www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 31-03-10 - n. 312

da Forum Belgrado per un mondo di Eguali
 
1999: L'aggressione della NATO contro la Serbia (RFJ) è stata un crimine contro la pace
 
Il 24 marzo è l'11° anniversario dell'inizio dell'aggressione della NATO contro la Serbia (Jugoslavia). Durante i bombardamenti durati 78 giorni, tra le 3.500 e 4.000 persone sono state uccise e circa 10.000 ferite, due terzi delle quali erano civili. Quanti invece sono morti a posteriori, come conseguenza di ferite pesanti, dell'uso di missili all'uranio impoverito, di bombe a grappolo inesplose e altre armi di uccisioni indiscriminate e di distruzione, è difficile da stabilire. Il danno economico è stato valutato al momento in oltre 100 miliardi di dollari.
 
Dopo l'aggressione il Kosovo Metohija è stato occupato da circa 40.000 soldati della NATO, denominati KFOR, sotto la bandiera delle Nazioni Unite. Circa 250.000 serbi e altri non albanesi sono stati etnicamente espulsi dalla Provincia autonoma serba.
 
Undici anni dopo ancora non è stato permesso loro di ritornare a casa dei loro antenati. Mentre la Provincia era gestita dalla missione delle Nazioni Unite (UNMIK), oltre 150 chiese e monasteri medievali serbi sono stati distrutti dai terroristi albanesi, decine di migliaia di case serbe sono state date alle fiamme, decine di cimiteri sono stati distrutti o profanati, non lasciando tracce della cultura serba e del cristianesimo.
 
Il cosiddetto piano di Marty Ahtisary di una graduale indipendenza del Kosovo e Metohija non è mai stato approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Nonostante ciò esso è in fase di attuazione. Nel febbraio 2008, con il sostegno di USA, Gran Bretagna, Germania e Francia, i separatisti albanesi e i leader terroristi dell'UCK, hanno dichiarato unilateralmente la separazione della provincia dalla Serbia; violando così il Consiglio di Sicurezza dell'ONU e la Risoluzione 1244 (del 1999) che esplicitamente garantisce la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia (RFJ).
 
Il primo paese a riconoscere questa indipendenza illegale è stato l'Afghanistan, seguito dagli Stati Uniti e dai loro più stretti alleati. Nonostante l'enorme pressione dell'amministrazione degli Stati Uniti sugli altri paesi, questa creatura illegale denominata "Repubblica di Kosovo" è riconosciuto da meno di un terzo dei membri delle Nazioni Unite. Anche l'Unione Europea non ha potuto raggiungere l'unità sulla questione, infatti cinque paesi membri si rifiutano di obbedire alla richiesta diretta di Washington: Spagna, Grecia, Romania, Slovacchia e Cipro.
 
Il Kosovo è oggi gestito da Hashim Thaci, ex leader del terrorismo UCK (noto come il "serpente") e dai suoi compagni, molti dei quali hanno unito le loro specializzazioni: dal terrorismo al traffico di droga e di esseri umani, e altri affari della criminalità organizzata internazionale. Oltre il 50 per cento della popolazione in Kosovo e Metohija è disoccupata. Circa l'80 per cento dell'eroina contrabbandata in Europa passa attraverso ed è sotto il controllo delle mafie albanesi del Kosovo.
 
Molte organizzazioni della società civile in Serbia ricordano al popolo nei giorni di questo triste anniversario, che l'aggressione della NATO è stato un "crimine contro la pace e la stabilità". E' stato perpetrato in contrasto con la Carta delle Nazioni Unite, senza l'approvazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, contrario allo stesso Atto costitutivo dell'Alleanza e in violazione delle Costituzioni nazionali di tutti i paesi membri della NATO, Stati Uniti inclusi.
 
Negli Stati Uniti e in altri paesi membri della NATO si continua a dare la colpa alla Serbia, a Slobodan Milosevic e al suo governo, ed anche all'intera nazione serba, cercando così di coprire le proprie responsabilità per i crimini, la distruzione e le altre conseguenze tragiche. Ricordiamo che quest'aggressione è stata perpetuata con il fine della dislocazione delle basi militari USA e delle loro truppe verso est (Russia), Mar Caspio, Asia Centrale e Medio Oriente.
 
L'aggressione contro la Serbia (RFJ) nel 1999 aveva, tra gli altri scopi, quello di creare un precedente per interventi militari in tutto il mondo, senza il consenso del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Molti nuovi libri che analizzano le motivazioni reali e le conseguenze della aggressione della NATO, stanno per essere pubblicati in Serbia in coincidenza con questo anniversario. Ex generali serbi, diplomatici, studiosi, politici sono impegnati in uno sforzo straordinario per presentare la verità della politica imperialista di USA e NATO, attuata 11 anni fa sulla Serbia (RFJ).
 
Mentre i media controllati del governo tentano di minimizzare il crescente sentimento popolare anti-NATO, tanti altri stanno dedicando molto spazio alla necessità di aprire la critica alla politica USA/NATO di dominio, e alla politica ufficiale governativa pro-NATO.
 
Dopo il recente appello pubblico a tenere un referendum sulla questione della NATO, oltre 200 intellettuali, tra i più importanti della Serbia, hanno già dato l'adesione; proprio in questi giorni è stata proposta un'iniziativa, al fine di includere nella Costituzione, la neutralità militare del paese rendendo così impossibile l'adesione alla NATO, o a qualsiasi altra alleanza militare.
 
Il 24 marzo, in diversi luoghi a Belgrado e in tutto il paese sono stati deposti fiori sulle tombe e i monumenti per le vittime dell'aggressione della NATO.
 
Zivadin Jovanovic - Presidente del Forum Belgrado per un mondo di Eguali
 
Traduzione a cura del Forum Belgrado Italia
 
 

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