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Damasco riprenderà il controllo della Siria meridionale, che vi sia o meno accordo tra russi e israeliani

Elijah J. Magnierle | afrique-asie.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/06/2018

La Russia ha deciso di aprire un dialogo con Israele per portare la Siria meridionale sotto il controllo del governo centrale di Damasco, nonostante l'accordo di tregua raggiunto pochi mesi fa tra Stati Uniti, Russia, Israele e Giordania. Mosca sta ancora negoziando i dettagli dell'accordo con Damasco e Teheran per garantire che i suoi principali alleati non lo rifiutino e preferiscano imporre la loro volontà a Israele.

Fonti ben informate sullo sviluppo dei negoziati tra Mosca e Tel Aviv informano che ci sono ancora alcuni dettagli in sospeso perché Israele teme un ritorno degli alleati della Siria (Iran e Hezbollah) sul suo confine con la Siria, che è in realtà la linea di demarcazione del 1974 stabilita dopo la guerra arabo-israeliana del 1973.

Secondo tali fonti, è stato deciso di eliminare la presenza di circa 1500 attivisti Daech che occupano otto villaggi nella zona di frontiera di Quneitra tra Giordania, Israele e Siria sotto il nome dell'Esercito di Khalid bin al-Walid. A questi attivisti sarà offerta la possibilità di essere trasportati in autobus a nord, nei pressi di al-Sukhna, dove c'è ancora una sacca di Daech completamente circondata dall'esercito siriano e dai suoi alleati e, anche adesso, è teatro di operazioni militari per eliminare ciò che rimane del gruppo terrorista. Un'altra sacca dell'ISP è ancora attiva sotto la protezione delle forze di occupazione statunitensi nelle province di Hassaké e Deir Ezzor nel nord-est della Siria.

La Russia ha trasmesso la determinazione di Damasco a riprendere il controllo del sud e la sua intenzione di usare le proprie forze - con o senza il consenso di Israele - per liberare il sud dalla presenza dei jihadisti e dei loro alleati. Sarebbe meglio per Israele accettare la mediazione russa piuttosto che finire senza alcun accordo. Infatti, se Israele rifiuta l'accordo russo, Iran e Hezbollah torneranno nel sud, pronti a reclamare le alture del Golan occupate.

Nonostante la superiorità militare di Israele, "l'asse della resistenza" (Iran, Siria e Hezbollah) ha già imposto le sue "regole di ingaggio nel Golan" di Israele, in base al quale ad ogni attacco israeliano contro le forze siriane o iraniane schierate a Levante seguiranno missili sulle alture del Golan e oltre, come recentemente avvertito dal leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah. Gli attacchi israeliani contro i trasporti di Hezbollah o contro i depositi di armi del Libano sono esclusi da queste "regole di ingaggio in Golan" per il momento.

Gli israeliani hanno ascoltato il messaggio: l'esercito siriano si sta dirigendo a sud per liberare il territorio, sia che vi sia accordo o meno. Fu a Mosca che nacque l'idea dell'accordo russo-israeliano, non a Damasco o a Teheran. Il capo russo vuole porre fine alla guerra militare e sostituirla con una guerra politica di compromesso, senza veri vincitori o vinti, dove tutte le parti usciranno più o meno incolumi con modeste vittorie.

Il ministro russo Sergei Lavrov ha affermato che "tutte le forze non siriane devono ritirarsi al più presto dall'intera area di confine con Israele a sud". Questa affermazione ha molte sfaccettature: al-Qaeda e i suoi combattenti giordani, palestinesi e stranieri si trovano nella Siria meridionale; altri combattenti stranieri e locali si unirono ai ranghi di Daesh (Khaled Bin al-Waleed Army); ma gli iraniani, Hezbollah ed i loro alleati non sono presenti nel sud.

Iran ed Hezbollah hanno addestrato e equipaggiato almeno 16 gruppi locali di resistenza siriana, tra cui "Hezbollah siriano", durante i sette anni di guerra imposti alla Siria. Questi gruppi sono presenti in ogni città siriana, compreso il sud e il nord, sono ben armati e hanno beneficiato dell'esperienza che Hezbollah ha maturato nella sua lotta contro Israele. Non c'è dubbio che questi gruppi si rivolteranno contro Israele un giorno in cui la guerra finirà, ma anche contro le forze americane, britanniche e francesi se la loro occupazione persiste nel nord del Levante.

La dichiarazione di Lavrov pone anche le basi di una soluzione per la Siria settentrionale, una volta risolta la questione meridionale. Se il modello proposto nel sud funziona senza molti danni per tutte le parti, la Russia vorrà imporlo anche a migliaia di militari statunitensi ed europei sul posto, costringendoli a lasciare il paese.

Secondo le fonti, il dialogo russo-israeliano si sta ora concentrando sui dettagli. Israele ha chiesto una zona di sicurezza di 40 km, poi 15 km, che Damasco ha respinto. Israele si è allora concentrato sul tipo di armi che la Siria dovrebbe schierare nel sud. Damasco crede che i suoi missili siano in grado di raggiungere tutto il territorio israeliano, sia che vengano lanciati da sud, da Damasco, o dalla catena montuosa tra Siria e Libano. Questa richiesta israeliana è quindi considerata ingenua agli occhi di Damasco e Teheran.

"L'asse della resistenza" è determinato a riprendere il sud. Se le forze del governo centrale siriano possono liberare Daraa, Quneitra e l'area circostante, questa sarà una vittoria per la Siria, l'Iran ed Hezbollah. Gli alleati di Damasco non hanno interesse ad essere fisicamente presenti al confine con Israele, dal momento che le forze siriane locali, incluse quelle di Hezbollah, sono abbastanza sufficienti per liberare il proprio territorio e imporre la stessa ideologia e motivazione dell'asse. "Alcuni dettagli rimangono da definire, ma l'accordo in generale è quasi concluso. L'esercito siriano libererà il sud, conquisterà il territorio togliendolo dalle mani di tutti i jihadisti (e da quelle delle forze filoisraeliane) e riaprirà il confine commerciale di Nasib con la Giordania. Una volta che gli ultimi colpi della guerra siriana verranno sparati a sud, tutta l'attenzione si sposterà verso nord, dove la situazione è più complicata e difficile. Le capacità di Putin come judoka non saranno sufficienti a rompere questo livello di complessità. È giunto il momento per i curdi di svegliarsi.


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