www.resistenze.org - popoli resistenti - pakistan - 27-09-11 - n. 378

da Stop Nato - http://rickrozoff.wordpress.com
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
  
Follia strategica
 
Dall’attacco dei droni Usa ad una guerra reale Usa-Nato al Pakistan?
 
di Imran Malik *
 
25/09/2011
 
Stati Uniti e Pakistan hanno un intrinseco conflitto d'interessi strategico nella Regione asiatica centro meridionale. Sono finora riusciti a rimanere alleati riluttanti e obbligati nella guerra globale al terrore, ma ora affrontano il momento della verità.
 
La questione della Rete Haqqani ha assunto dimensioni decisive sulla scia del recente attacco talebano all'ambasciata statunitense e al quartier generale NATO a Kabul. Gli Stati Uniti hanno accusato il Pakistan di intraprendere una guerra per procura contro di loro, la Rete Haqqani ed ISI [servizio informazioni pakistano, ndt] per il diretto coinvolgimento in quest’attacco. In cerca di vendetta e di giusta punizione, hanno respinto le smentite pakistane. Alcuni analisti concludono che la tensione Usa-Pakistan stia aumentando in modo esponenziale, passando da un conflitto a bassa intensità ad una guerra di bassa intensità ed ora potenzialmente ad una guerra conclamata.
 
Gli Stati Uniti dispongono di una serie di opzioni e combinazioni operative per affrontare questa situazione. Potrebbero aumentare la frequenza, la ferocia, la portata e l'estensione dei loro letali attacchi tramite i droni [1]. Potrebbero anche effettuare operazioni di caccia ai supposti militanti della Rete Haqqani in Pakistan o tentare di eliminare il suo top leader (o uno dei veterani) come accaduto per Osama bin Laden. Potrebbero anche riattivare la Tehrik-i-Taliban Pakistan [i cosiddetti talebani pachistani] per aumentare gli attacchi violenti da Kunar e Nuristan [province afgane al confine con il Pakistan, ndt], verso le regioni pakistane Dir e Bajaur. Potrebbero anche attuare violenti bombardamenti strategici con attacchi missilistici cruise e balistici contro i nascondigli e le installazioni della Rete, con i maledetti danni collaterali!
 
Tuttavia, lo scenario peggiore si presenterebbe se le forze USA/NATO/ISAF/afgane valicassero la Linea Durand [confine tra Pakistan e Afghanistan, ndt]. Il Pakistan contrasterebbe questa incursione con analoga ferocia, violenza, forza di volontà e determinazione. Inoltre è probabile un blocco alle forniture logistiche Usa e uno stop completo a tutti gli scambi d’intelligence, antiterrorismo e cooperazione militare. Entrate seriamente in conflitto le parti belligeranti raggiungerebbero un punto di non ritorno e un rapporto lungo decenni giungerebbe ad una fine spiacevole. Per ironia, in quest'equazione strategica, nonostante le sue perdite in uomini e materiali, il Pakistan sarebbe erroneamente percepito come dalla parte della Rete Haqqani, anche solamente difendendo la sua integrità territoriale e sovranità! E tale percezione avrebbe per il paese terribili implicazioni strategiche.
 
Il coinvolgimento delle forze statunitensi e pakistane condurrebbe ad un caos strategico. Anche le altre nazioni nella coalizione guidata dagli Usa attaccherebbero il Pakistan? In caso di attacco o meno, ci sarebbero conseguenze disastrose per le loro relazioni con Stati Uniti e Pakistan e nei rispettivi affari di politica interna? Nel caso in cui l'impegno si prolungasse, allora gli Stati Uniti necessiterebbero di sottrarre le truppe aggiuntive dall'Afghanistan, attirando gli attacchi di Al-Qaeda e talebani su quelle posizioni indebolite. Questo farà sì che il ritiro delle forze Usa sarà rimandato rispetto al 2014. Potrebbe forse essere questo uno stratagemma per raggiungere lo scopo desiderato?
 
Potrebbe tutto ciò essere intenzionale? Se quest'avventura non riuscisse (probabilmente) la rielezione di Obama sarà irrimediabilmente un fallimento! Potrebbe però anche essere un programma segreto di alcuni elementi e fazioni all'interno del corpo politico e dell'establishment statunitense.
 
I risultati operativi di una simile avventura per gli Stati Uniti sarebbero scarsi. Potrebbero catturare alcuni leader (ammesso che fossero ancora in giro dopo tutti questi ultimatum pubblici) e distruggere alcune delle loro infrastrutture amministrative e per l'addestramento. Potrebbero anche indebolirne l'azione come gruppo coeso, anche se temporaneamente, ma non sarebbero ancora in grado di liquidarlo completamente. Il gruppo potrebbe essersi già disperso per concentrarsi nuovamente una volta cessata la minaccia.
 
L'aspetto negativo di una tale follia strategica sarebbe che il Pakistan come alleato sarebbe perso per sempre. I terroristi si radicherebbero ulteriormente, attirando più affiliati alla loro causa! Il Pakistan si troverebbe ad affrontare il peso di un contraccolpo militante diffuso in tutto il paese. L'economia del paese cadrebbe ulteriormente e le FATA [2] si radicalizzerebbero ancora di più, ponendo il governo di fronte a sfide vitali. Le rappresaglie della Rete Haqqani sarebbero rapide, feroci, diffuse e spietate, incendiando la regione Af-Pak [Afghanistan più Pakistan]. Una soluzione pacifica del rebus afgano diventerebbe quindi ancora più irraggiungibile.
 
Pakistan e Stati Uniti devono ora compiere scelte difficili. Possono scegliere di sfidarsi e attaccarsi finendo per commettere un harakiri reciproco. Non chiedono di meglio i miliziani se non di vedere i due apparenti alleati prendersela l'uno con l'altro invece che con loro. In alternativa, potrebbero far raffreddare le cose e in modo razionale trovare una via d'uscita accettabile.
 
Un'opzione militare congiunta Usa-Pakistan - forse una classica operazione incudine e martello - può essere esclusa. La scelta più saggia sarebbe per Stati Uniti e Pakistan creare l'ambiente strategico desiderato, offrendo i giusti incentivi e incoraggiando la Rete Haqqani a sedersi al tavolo dei negoziati per giungere ad una soluzione gradita da tutti. Questo permetterebbe agli Stati Uniti e ai loro alleati un'uscita che salvi la faccia, come disperatamente anelano, libererebbe il Pakistan dall'impaccio di effettuare ulteriori operazioni nelle FATA, eviterebbe la necessità di operazioni transfrontaliere di Stati Uniti e alleati e, cosa più importante, aiuterebbe a trovare una soluzione pacifica al guaio afgano.
 
Le molte follie di Leon Panetta come capo della CIA hanno portato a questa situazione di stallo e rottura dei rapporti Pakistan-Usa, e al Pentagono continua sulla stessa strada. Migliori consigli dovrebbero meritare più attenzione. Una simile disavventura potenzialmente suona da campana a morto per il suo presidente e la sua rielezione, minaccia il governo di Gilani-Zardari e coinvolge inestricabilmente e inutilmente le forze statunitensi e pakistane sul campo di battaglia. Si tratterebbe di una chiara situazione perdente, limitandosi ad accelerare la spaccatura definitiva e ponendo fine a questa dolorosa unilaterale non-relazione con un colpa di pistola!
 
Se non tornerà presto l'equilibrio in questa regione, una tale disgrazia diventerà tragicamente "la madre di tutte le follie strategiche".
 
* Generale in congedo, ex addetto militare in Australia e Nuova Zelanda
 
Fonte - http://nation.com.pk/pakistan-news-newspaper-daily-english-online/Opinions/Columns/26-Sep-2011/The-mother-of-all-follies
  
Note
[1] Dal 2004 al 2011 sono stati 270 gli attacchi di droni Usa (cifra aggiornata ad agosto 2011 con 57 attacchi nel corso di quest'anno) con un numero di uccisioni stimato tra 1.661 e 2.601 (http://counterterrorism.newamerica.net/drones)
[2] Aree tribali di amministrazione federale o FATA (Federally Administered Tribal Areas) costituiscono una suddivisione del territorio pakistano compresa tra il confine afghano e la Provincia della Frontiera Nord-occidentale, di cui facevano parte. (wikipedia)
 

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