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Le Nazioni Unite pubblicano la lista delle imprese che traggono profitti dall'illegale occupazione israeliana dei territori palestinesi

Partito Comunista di Israele | maki.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/02/2020

Mercoledì 12 febbraio le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto più volte rinviato e controverso il quale elenca 112 aziende che fanno affari con progetti israeliani nei territori occupati della Palestina (OPT). Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (OHCHR) ha ottenuto elogi dai gruppi israeliani per i diritti umani e da Hadash (Il Fronte Democratico per la Pace e l'uguaglianza - Partito Comunista di Israele) per aver rilasciato il rapporto tanto atteso, il quale elenca nel dettaglio le società che partecipano alle iniziative economiche israeliane nei territori occupati dalla guerra del giugno 1967.

Il governo israeliano di estrema destra di Netanyahu  ha ampiamente condannato la pubblicazione dell'elenco, sostenendo che la mossa riflette il pregiudizio delle Nazioni Unite contro Israele e ha totalmente ignorato il contenuto del rapporto OHCHR.

The cover of a report prepared by French and Palestinian unions and human rights organizations disclosing the French companies, particularly Alstom, that built and are continuing to expand the Jerusalem light railroad which encroaches on parts of occupied East Jerusalem. The title reads: Jerusalem Light Rail: The French Businesses Contributing to Israel's Colonization.

Nell'immagine, la copertina di un rapporto preparato dai sindacati francesi e palestinesi e dalle organizzazioni per i diritti umani che rivelano le società francesi, in particolare Alstom, che hanno costruito e continuano ad espandere la ferrovia leggera di Gerusalemme la quale  invade le parti della Gerusalemme est occupata. Il titolo recita: Light Rail di Gerusalemme: le imprese francesi che contribuiscono alla colonizzazione di Israele. (Foto CGT).

Delle 112 società elencate nel documento, 18 sono imprese internazionali che svolgono operazioni commerciali in insediamenti nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est; tra queste ci sono Airbnb, Booking.com, Alstom, Expedia, JCB, Opodo, TripAdvisor e Motorola Solutions.

Secondo l'OHCHR, le società che figurano nell'elenco hanno facilitato la costruzione di insediamenti, fornito attrezzature di sorveglianza o servizi di sicurezza alle imprese che vi operano. Gli insediamenti israeliani nelle terre occupate da Israele nella guerra del 1967 sono considerati illegali ai sensi del diritto internazionale. Altre categorie di coinvolgimento economico menzionate nel rapporto includono la fornitura di attrezzature per la demolizione di alloggi e la partecipazione a pratiche che "svantaggiano" le imprese palestinesi attraverso l'uso di restrizioni alla libertà di circolazione.

Commentando la diffusione dell'elenco, un portavoce del Partito comunista israeliano, ha dichiarato che la pubblicazione dell'elenco da parte delle Nazioni Unite è "significativo ma incompleto. Nessuno che sia palestinese accetterebbe o dovrebbe accettare la continuazione dell'occupazione. L'unico risultato accettabile continua ad essere [l'attuazione di] tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite".

Saeb Erekat, segretario generale dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, ha affermato che la pubblicazione dell'elenco "migliora e consolida la credibilità del Consiglio per i diritti umani [OHCHR] e delle organizzazioni internazionali di fronte al feroce attacco e all'intensa pressione esercitata dall'amministrazione Trump su queste istituzioni".

Erekat, che ha invitato tutte le società "a porre fine alla loro complicità nella negazione del nostro diritto inalienabile all'autodeterminazione", ha sottolineato: "siamo fermamente convinti che la responsabilità e la giustizia siano requisiti essenziali per la pace. Questo database è il primo passo concreto per rendere Israele responsabile della sua attività illegale nello stabilire insediamenti coloniali per oltre mezzo secolo. Dovrebbe servire a ricordare alla comunità internazionale l'importanza di rafforzare gli strumenti per attuare il diritto internazionale in un momento in cui l'illegalità degli insediamenti israeliani viene messa in discussione da coloro che chiedono la perpetuazione del controllo di Israele sulla terra, sulle risorse naturali e sul popolo palestinese".

La pubblicazione dell'elenco è arrivata il giorno dopo che il presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, aveva denunciato il piano dell'amministrazione imperialista Trump per il Medio Oriente in un discorso alle Nazioni Unite a New York. Il piano consentirebbe ad Israele di annettere circa il 30% della Cisgiordania, compresi tutti i suoi insediamenti lì, offrendo ai palestinesi scampoli di territorio collegati da tunnel e ponti che dovrebbero considerare come stato.

Per scaricare un file (word) del rapporto OCHRA sulle attività commerciali relative agli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati, visitare  Human Rights Council website del Consiglio dei diritti umani e scorrere fino a A / HRC / 43/71. In alternativa, clicca  qui.


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