www.resistenze.org - popoli resistenti - saharawi - 18-02-10 - n. 307

da saharalibre.es/frentepolisario.com
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Ritirato dall'agenda della Commissione il dibattito sull'illegalità della pesca nelle acque del Sahara occidentale
 
di A. R. Suárez - Canarias-semanal.com
 
05/02/10
 
Il rapporto elaborato dai servizi legali del Parlamento Europeo, che prevede la sospensione della pesca dell'UE nelle acque del Sahara Occidentale occupato, è stato rimosso dall'ordine del giorno della riunione della Commissione per la pesca su richiesta del presidente di tale commissione, la deputata spagnola del Partito Popolare, Carmen Fraga Estévez.
 
Il rapporto, emesso nel luglio 2009, ma il cui testo non è stato disponibile fino ad oggi, adotta la linea giuridica delle Nazioni Unite del 2002 e stabilisce che lo sfruttamento delle risorse naturali saharawi da parte del Marocco non può avvenire senza il consenso ed il beneficio del popolo saharawi.
 
Contro l'opinione della Commissione Europea, i servizi legali del Parlamento hanno concluso che, effettivamente, i saharawi non si sono avvantaggiati dell'accordo di pesca firmato tra UE e Marocco.
 
La questione era stata inserita nell'elenco di discussione all'ordine del giorno della riunione della Commissione per la pesca di giovedì 28 gennaio.
 
Tuttavia, il suo presidente Carmen Fraga Estévez, figlia dell'ex ministro franchista fondatore del Partito Popolare, Manuel Fraga Iridarne, ha deciso di "rinviare la discussione alla prossima riunione", adducendo problemi di tempo.
 
Una decisione non piaciuta ad alcuni degli europarlamentari presenti alla riunione che chiedevano un dibattito aperto prima dell’incontro annuale della commissione mista UE – Marocco, incontro che si terrà la prossima settimana a Rabat.
 
L'europarlamentare svedese Isabella Lövin ha comunque chiesto alla Commissione per la pesca qualche prova che dimostrasse il beneficio ricevuto dal popolo saharawi dopo l’accordo di pesca tra l’UE ed il Marocco e se questo beneficio fosse soddisfacente.
 
Fraga Estévez ha risposto che "la commissione non se ne sarebbe occupata in quella riunione", argomentando l’importanza di dedicare più tempo alla presenza del ministro spagnolo per la pesca, Elena Espinosa.
 
Il 30 dicembre 2009, venticinque organizzazioni non governative sahariane hanno inviato una lettera alla commissione per la pesca, sottolineando il fatto che il popolo saharawi non era stato consultato riguardo quell’attività dell'UE nel proprio paese e ribadendo che tali attività nelle acque del loro territorio non avevano reso loro alcun beneficio.
 
Il Fronte Polisario, rappresentante legittimo del popolo saharawi, ha detto la stessa cosa già in numerose occasioni.
 
La coordinatrice internazionale di WSRW (Western Sahara Resource Watch - www.wsrw.org), Sara Eyckmans, ha dichiarato: “Non si intravede un’istituzione europea coerente con il diritto internazionale, come stabilito dalle Nazioni Unite nel 2002. E’ deludente che alla fine tale decisione tanto criticata sulle attività di pesca dell'UE non sia stata dibattuta. Sarebbe stato importante ed anche interessante ascoltare la posizione del Comitato di Pesca del Parlamento Europeo, rispetto a questo rapporto, prima della riunione della Commissione mista la settimana prossima a Rabat."
 
Sara Eyckmans ha ribadito che "l'UE deve rispettare la legalità internazionale e smettere di pagare un paese occupante per pescare in acque che non sono sue".
 
L'impressione che si ricava dall’appoggio dell'UE all'occupazione illegale del Sahara Occidentale da parte del Marocco, manda all'aria - conclude Eyckmans - la reputazione delle istituzioni europee, bandiera del processo di pace auspicato dall'ONU".
 
I pescherecci dell'Unione Europea pescano nelle acque del Sahara Occidentale dal 2007, in base all'accordo di pesca firmato col Marocco.
 
La Spagna è il membro dell'UE che più beneficia di questo accordo: dalla sua entrata in vigore, marzo del 2007 con validità fino al 2011, ha ricevuto 100 delle 119 licenze di pesca concesse dal regno alawita e l'autorizzazione a pescare 400 tonnellate annue di pesci come sardine, sgombri e sugarelli.
 
L'approvazione dell’accordo ha coinciso con la visita ufficiale del Primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero alla conclusione della VIII Riunione di Alto livello fra Spagna-Marocco.
 
A tale riunione Zapatero ha mostrato il suo apprezzamento ed interesse ad intensificare le relazioni con la vicina dittatura, pronunciandosi a favore del "piano di autonomia" per il Sahara proposto da Mohamed VI, programma di prevenzione dall’autodeterminazione del territorio occupato.
 
Quasi tre anni dopo e pochi giorni prima che europei e marocchini celebrino le loro sessioni periodiche sui temi relativi a detto accordo, la deputata e figlia del fondatore del Partito Popolare Carmen Fraga Estévez, ci ricorda che, a dispetto delle dichiarazioni opportuniste effettuate sul recente sequestro in Spagna di Aminetu Haidar, i due maggiori partiti si alternano al governo del paese sono pienamente d'accordo per quanto riguarda gli impegni assunti con la monarchia alawita.
 
Tra le molte voci che hanno denunciato il saccheggio delle risorse ittiche del Sahara occidentale da parte dell'Unione Europea e della potenza occupante nei territori in questione, c’è proprio quella della nota attivista saharawi Aminatou Haidar. Intervistata sul vero carattere dell'accordo di pesca europeo-marocchino, Haidar ha detto "l'accordo minaccia il futuro delle nostre generazioni più giovani, condannandole ad una vita in povertà e contribuisce a rafforzare la repressione marocchina contro il popolo saharawi".
 
Fonti della Commissione Europea hanno dichiarato alle agenzie di stampa che, nonostante il rapporto del proprio dipartimento legale e le multiple ed ignorate risoluzioni dell'ONU, la questione del Sahara non è all'ordine del giorno della prossima riunione congiunta tra Commissione europea e Marocco che si terrà a Rabat per monitorare le questioni relative all’accordo sulla pesca.
 
 

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