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Popolo saharawi: autodeterminazione e indipendenza
 
Alberto Alvarino Atienzar - Granma
05/01/2008
 
Nel 1960, quando il processo di decolonizzazione nel mondo appariva irreversibile, in quanto risultato del nuovo rapporto di forze emerso dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’ONU approvò la Risoluzione 1415, che riconosceva il diritto dei popoli colonizzati a decidere liberamente sul loro futuro.
 
Senza possibilità di scelte diverse da quella della lotta armata, il 10 maggio 1973 si svolse il congresso costituente del Fronte Popolare di Liberazione di Saguia, El Hamra e Rio Oro (POLISARIO), autentico rappresentante politico e militare del popolo saharawi nell’ex Sahara Spagnolo. Dieci giorni dopo, la nuova organizzazione armata ebbe il suo battesimo del fuoco con l’assalto ad una caserma spagnola e cessò di combattere solo al momento della resa delle truppe spagnole. Con la partenza dell’ultimo dei soldati spagnoli, venne proclamata l’attuale Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD).
 
Il territorio della nuova nazione, consegnato allora dalla Spagna a Marocco e Mauritania, continuò ad essere scenario di incessanti combattimenti contro le forze di invasione di entrambi i paesi fino a quando, nel 1979, la Mauritania accettò la pace e riconobbe la RASD. Ma il Marocco si impossessò anche di questo territorio e la lotta armata si prolungò fino agli inizi degli anni novanta dello scorso secolo.
 
Sono trascorsi più di sedici anni da quando fu decretato il cessate il fuoco nel 1991, tra le forze marocchine – che occupano i due terzi del territorio della RASD – e il Fronte POLISARIO, in seguito alla Risoluzione 690 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che auspica un accordo tra le due parti in conflitto per la celebrazione di un referendum di autodeterminazione nel Sahara Occidentale e la creazione di una missione dell’organismo internazionale per assicurare la realizzazione di questi obiettivi.
 
Fino ad oggi tutti gli sforzi negoziali si sono rivelati infruttuosi. Il Fronte POLISARIO, autentico ed unico rappresentante del suo sofferente e combattivo popolo, esige l’autodeterminazione e l’indipendenza della RASD, proclamate il 27 febbraio 1976, mentre i dirigenti marocchini, ritardando all’infinito il referendum, cercano di ottenere l’autonomia di questa regione, colonizzando la zona occupata, che comprende il territorio saharawi più ricco di risorse, tra cui il fosfato, la pesca e il petrolio.
 
In un nuovo tentativo di ottenere una trattativa, il 30 aprile 2007, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la Risoluzione 1754, in base a cui si sono realizzati in giugno e agosto 2007 nuovi incontri, senza però registrare progressi significativi. Un terzo incontro è previsto per gennaio 2008 a New York.
 
A proposito della giusta rivendicazione del popolo saharawi, c’è da registrare la conclusione del XII Congresso Nazionale del Fronte POLISARIO, celebrato nella località di Tifariti, nel territorio liberato, scenario di cruenti combattimenti contro l’occupante marocchino.
 
In questo congresso, alla presenza di 1.750 delegati, si sono alzate le voci solidali di circa 250 invitati, rappresentanti di partiti politici, movimenti e organizzazioni progressisti, principalmente di Africa, America Latina ed Europa. E’ stata ascoltata la voce della delegazione cubana, che ha confermato appoggio e immutata solidarietà al popolo fratello saharawi, alla sua giusta lotta per il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza.
 
L’assise ha tratto un bilancio a partire dal precedente congresso, ha analizzato la situazione internazionale e nazionale, i fenomeni sociali interni e i compiti più urgenti; ha eletto il suo nuovo Segretariato Nazionale, composto da 41 membri, e ha riconfermato come segretario generale del Fronte POLISARIO Mohamed Abdelaziz, che dal 1976 – dopo la morte in combattimento del leader nazionale e martire della libertà e della dignità, Uali Mustafa Sayed – dirige i destini del Fronte e della nazione saharawi.
 
I partecipanti e le delegazioni invitate hanno lanciato un appello urgente alla comunità internazionale e in particolare all’Organizzazione delle Nazioni Unite perché venga garantito il processo di pace nel Sahara Occidentale. Nel documento si esprime la convinzione che l’ONU, in quanto garante del diritto del popolo saharawi, deve agire con fermezza per far uscire la situazione dallo stallo, esigendo dal Marocco il rispetto e l’applicazione delle risoluzioni sul Sahara Occidentale.
 
Si sottolinea anche che i negoziati diretti tra il Regno del Marocco e il Fronte POLISARIO devono culminare in una soluzione giusta che permetta l’autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale, che affermi la competenza dell’ONU in questo conflitto. A tal fine, si esorta la comunità internazionale a far si che il Marocco rispetti i diritti inalienabili del popolo saharawi.
 
Le delegazioni straniere, che hanno assistito all’evento, hanno rilevato che solo una soluzione giusta e pacifica, basata sul diritto all’autodeterminazione del popolo della RASD, attraverso un referendum libero e democratico, rappresenterebbe un contributo effettivo alla pace, alla stabilità e alla cooperazione nel Maghreb e nel mondo.
 
Inoltre, il Congresso ha approvato una dichiarazione in cui si afferma, tra l’altro, che il Fronte POLISARIO prenderà parte al terzo giro di trattative dirette; ma si avverte che, in caso di insuccesso di questi colloqui, si rischierà una ripresa delle ostilità; si esprime così l’auspicio che il Marocco non lasci sfumare questa occasione per una pace giusta e definitiva.
 
Ma a prescindere da questo importante e storico congresso e dalla lotta sostenuta, l’aspirazione del popolo saharawi rappresenta di per sé una causa del mondo progressista; si tratta dell’unica colonia dell’Africa e di un conflitto che si prolunga da oltre 30 anni, la cui soluzione è stata sollecitata ripetutamente dalle Nazioni Unite.
 
Il XIV Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati, alla presenza di 116 stati membri, ha appoggiato energicamente gli sforzi del Segretario Generale dell’ONU per arrivare ad una soluzione politica, reciprocamente accettabile, che preveda la libera determinazione del popolo del Sahara Occidentale e ha invitato le parti e gli stati della regione a cooperare pienamente con le Nazioni Unite.
 
Il popolo saharawi e il suo legittimo e unico rappresentante, il Fronte POLISARIO, sono decisi a raggiungere l’autodeterminazione e l’indipendenza, come ha ribadito il congresso, e la loro lotta sollecita l’appoggio internazionale, in risposta all’oltraggio colonialista, nel secolo nato da poco.
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare