www.resistenze.org - popoli resistenti - sudan - 09-03-09 - n. 264

da www.contropiano.org
 
Darfur. Pompieri incendiari/umanitari al servizio dell'imperialismo
 
Due pesi e due misure. I paesi in via di sviluppo si ribellano alla Corte Penale Internazionale sul Sudan
 
La Corte penale internazionale ha annunciato di aver emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente del Sudan Omar Hassan el Beshir per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella regione occidentale sudanese del Darfur, teatro dal febbraio 2003 di un conflitto interno. Crimini di guerra e contro l’umanità: sulla base di queste accuse la Corte penale internazionale (Cpi) ha deciso di emettere un mandato di arresto contro il presidente sudanese Omar Hassan al Beshir. Lo ha riferito durante una conferenza stampa in diretta televisiva Laurance Blarion, portavoce del tribunale precisando che il presidente è ritenuto “indirettamente responsabile dell’assassinio, la tortura, gli stupri e le violenze sui civili commessi nella regione del Darfur”; la portavoce ha precisato che nel mandato di arresto sono contemplati sette dei 10 capi di accusa presentati nella documentazione fornita nel luglio scorso dal procuratore generale Louis Moreno Ocampo.
 
Tra le accuse accolte dalla corte, quelle per crimini di guerra e contro l’umanità ma non quella per genocidio. Blarion ha aggiunto che la corte avrebbe immediatamente trasmesso al governo del Sudan la richiesta di arresto contro Beshir. Nel corso della conferenza stampa, Silvana Arbia, cancelliere della Cpi ha affermato che “il governo di Khartoum si è rifiutato di collaborare con la Cpi riguardo il mandato di arresto spiccato nei mesi scorsi contro due ministri sudanesi Ahmed Haroun, responsabile del dicastero per gli Affari umanitari e Ali Abdel Rahman, noto anche come Ali Kushayb, a capo di milizie filo-governative”. Se il governo dovesse continuare a tenere questo atteggiamento di non-collaborazione, ha aggiunto Arbia “la Cpi chiederà al Consiglio di Sicurezza di adottare una risoluzione al riguardo”. Il procuratore generale Ocampo ha aggiunto che “come per Slobodan Milosevic e Charles Taylor in passato è giunto il momento per Omar Hassan al Beshir di rispondere dei sui crimini davanti a un giudice”. Ocampo ha aggiunto che Beshir non godrà di alcuna immunità presidenziale e che “potrà essere arrestato non appena si trovi nello spazio aereo internazionale”.
 
Il mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il presidente sudanese Omar al-Beshir potrebbe minacciare il delicato processo di pace nel Paese. L'avvertimento arriva dal presidente della Commissione dell'Unione Africana, Jean Ping. Secondo il diplomatico gabonese, l'Africa e' stata presa di mira in modo selettivo dal tribunale. ''Cio' che vediamo e' che la giustizia internazionale sembra applicare la sua lotta all'impunita' solo all'Africa, come se nel resto del mondo non succedesse nilla. Pensiamo all'Iraq, Gaza, la Colombia o il Caucaso''.
 
Il presidente sudanese Omar al-Beshir ha confermato che partecipera' al summit della Lega Araba, che si terra' a fine mese a Doha, nonostante il mandato d'arresto internazionale emesso contro di lui. A renderlo noto il vice ministro degli Esteri sudanese Ali Ahmed Karti. La decisione della Corte penale internazionale ''non avra' effetto sul presidente Beshir, che continuera' a portare avanti i propri compiti come di consueto'', ha spiegato il vice ministro degli Esteri Ali Ahmed Karti. ''Beshir andra' al summit della Lega Araba di Doha'' previsto per il 29 e 30 marzo, ha aggiunto. L'Egitto si e' detto ''molto turbato'' per la decisione della Corte penale internazionale di spiccare un mandato d'arresto nei confronti del presidente sudanese Omar al-Beshir per crimini di guerra, contro l'umanita' e genocidio in Darfur. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Ahmed Aboul Gheit, citato dall'agenzia stampa Mena.
 
Il mandato d'arresto contro il presidente sudanese Omar al-Beshir rappresenta un ''precedente pericoloso''. A dichiararlo l'inviato russo per il Sudan del presidente Dmitry Medvedev citato dall'agenzia RIA-Novosti. ''La decisione della Corte Penale Internazionale crea un precedente pericoloso nel sistema delle relazioni internazionali e potrebbe avere un effetto negativo sia nella situaziome interna in Sudan che nell'intera regione'', ha detto Mikhail Margelov.
 
La mano israeliana dietro la crisi e il conflitto nel Darfur
 
Muammar Gheddafi ha accusato le "forze straniere", tra cui Israele, di essere dietro il conflitto in Darfur, in Sudan. "Perche' dobbiamo ritenere responsabile il presidente Bashir o il governo sudanese - ha chiesto il leader libico, presidente di turno dell'Unione Africana - quando il problema del Darfur e' causato da parti esterne e Tel Aviv, per esempio, e' dietro la crisi del Darfur". "Non e' un segreto - ha denunciato ancora Gheddafi, citato dall'agenzia di stampa Jana - Noi abbiamo prove che dimostrano chiaramente che le forze straniere sono dietro al problema del Darfur e che stanno soffiando sul fuoco. Noi abbiamo scoperto che alcune dei principali leader dei ribelli del Darfur hanno aperto uffici a Tel Aviv e tengono riunioni con i militari per versare benzina sul fuoco del conflitto". Abdel Wahid al Nur, capo dei ribelli del Sudan liberation mouvement (Slm) ha chiesto alla guida libica e presidente dell’Unione Africana (UA), Muammar Gheddafi, di “evitare di schierarsi sul campo di battaglia del Darfur”.
 
Il commento segue le dichiarazioni di Gheddafi secondo cui “dopo l’apertura di uffici a Tel Aviv da parte di esponenti della ribellione non si può escludere un coinvolgimento israeliano nel conflitto del Darfur. “Non costituisce una sorpresa per nessuno, e ci sono prove inequivocabili del coinvolgimento di potenze straniere nella crisi dell’est del paese” ha detto Gheddafi durante una conferenza dell’Organizzazione dell’Onu per la cultura, le scienze e l’educazione (Unesco), aggiungendo che “alcuni ribelli hanno aperto uffici a Tel Aviv e si incontrano frequentemente con esponenti militari israeliani”. Al Nur, che ha più volte rifiutato di sedersi al tavolo dei negoziati con Khartoum per cercare di risolvere la crisi in Darfur e ha di recente aperto un ufficio a Tel Aviv per favorire “la normalizzazione dei rapporti” tra il popolo sudanese e lo stato ebraico, ha detto che Gheddafi “dovrebbe focalizzare le sue attenzioni sulle sfide che attendono il continente africano e il Darfur in particolare”, invece di criticare il movimento per la sua mancata adesione al processo di pace.

 
Per capire l'operazione mediatica/militare sul Darfur guarda:
il dossier allestito da Contropiano
http://www.contropiano.org/Documenti/DOSSIER/Darfur/Darfur_Dossier.htm
e su resistenze.org:
Sudan e Ciad: le strategie di Washington e Parigi
L’attualità del conflitto in Sudan
La requisitoria della Corte Penale Internazionale sul Presidente sudanese
Gli sciacalli umanitari sul Darfur
Qualche chiarimento sul genocidio
Un insidioso appello di intellettuali sul Darfur
E' umanitario l'interventismo umanitario?
Perché il Sudan rifiuta le truppe ONU
Il ruolo degli Stati Uniti nel Darfur
Una “Guerra umanitaria” per il Sudan?
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