www.resistenze.org - popoli resistenti - russia - 12-07-20 - n. 757

Russia: un referendum contraffatto!

Partito Comunista Operaio Russo | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/07/2020

Mercoledì 1 luglio la Russia ha adottato una revisione costituzionale che consente al presidente Putin di rimanere al Cremlino fino al 2036. Oltre alla questione del numero dei mandati presidenziali, questi emendamenti introducono anche nella Costituzione russa i principi conservatori del presidente (fede in Dio, matrimonio riservato agli eterosessuali, insegnamento patriottico...).
Qui di seguito riproduciamo il testo del Partito Comunista Operaio Russo:


Riassumiamo brevemente ciò che è già noto dagli annunci ufficiali del cosiddetto "voto popolare per gli emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa":

Putin ha deciso di modificare la costituzione di Eltsin e di garantire al contempo il suo regno per i molti anni a venire. Va notato che il presidente e le autorità hanno tenuto pienamente conto dell'esperienza di Eltsin e hanno agito in modo attivo, aggressivo e si potrebbe dire "creativo".

Nel 1993 Eltsin sparò sul Parlamento, depose la Corte costituzionale, sputò sulla legge referendaria e secondo le proprie regole, condusse un'inchiesta sul testo sconosciuto della Costituzione, elaborato da specialisti borghesi. Non fu proposta alcuna alternativa, se non quella chiamata "nuova Russia" sotto la bandiera di Vlasov. Nel 1993 Eltsin, secondo le cifre ufficiali, ricevette il sostegno del 58,4% degli elettori (con una partecipazione del 54,8%). In altre parole, circa un terzo degli elettori. Secondo la legge referendaria, una Costituzione del genere non poteva essere considerata approvata, ma dopo aver sparato sul Consiglio Supremo non vi fu alcuna possibilità di obiezione. Un anno dopo, le schede furono distrutte, nel caso in cui ciò non fosse già avvenuto. Come si dice, le prove sono state cancellate.

Putin e compagnia hanno tenuto conto di questa esperienza e agito in modo analogo, ma ancor più senza cerimoniali e senza vergogna. Un testo non compreso è stato sottoposto a votazione. Non sono state neppure permesse alternative e inoltre, è stato superato Eltsin non permettendo assolutamente alcuna campagna ufficiale di obiezione. Per garantire la partecipazione e un migliore controllo dei processi, il voto è stato prorogato di una settimana, sottoscritto per via elettronica e un ampio numero di voti è stato organizzato a domicilio e persino nei cortili. L'intero processo è stato accompagnato da una serie di promesse di ogni tipo, di benefici e di pagamenti, una campagna ufficiale molto aggressiva in un'unica direzione, prima e durante i giorni di votazione. Come con Eltsin, la stessa Corte Costituzionale ha agito come principale propagandista, affermando che le restrizioni costituzionali alla presidenza di due mandati non si applicano a Putin.

La sorveglianza totale della polizia, che si nascondeva dietro la lotta contro la pandemia, non ha permesso a nessuna parte dell'opposizione di protestare più o meno forte, neanche su Internet. Il controllo del voto è stato abolito e sostituito da osservatori provenienti da camere civili filo-governative. E il risultato atteso è stato ottenuto grazie a tutte queste pressioni, meglio che con Eltsin. Con il 68% di partecipazione alla settimana, il 78% avrebbe votato "PER", ossia poco più della metà (53%) di tutti gli iscritti alle liste elettorali. Ad esempio, la "legittimità" della costituzione di Eltsin, coperta di sangue nell'ottobre 1993, è in qualche modo rafforzata e abbellita dai complimenti della propaganda: "La gente ha sostenuto le iniziative del presidente e ha votato per il futuro della Russia". "Non sono state riscontrate gravi violazioni". E soprattutto, questo è stato necessario agli organizzatori del voto: "I russi hanno riaffermato il loro desiderio di stabilità; per chi può partire a Heathrow sono necessari grandi shock. (In altre parole, solo gli agenti occidentali possono opporsi, ma non i cittadini russi).

Ma tutto questo sembra essere una "falsità" totale. In altre parole, i cittadini sono stati semplicemente invitati a firmare la ricevuta di un pacco imballato e timbrato dalle autorità. E in un angolo di questo "pacco", c'è nascosta la carica principale, la presidenza permanente dell'attuale "garante" della Costituzione borghese, vale a dire Putin. E per evitare che un tale dubbio carico attiri l'attenzione, le confezioni colorate della "lista dei desideri" sono arrotolate intorno. Volete vivere in un paese in cui i funzionari non rubino? Ecco, prego. Avete bisogno di uno Stato che si preoccupi delle persone che lavorano, delle pensioni, che garantisca i salari? Ecco, tenete. Può la Commissione far sapere se tale Stato è tenuto a vigilare sulla cultura, l'ecologia, la lingua materna e l'integrità territoriale? Per l'amor di Dio! La carta, come si dice, supporterà tutto.

Ma chi ha detto che tutto questo sarebbe stato rispettato e attuato? Quante di queste cose sono state registrate nella Costituzione borghese della Federazione russa del 1993, prima di questi emendamenti e che i russi hanno visto realizzarsi? Allora perché, nel caso della "modifica" della Costituzione, tutto sarebbe diverso? Ingenui sono coloro che, avendo votato per "il paese in cui vogliamo vivere", hanno immaginato che avrebbero effettivamente visto un paese del genere domani. Il capitale al potere in Russia aveva bisogno di emendamenti costituzionali per rafforzare il potere e la posizione e non per migliorare la vita dei lavoratori russi. La vita reale comincerà immediatamente a scoprire la contraffazione imposta ai cittadini attraverso questo referendum e a rivelare la sua vera essenza anti-popolare. E gli sconvolgimenti di cui la borghesia russa ha così tanta paura, continueranno ostinatamente per la loro strada, come unico possibile emendamento a favore dei lavoratori della Russia.

Solo la lotta dà diritti ai lavoratori!

Centro stampa del Comitato centrale del PCOR-PCUS, 2 luglio 2020


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