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Perché il Paraguay va allo sciopero generale?

Paulo López | resumenlatinoamericano.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/03/2013

Un ampio ventaglio di organizzazioni sociali, sindacali, studentesche, indigene e contadine confluiranno questo mercoledì nel primo sciopero generale contro le politiche repressive e di privatizzazione di Horacio Cartes.

Sette mesi dopo aver assunto la guida del governo paraguaiano, Cartes incomincia a pagare la rapida approvazione di leggi improntate alla militarizzazione e alla privatizzazione che centralizzano il potere nelle sue mani. Di fronte allo sciopero generale convocato per questo mercoledì, il presidente si è mostrato inquieto e ha mobilitato gli apparati filo-governativi, ha offerto "dialogo" e il 10 percento di adeguamento salariale per cercare di fermarlo, ma senza risultati.

Il ministro dell'interno, Francisco de Vargas, è ricorso al tentativo di infondere paura per ottenere una smobilitazione, ricorrendo a grossolane manipolazioni, come le false registrazioni su supposti piani per provocare morti in una riedizione di quel "Marzo paraguaiano", quando morirono sette persone ed il governo di Raúl Cubas Grau dovette dimettersi.

Lo sciopero generale unisce un ampio movimento di organizzazioni sociali, sindacali, studentesche, indigene, politiche e contadine che chiedono la revoca delle leggi dell'Alleanza pubblico-privato (APP) e della militarizzazione, la riorganizzazione salariale del 25 percento, il controllo dei prezzi, un modello di sviluppo nazionale, la libertà sindacale e contro la criminalizzazione delle proteste sociali, la libertà dei contadini reclusi per il massacro di Curuguaty ed il riscatto delle terre di Marina Cue, dove il 15 giugno 2012 morirono undici contadini e sette poliziotti, fatto che fu provocato ed utilizzato per perpetrare il golpe contro il governo di Fernando Lugo.

Contro le privatizzazioni

Per trattare il tema con un minimo di profondità, ci focalizziamo sulla prima rivendicazione: la revoca della legge di Alleanza pubblico-privato (APP).

La legge "di promozione dell'investimento nelle infrastrutture pubbliche, di ampliamento e miglioramento dei beni e servizi a carico dello stato", più conosciuta come legge APP, autorizza la concessione assoluta di tutti i beni, servizi e risorse pubbliche con la sola decisione del potere esecutivo, senza che i piani d'investimento passino almeno per il Congresso. La normativa evita di utilizzare la parola concessioni poiché, in accordo con la Costituzione, questo tipo di imprenditoria può essere approvato solo in accordo col potere legislativo.

In termini espliciti, la legge abbraccia "progetti di infrastrutture e di gestione dei servizi, inclusi i progetti stradali, ferroviari, portuali, aeroportuali, i progetti di idrovie, di dragaggio e mantenimento della navigabilità dei fiumi; quelli di infrastrutture sociali; infrastrutture elettriche; i progetti di miglioramento, equipaggiamento e sviluppo urbano; per la fornitura di acqua potabile e il risanamento; tra gli altri, i progetti di investimento in infrastrutture e servizi di interesse pubblico. Potranno anche comprendere la produzione di beni e la prestazione di servizi che siano propri dell'oggetto di tali organismi, entità, imprese e società nelle quali lo Stato sia parte".

Tutto questo per un termine di 30 anni, che possono estendersi a 40 se le imprese dichiarano di non aver ancora goduto di un ritorno sufficiente o esigono riparazioni per presunti danni o "eventi fortuiti" alieni alla "volontà del partecipante privato", in accordo all'articolo 34.

Gli ingegneri Ricardo e Mercedes Canese, nel loro libro "Saqueo y abuso: la ley de APP de Cartes" [Saccheggio e abuso: la legge dell'APP di Cartes], toccano alcuni degli aspetti della legge che confliggono maggiormente con le istituzioni e gli interessi del paese, come la possibilità che l'esecutivo, senza l'intervento né la giurisdizione degli altri poteri dello stato, conceda tutti i beni e servizi di dominio pubblico.

"L'arbitrato"

Mediante questa legge, il Paraguay rinuncia anche alla sua sovranità giuridica. In caso di controversie, l'articolo 41 fa solo menzione ad un "arbitrato" senza determinare di chi o di che cosa si tratti. Questo "arbitro" non sarebbe altro che il Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative ad investimenti (in inglese, ICSID), un organismo della Banca mondiale che decide sistematicamente a favore delle transnazionali e contro gli stati. Perfino le leggi nazionali rimangono subordinate ai contratti, dato che si lascia intendere che le disposizioni legali si indirizzeranno verso le iniziative pubblico-privato "non appena siano applicabili".

Gli autori del libro notano che l'applicazione di questo modello ha generato fughe di capitali, precarizzazione del servizio e aumento delle disuguaglianze. A questo va aggiunto che lo stato si assume tutto il rischio, impegnandosi a concedere compensazioni in caso le aziende subiscano perdite o si presentino controversie giudiziarie. A questo proposito viene creato un fondo di garanzia il cui principale finanziatore è lo stato, che deve inoltre versare annualmente questi fondi con denaro del Bilancio generale della Nazione, che tramite la cosiddetta legge di "responsabilità fiscale" passa a esclusiva discrezione dell'esecutivo.

Nel testo della legge compare in maniera esplicita che lo stato sarà il fedecommittente, cioè il soggetto che disporrà un fondo con denaro pubblico per indennizzare le imprese in caso esigano riparazioni o debbano affrontare una controversia. In secondo luogo si contempla una minima percentuale di apporto privato ed eventuali multe che riscuoteranno i concessionari.

Fino all'acqua

Uno dei principali pericoli della legge è che l'acqua appare tassativamente tra le risorse soggette a concessione. L'articolo 52, tra gli altri beni e servizi come idrocarburi, rotte, aeroporti, ecc., include "provviste d'acqua potabile e servizi di risanamento e trattamento degli effluenti, la generazione, trasmissione, distribuzione e commercializzazione di energia elettrica; ospedali, centri sanitari, centri educativi; acquedotti, polidotti, oleodotti, alcoldotti, gasdotti e penitenziari". Rispetto a quest'ultimo punto, sebbene lo stato paraguaiano sia preposto alla gestione del sistema penitenziario, la privatizzazione contempla la possibilità di lucrare mettendo la gente in galera.

Questa è, in alcuni dei suoi aspetti, la legge di Alleanza pubblico-privato (APP). Il Paraguay vive un momento di effervescenza e di sfida per costruire un modello autonomo di sviluppo e per raggiungere l'unità di tutti i settori oltre all'alleanza congiunturale contro le privatizzazioni.


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