www.resistenze.org - popoli resistenti - romania - 27-04-13 - n. 451

Ricatto padronale della Renault in Romania: minacce di delocalizzazione in Marocco di fronte allo sciopero degli operai della Dacia
 
Solidarité Internationale PCF | solidarite-internationale-pcf.over-blog.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
25/04/2013
 
Si conosceva già il ricatto all'occupazione praticato da Renault in Francia e le minacce di delocalizzazione in Europa dell'Est. Ora, inagurando la sua filiale Dacia, sono gli operai rumeni ad essere vittime di questo ricatto.
 
I movimenti di protesta si moltiplicano nelle fabbriche Dacia, parte integrante del gruppo Renault. Questo 21 marzo, gli operai della fabbrica di Mioveni, al sud della Romania, hanno cominciato uno sciopero di 36 ore per ottenere un aumento salariale di 113 euro al mese.
 
Davanti a questa mobilitazione, primo movimento ampio dallo sciopero vittorioso del 2008, la direzione brandisce la perdita finanziaria per il gruppo - 20 milioni di euro - e insinua una nuova minaccia per Europa dell'est: la delocalizzazione.
 
"Se necessario, delocalizzeremo la nostra produzione nelle nostre fabbriche in Marocco poiché non possiamo affrontare l'aumento dei costi in Romania. Le rivendicazioni dei dipendenti sono irrealistiche", ha dichiarato il vicepresidente di Dacia.
 
Secondo la direzione, gli operai rumeni sarebbero attualmente pagati in media 800 € al mese, cioè due volte la media nazionale e sei volte il salario minimo. Un notevole numero di operai ha protestato contro questi dati, parlando di retribuzioni due volte inferiori.
 
Il proprietario di Dacia in Romania ha ricordato che l'operaio marocchino ha come vantaggio quello di essere remunerato due volte meno di un rumeno.
 
L'unico sindacato in fabbrica, la SAD, fedele alla sua strategia di concertazione di classe, ha rinnegato lo sciopero ed ha chiamato gli operai a riprendere il lavoro.
 
Dacia, prima fonte di profitti per Renault
 
Tuttavia, per Renault, la riacquisizione di Dacia nel 1998, è stato un affare lucrativo. Da allora, la produzione di veicoli non ha cessato di aumentare, insieme con il ritmo di lavoro e i tassi di produttività.
 
Dacia con il modello Sandero prodotto in Romania, è oggi il motore dei profitti realizzati da Renault. Dacia permette, con la pratica dei salari bassi e della delocalizzazione, di realizzare un margine di profitti del 10%, comparabile a quelle delle automobili di lusso.
 
La nuova fabbrica marocchina, inaugurata l'anno scorso da Dacia ed elogiata dal direttore di Dacia, dovrebbe potere produrre 400.000 automobili all'anno.
 
Con quasi 8.000 lavoratori, la fabbrica rumena di Mioveni produce ogni giorno 1.400 veicoli cioè 350.000 veicoli all'anno. Fra le rivendicazioni degli operai, la diminuzione della pressione dei ritmi, disponendo ogni operaio solo di 40 secondi per ciascuna unità di operazione.
 
Nel 2012, Dacia ha ancora aumentato le sue vendite del 4,8%, per un totale di 360.000 unità, di cui soltanto il 6% è destinato al mercato interno, il resto viene diretto in modo prioritario verso la Francia, primo mercato con il 23% delle vendite Dacia.
 
 

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