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Postato darisiko <http://it.geocities.com/comedonchisciotte> il Sunday, 04 May @ 09:00:00 CEST
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Il piano per invadere la Siria fu redatto anni fa

Alcuni cinici sostengono che George W. Bush ed i suoi consiglieri più vicini – ai quali i cinici si riferiscono come "ruffiani assetati di sangue" – sono soltanto una gang di viziosi, impuniti bugiardi. Ma questa definizione viene messa in ombra dal cumulo di calunnie che si riversa sul buon nome di questi grandi leaders. Su di loro si è malignato, sono stati accusati falsamente di mentire. Invece, per quanto riguarda i loro piani di conquista mondiale, questi cosiddetti “ruffiani” sono sempre stati veramente onesti. Come ben sappiamo, lo stupro dell'Iraq (o, come gli storici futuri senza dubbio la denomineranno, "l'alba dell'impero degli Sciiti") è stata pianificata apertamente parecchi anni fa, da un gruppo di estrema destra guidato da Dick Cheney e Don Rumsfeld. Ora risulta che le ultime minacce alla Siria – minacce di sanzioni, di attacchi “chirurgici”, di cambi di regime – erano solo un ripetere scimmiesco di ciò che era stato accuratamente pianificato, da praticamente le stesse persone, molto prima che il regime-Bush prendesse il potere.


Come abbiamo segnalato spesso qui il progetto, generato da Cheney-Rumsfeld, per il nuovo secolo americano fu pubblicato con orgoglio e prevedeva l’imposizione da parte degli USA di “basi straniere” nell’Asia Centrale e nel Medioriente. Era stata perfino prevista l'esigenza di quello che hanno denominato "un evento tipo Pearl Harbor" per galvanizzare il pubblico americano affinché sostenesse il loro ambizioso progetto. Gli scopi di questo progetto sono stati dichiarati piuttosto apertamente: assicurarsi il dominio economico e politico degli USA nel mondo, strangolando qualsiasi "rivale" potenziale o qualsiasi alternativa possibile al capitalismo cronicamente rapace desiderato dagli estremisti del PNAC. Questa dominazione sarebbe stata mantenuta all’infinito tramite minacce, presenti, future e frequenti, di violenza (una tattica conosciuta altrove come “terroristica”).

 

Il PNAC fu anche molto onesto nel definire il ruolo dell’Iraq in questa crociata per l’Impero, con la dichiarazione chiara dell’esigenza di una presenza militare USA nella zona per una costante “supervisione” sostituente “il regime di Saddam Hussein”. Non vi sono citazioni nel progetto relative a “liberazione”, “armi di distruzione di massa” o connessioni con il terrorismo. La dominazione della ricchezza petrolifera di questa regione, e quindi gli svuluppi economici/politici del mondo nelle decadi a venire- avevano la necessità di una presenza militare in Iraq: molto più semplicemente.

 

Ed ora ce l’hanno. E ancora è tutto piuttosto chiaro. Per chiunque si preoccupi di osservare. La scorsa settimana il Pentagono ha annunciato che si “aspetta” (cioè richiede) di avere un accesso di “lungo termine” ad almeno quattro grandi basi in Iraq, come il New York Times riporta. (Rumsfeld, o “La Volpe” come i cinici amano chiamarlo, ha poi fatto pubblicare una smentita che non smentisse).

 

Anche se centinaia di migliaia di musulmani sciiti armati ed arrabbiati ora reclamano uno Stato Islamico nella nuova satrapia di Bush ciò può ancora causare una lieve seccatura per i nuovi padroni, per i generali e i commercianti di armi, i nuovi comandanti dell’Iraq ritengono che il fastidio verrà però presto tacitato e tramite Fort Pretzel e la base aerea Carlyle procederà il “nuovo secolo americano”. Del resto questo era il fine del recente macello: come Cheney e Rumsfeld avevano dichiarato chiaramente anni fa. Alcuni mesi prima del 2000 un profetico programma per punti del PNAC segnalava come gli alleati coi loro aiutanti avrebbero preso la Siria: innanzitutto “stringendo le viti” con denunce continue e sanzioni economiche, poi con un’escalation militare, come Jim Lobe dell’Inter-Press Agency riporta. Gli artefici di questo documento includono Elliot Abrams, condannato come spergiuro e ora responsabile per la politica di Bush sul Medioriente: Douglas Feith, uno dei principali aiutanti della “Volpe”; Paula Dobriansky, sottosegretario di Colin Powell e consiglieri influenti del Pentagono quali David Wurmser, Michael Leeden e gli altri di buon cuore, Richard “spacciatore di droga” Perle.

 

Il rapporto ebbe grande risalto dalle parti del Comitato degli Stati Uniti per la Libertà del Libano, un curioso gruppo di americani cristiani di estrema destra, ebrei americani di destra, e pochissimi esiliati libanesi. Il loro scopo -ovviamente- si collega al fatto che la Siria ha mantenuto “un accesso di lungo termine alle basi militari” in Libano. Costoro usano la loro presenza per esercitare pressione economica sulla politica libanese. Certo, alcuni cinici, potrebbero dire che questa situazione è principalmente causata dall’occupazione Israeliana che dura da più di 18 anni del Libano, o dalla presenza militare decennale, e ancora in corso, degli USA sul suolo giapponese, coreano, tedesco, italiano, britannico, panamense, ecc. Ma sapete quanto sono cinici questi. Del resto l’americano USCFL ha fornito un'importante analisi letteraria e critica sulla percezione dei popoli mediorientali, così come seminari, intitolata "anche gli arabi non amano gli arabi". Ma la predisposizione mentale di questo gruppo, i cui membri sono ora nei corridoi imperiali di Washington, è forse meglio illustrata attraverso la sua pubblicazione del 2001 dal titolo “petizione contro gli sponsor del terrorismo” (eccettuati ovviamente i governi che hanno sempre ricorso alla violenza per ottenere i loro scopi ma guidati da graziosi uomini bianchi educati a Yale o Oxford). In questo scritto i pro-Bush chiesero che sei “Stati Canaglia” (Afghanistan, Iraq, Siria, Iran, Libia e Sudan) venissero governati direttamente dagli USA dopo una terrificante campagna militare con molti morti. Gli Stati Uniti avrebbero poi “occupato questi territori fino a ché non avessero avuto governi fedeli” che permettessero “accessi a lungo termine” alle basi militari. E quanto forte sarebbe stata l’azione militare USA? L’USCFL è stata, come sempre, ammirevolmente, e brutalmente, esplicita: “l’America deve dare un esempio chiaro, identico a quello di Hiroshima e Nagasaki. Se non ti pieghi ti spazzerò via dalla faccia della Terra”. E’ questo ciò di cui i pro-Bush stanno realmente parlando nella loro diatriba di paura-commerciale che visualizza “la pistola fumante del terrorismo in una nube a forma di fungo”?

http://www1.iraqwar.ru/iraq