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Celebrati a Managua i 35 anni della Rivoluzione Sandinista

RedGlobe | redglobe.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

20/07/2014

Centinaia di migliaia di persone hanno celebrato sabato 19 Luglio il 35° anniversario della vittoria della Rivoluzione Sandinista. Il Presidente della Repubblica del Nicaragua, Comandante Daniel Ortega Saavedra, ha presieduto l'atto celebrativo che ha avuto luogo a Plaza de la Fe, davanti ad una spettacolare marea di popolo che in questo modo ha commemorato questi 35 anni di lotte e vittorie.

Alla celebrazione erano presenti delegazioni ed esponenti da diverse parti del mondo. Tra queste spiccavano: il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro; il Vicepresidente di Cuba, Ramiro Valdez; il Presidente del Salvador, Salvatore Sánchez Cerén; il Presidente del Honduras, Juan Orlando Hernández; la presidentessa dell'Assemblea Nazionale dell'Ecuador, Gabriela Rivadeneira; l'ex presidente del Honduras, Manuel Zelaya, l'ex presidente di Panama, Martín Torrijos; il premio Nobel della Pace, Rigoberta Menchú; l'ex presidente guatemalteco Vinicio Cerezo ed un delegazione rappresentante lo Stato di Palestina.

Nel suo messaggio il rappresentante nicaraguense ha assicurato di essere stato sempre un fervente cristiano. "Nei momenti di gioia e nel momenti di dolore ho invocato sempre Dio e ho ringraziato Dio. Le nostre radici sono il cristianesimo, di lì vengono i nostri valori: dal cristianesimo". "Per arrivare a Sandino sono prima dovuto arrivare a Cristo, per arrivare alla Rivoluzione Cubana prima sono arrivato a Cristo, per arrivare a Marx, a Lenin, ad Engels, prima sono arrivato a Cristo, per arrivare al popolo, prima sono arrivato a Cristo" ha detto Daniel.

Il leader sandinista ha reso manifesto che è precisamente nei valori cristiani che risiede la forza del paese nicaraguense. "Fammi strumento di pace, Signore: dove c'è odio che venga seminato amore; dove c'è ingiuria, venga seminato il perdono; questo è il principio base. Dove c'è scoraggiamento, rassicura; dove ci sono tenebre, porta luce; dove c'è tristezza, porta gioia; fammi strumento di pace, Signore, che io non solo possa amare bensì essere amato, che io non solo possa perdonare bensì possa essere perdonato, per questo motivo noi parliamo di principi cristiani" ha detto.

Daniel ha ricordato che poco dopo il trionfo del 1979, in un'intervista con una rivista statunitense, questa insistette nel dire che la Rivoluzione Sandinista era atea, nonostante i principi cristiani siano stati sempre quelli che hanno diretto il popolo nicaraguense. "Ho scoperto fin dalla mia infanzia che Cristo non era l'oppio dei popoli, Cristo è ed era la coscienza dei popoli e continuerà ad essere la coscienza dei popoli", ha affermato.

Sull'argomento ha dichiarato che il cristianesimo si è concretizzato nella costituzione nicaraguense. Ha segnalato che questa costituzione è stata promulgata durante gli anni 80, ma che è stato difficile applicare questi principi a causa della guerra imposta dagli Stati Uniti. "Ora in questi tempi di pace e riconciliazione, è possibile affermare nella nostra Costituzione i valori del popolo che sono i valori del cristianesimo, che i principi del popolo nicaraguense sono i principi socialisti e che le pratiche del popolo nicaraguense sono pratiche solidali" .

Ha ricordato di aver ricevuto alcuni giorni il calciatore della selezione del Costa Rica, Oscar Duarte, che è d'origine nicaraguense. Ha detto che dopo questo incontro il governo del Nicaragua costruirà uno stadio di calcio a Catarina, paese natale dello sportivo.

In questo modo ha voluto ringraziare il Costa Rica per la solidarietà con il Nicaragua durante la lotta insurrezionale contro la dittatura somozista. "Ci sentiamo orgogliosi di questo scambio, perché siamo paesi vicini, popoli fratelli e dovremo superare per bene i problemi dei nostri popoli", ha affermato.

Daniel ha ribadito che i principi cristiani, socialisti e solidali hanno dato la forza morale al popolo del Nicaragua per superare i momenti più difficili della sua storia.

Ortega ha riconosciuto l'eredità di tutti gli eroi e martiri del Nicaragua, che da Diriangén hanno forgiato la lotta del popolo per abbattere la dittatura, 35 anni fa.

Ha poi avuto parole di riconoscimento per il presidente venezuelano deceduto Hugo Chávez, che ha conosciuto nel 1994 a Cuba, per poi incontrarlo in altre occasioni, tra queste il 2 febbraio 1999 quando Chávez prese possesso della carica e iniziò un nuovo processo rivoluzionario in America latina. "Chávez è in questo Nicaragua, lo sentiamo, noi lo viviamo e ci ispiriamo al suo esempio, alla sua forza, alla sua dignità, alla battaglia che sferrò in condizioni nelle quali ogni persona si dedicherebbe al riposo e a curare la propria salute. Ha sferrato la battaglia con il popolo ed è morto nella battaglia. E' un eroe, un martire di Nuestramérica e dei popoli del mondo".

Il leader sandinista ha anche riconosciuto all'ex presidente del Guatemala, Vinicio Cerezo, il suo contributo alla fine della guerra che ha colpito l'America centrale durante gli anni 80, sebbene altri cospirassero contro il Nicaragua su richiesta degli Stati Uniti.

Durante il suo discorso, il comandante Daniel ha ricordato che il trionfo della rivoluzione nicaraguense 35 anni fa ha potuto contare sull'appoggio del presidente panamense Omar Torrijos e su quello dei capi della Rivoluzione Cubana, Fidel e Raúl Castro.

Daniel ha anche ringraziato il presidente del Venezuela Nicolás Maduro pre la presenza in questo 35° anniversario e ha assicurato che quest'ultimo ha in atto una sfida gigantesca tanto con il popolo venezuelano, quanto con gli altri popoli dell'America. "Egli sta di fronte ad una rivoluzione che oggi è l'avanguardia nella lotta dei popoli dell'America Latina e dei Caraibi. È una forza determinante per continuare a fortificare l'integrazione, l'unità dei popoli dell'America Latina e dei Caraibi, la lotta per la sovranità dei popoli dell'America Latina e dei Caraibi". L'unità dei popoli dell'America latina e dei Caraibi è una forza determinante per continuare a rinforzare l'integrazione e la lotta per la sovranità di questi popoli", ha sottolineato.

Ha dichiarato inoltre che ciò spiega l'odio dell'impero e dei suoi sodali contro Nicolás. "Scommettono che distruggendo Nicolás, distruggendo la rivoluzione Bolivariana, assassinando Nicolás, allora distruggeranno la lotta dei popoli dell'America latina e dei Caraibi, ma abbiamo la convinzione, la sicurezza che questo popolo bolivariano, che ha saputo sventare il colpo di stato a Chávez, così difende il vostro (Nicolás) e il suo progetto, le sue conquiste e continuerà a farlo, per difendere anche questo impegno della Repubblica Bolivariana del Venezuela con i popoli di Nuestramérica".

Il comandante Daniel ha anche approfittato del suo discorso per chiedere la sospensione dell'occupazione della Palestina da parte delle forze militari dell'esercito di Israele, cosa che ha già causato più di 330 morti nella striscia di Gaza. "Non resta più che invocare la comunità internazionale. E noi, da Plaza la Fe, invochiamo la comunità internazionale perché cessino questi atti di guerra contro la popolazione civile nella striscia di Gaza e che si arrivi finalmente ad accordi definitivi tra il popolo palestinese ed il popolo di Israele, che permettano che questi due popoli fratelli, entrambi figli di Dio, possano vivere in pace".

Daniel ha affermato che benché in questi ultimi anni della seconda tappa della Rivoluzione si siano fatti grandi progressi, restano ancora molte sfide davanti. "Abbiamo fatto pregressi nella lotta alla povertà, nella lotta alla povertà estrema, nella lotta alla denutrizione, nella sanità e nell'istruzione, nella costruzione di strade e di vie di comunicazione, nelle politiche produttive, nei diritti della gioventù, nel protagonismo del popolo e soprattutto abbiamo fatto progressi nella pratica della solidarietà", ha spiegato Daniel sottolineando che ciò nonostante occorre ancora combattere contro l'analfabetismo e la povertà nelle zone rurali.

Ha sottolineato i problemi che ci sono stati con l'agricoltura e come oggi il paese sia colpito dalla siccità.

Ha anche garantito che c'è crescita economica e in situazioni come questa si registrano sempre delle flessioni. Ha assicurato che il governo prenderà i provvedimenti necessari per evitare speculazioni. "Anche se abbiamo ottenuto grandi vittorie dobbiamo raggiungerne altre più grandi e non dobbiamo attendere il Canale interoceanico [http://it.wikipedia.org/wiki/Canale_del_Nicaragua, ndt] ma dobbiamo continuare a sferrare queste battaglie con le capacità produttive a disposizione del nostro paese nel settore agricolo, nell'industria, nella piccola industria, nel turismo" ha puntualizzato Daniel.


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