornitura di 32 impianti di energia da parte del governo del Venezuela e con l’arrivo a Managua, previsto nei prossimi mesi, di altri impianti bolivariani della potenza di 120 Megawatt.
 
Gli accordi realizzati nell’ambito di PETROCARIBE permetteranno al paese di importare combustibile a prezzi molto più convenienti e con linee di credito a condizioni favorevoli e a lungo termine. Con i prezzi del combustibile che si aggirano attorno ai 100 dollari al barile sarebbe stato molto difficile ottenere il greggio necessario al paese.
 
Il governo ha ripristinato i servizi gratuiti della sanità e dell’istruzione per tutta la popolazione. Sono state eliminate le visite private nei dispensari e negli ospedali pubblici, mentre i medicinali, le operazioni chirurgiche, le analisi e i reperti sono a carico dello Stato.
 
L’Operacion Milagro, coordinata attraverso ALBA con medici cubani che lavorano a Managua, ha restituito la vista a 32.000 persone, sofferenti di cataratta, pterigium e altre malattie degli occhi, che non avevano i mezzi per sostenere l’operazione.
 
Allo stesso tempo, vari ospedali di campagna con studenti cubani e nicaraguensi che frequentano l’ultimo anno di medicina a Cuba, prestano servizio nelle zone più povere del paese, soprattutto nel Caribe Norte devastato dall’uragano.
 
Con il sostegno L’Avana-Caracas, il Nicaragua ha ripreso il programma di alfabetizzazione con il metodo cubano Yo Si Puedo per lo sradicamento dell’analfabetismo entro i prossimi cinque anni. Dichiarando la gratuità dell’istruzione, il governo ha proibito il pagamento delle iscrizioni e dei materiali scolastici nelle strutture pubbliche.
 
Ortega ha imposto varie misure di austerità ai membri del governo, come la riduzione della retribuzione del presidente a 3.200 dollari rispetto ai 10.000 dei suoi predecessori, e di quella dei suoi ministri a 2.800 rispetto ai 6.000 delle precedenti gestioni, ed ha anche ridotto lo stipendio dei direttori esecutivi di organi e imprese dello Stato.
 
Il governo ha varato il programma Fame Zero, mediante il quale a circa 70.000 famiglie contadine vengono forniti crediti e materiali, bovini, suini e animali da cortile, mentre sia in città che in campagna viene distribuita gratuitamente la merenda agli scolari, allo scopo di estirpare la denutrizione infantile.
 
Nonostante tutte le difficoltà interne ed esterne, lo scorso anno il Nicaragua è riuscito ad assolvere a circa il 90% dei suoi impegni di bilancio, con un 80% di investimenti pubblici, ponendo le basi per il decollo economico e sociale.
 
L’esperienza vissuta durante il primo anno di governo Sandinista dimostra che solo attraverso l’integrazione dei popoli latinoamericani e con la volontà politica è possibile migliorare la condizione dei popoli che hanno sofferto per anni a causa delle politiche neoliberali e delle privatizzazioni imposte nella regione dagli Stati Uniti e dagli organismi finanziari internazionali.
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare