www.resistenze.org - popoli resistenti - paraguay - 08-02-21 - n. 778

Di quale democrazia stiamo parlando?

Partito Comunista Paraguaiano (PCP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

05/02/2021

Frane e alluvioni in diverse parti del paese, con feriti e morti sono la drammatica espressione dell'irresponsabilità criminale del progetto di sviluppo diretto da imprenditori, proprietari terrieri e banchieri, con uno Stato che, secondo loro, deve operare al servizio dei loro meschini interessi.

L'incendio ad una cisterna di alcol di Petropar (compagnia di petrolio e gas, di proprietà a maggioranza statale, ndr) è un'altra espressione di questa criminale irresponsabilità. Vista la predisposizione predatoria e corrotta dei padroni e dei loro governi, solleva anche dubbi sulla possibilità che si tratti di una "truffa assicurativa" in cui chiedono un risarcimento milionario oltre ad aver rubato qualche milione di litri di greggio.

Parlare della democrazia senza declinarla con un nome e cognome, può indurci a false illusioni e delusioni. Illuderci credendo che questa democrazia possa risolvere le ingiustizie sociali. O disilluderci pensando che la democrazia sia inutile.

Si scopre che questa democrazia è una democrazia borghese, cioè una democrazia dei padroni. Si compra la libertà, si compra la giustizia, così come la salute e l'istruzione di qualità. È la democrazia dei padroni, che gestiscono le istituzioni pubbliche trasmettendo le priorità, i valori, la cultura e l'educazione di questi miliardari.

La democrazia borghese è una proposta di ordinamento politico e amministrativo della dittatura padronale. Ricordiamo che fin quando ci sarà una divisione in classi sociali, gli Stati saranno organizzati secondo la forza e il dominio che una classe può esercitare sul resto della società. Pertanto, la dittatura della classe borghese può essere espressa in due forme politiche: sotto un regime totalitario come quello di Stroessner o sotto un sistema politico che garantisce certe libertà di movimento, riunione ed espressione, purché non minaccino gli interessi della classe che è al potere.

La democrazia che si esprime in Paraguay ha più di un "cognome", dato che il  padronato ha di solito cognomi composti e pomposi. Quella in Paraguay è una democrazia lumpen-borghese, una democrazia mafiosa. Con uno Stato che trasmette solo insicurezza, paura, rabbia per la sua inefficacia e la sua sola capacità repressiva e criminalizzante come risposta a qualsiasi sforzo che metta in discussione l'ingiustizia imperante.

32 anni dopo la caduta di Stroessner (generale al potere dal 1954 al 1989, appartenente al Partito Colorado, nazionalista-conservatore, ndr) la necessità di perseguire e punire i torturatori, saccheggiatori e assassini, oltre a recuperare terre, beni e altre ricchezze usurpate, fa parte del necessario e esemplare passo che dobbiamo compiere per avanzare verso una democrazia delle maggioranze, una democrazia operaia, una democrazia dei lavoratori e delle lavoratrici.

L'assenza di processo e pena, ha permesso che la repressione e l'acutizzazione della violenza come il massacro di Curuguaty, le torture a Città dell'Est da parte della Marina Militare o il recente infanticidio perpetrato dalla Forza di Terra Congiunta (1), oltre all'esistenza di prigionieri politici, continuano a configurare il terrorismo di Stato sanguinario dello stronismo (2).

Allo stesso modo, questo debito con la giustizia ha consentito che grandi affari come quelli delle banche negli anni '90, lo svuotamento della Banca Nazionale dei Lavoratori, le estorsioni e i sequestri, l'illegale espulsione dei contadini, la precarizzazione dei posti di lavoro, l'affare del metrobus, le grandi corruzioni nella pandemia, si susseguano nell'impunità totale. Così si genera la normalizzazione di questa caotica e famelica proposta di dominio dei padroni, mentre la popolazione, con un notevole grado di rassegnazione, si sente costretta a concentrarsi sulla supravvivenza quotidiana e non ha il tempo di riflettere collettivamente su chi è responsabile della sua sfortunata situazione e come superarla. Difficoltà esacerbata dalla travolgente propaganda individualista e ingannevole del "chi vuole, può avere" o "ognuno è responsabile della sua situazione".

Come classe operaia abbiamo potuto vivere l'esperienza di questa pandemia, che ci ha dimostrato che molti dei problemi sono comuni a tutti e a tutte, che possiamo risolvere questi problemi con la nostra forza e la nostra solidarietà collettiva, che i padroni sono meschini e continuano ad operare nella linea del "si salvi chi può" e del "ognuno per sè", che questi padroni sono corrotti e parassiti, che siamo noi lavoratori e lavoratrici a produrre tutto ciò che ci circonda mentre pochi milionari godono ingiustamente del prodotto del nostro sforzo, e che possiamo lavorare come unità dal basso per ottenere ciò che ci appartiene, recuperare beni e terre per gestire il paese con giustizia sociale e pari opportunità.

Lottare per una democrazia operaia, per una democrazia dei lavoratori e delle lavoratrici non è semplice. I padroni lavorano per seminare sfiducia tra di noi, per dividerci e per tentarci con soluzioni individuali. Dai loro canali, da internet, dalle loro radio, dai loro centri commerciali, dallo Stato e dalla loro proposta educativa, ci avvelenano con idee e cultura che ci propinano per continuare ad essere funzionali ai loro interessi.

Ecco perchè è così importante individuare il nome e cognome della democrazia. E 32 anni dopo la caduta di Stroessner, assumere l'impegno di rovesciare Abdo Benítez (imprenditore, del Partito Colorado, figlio del segretario personale di Stroessner, ndr) e il governo dei padroni. Il tempo necessario per raggiungere questa unità ampia e profonda per avanzare verso un governo della classe operaia dipenderà dagli sforzi della direzione e dalla militanza dei sindacati, dei movimenti contadini, studenteschi, territoriali, culturali e indigeni, per ritrovare fiducia nella propria forza e raggiungere quella potente sintesi politica capace di trionfare.

Note:
1) Unità delle forze armate paraguaiane composta da membri delle Forze armate paraguaiane, dalla Polizia nazionale paraguaiana e da agenti del Segretariato nazionale antidroga (SENAD) che cerca di porre fine al piano strategico della guerriglia dell'Esercito del Popolo Paraguaiano (EPP), principalmente nel nord del paese.
2) Persona o organizzazione legata (o che si riconosce connessa) alla dittatura di Stroessner.


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