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PC Sudanese: Stop alla repressione in Sudan

PC Sudanese | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/10/2013

Immediato rilascio di tutti i detenuti politici
Sostegno alla lotta del popolo sudanese per la democrazia, la dignità e la liberazione nazionale e sociale


Cari compagni,
Il popolo sudanese continua la sua lotta contro il regime dittatoriale. Un fattore importante che oggi accresce la costanza delle masse nel nostro paese è la consapevolezza della ferma e fraterna solidarietà dei partiti comunisti democratici e progressisti di tutto il mondo.

Da venerdì scorso, 27 settembre, si sono estese le manifestazioni sia in termini numerici, che per ampiezza e impegno, a partire dalle rivendicazioni fondamentali di tutta la popolazione. I manifestanti hanno indirizzato la protesta contro l'aumento dei prezzi e per il rovesciamento del regime. Gli slogan ripetuti sono di "Libertà, Libertà, Il popolo vuole la caduta del regime! Unità e dignità: una sola linea contro il regime".

D'altra parte, il regime dittatoriale prosegue la sua repressione contro il movimento popolare. Viene praticata quotidianamente una caccia alle streghe contro i dirigenti, gli attivisti, i sindacalisti e i personaggi pubblici. In particolare ieri è stato tratto in arresto Abd Al Fatah Rufaie, membro di spicco del Partito comunista sudanese e importante sindacalista. Il compagno Rufaie, che è ultrasessantenne e diabetico, ha bisogno di cure mediche urgenti. Come molti altri detenuti, il luogo della sua destinazione è sconosciuto. Non è stato stabilito nessun contatto con la maggioranza dei detenuti, nonostante i molti tentativi degli avvocati e delle famiglie.

Vi chiediamo di raddoppiare i vostri sforzi, aumentare le azioni di solidarietà e aiutare a liberare i detenuti politici nel paese.

Fathi, Relazioni internazionali, PC Sudanese


PC Sudanese: Rapporto sui più recenti sviluppi

PC Sudanese | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/10/2013

Colpi assassini continuano a deflagrare nella capitale
Dieci persone hanno perso la vita sabato
Le autorità sudanesi negano la responsabilità per l'uccisione dei manifestanti,
Affiorano le prime crepe tra i circoli dominanti


Cari compagni,

Le manifestazioni continuano in quasi tutte le principali città e villaggi. "Rovesciare il regime" è diventata la parola d'ordine principale della protesta. Mentre le manifestazioni stanno guadagnando slancio, è progredito il livello di organizzazione, vigilanza e determinazione.

Il regime continua a usare la forza brutale per disperdere i manifestanti pacifici: ieri, 28 settembre, nella sola Khartoum, la pratica "spara per uccidere" ha mietuto la vita di tre martiri. Dall'inizio delle manifestazioni di massa sei giorni fa, l'opposizione denuncia l'assassinio di 125 persone nelle tre città principali del paese.

La ferma, risoluta e audace posizione del popolo, ha aperto le prime crepe tra i circoli dominanti. Un portavoce della polizia della capitale attribuiva l'uccisione di manifestanti innocenti alla mano di "gruppi armati sconosciuti". Una lettera aperta firmata da un certo numero di esponenti del partito di governo, indirizzata ad Albashir, ha chiesto la cessazione immediata dell'uso della forza da parte delle forze di sicurezza e ha fatto capire che altrimenti Albashir perderebbe la sua legittimità di presidente.

Tutti i partiti di opposizione raggruppati nell'Alleanza delle Forze di Consenso Nazionale hanno rinnovato il loro impegno per rovesciare il regime e hanno assicurato il loro sostegno e la partecipazione attiva alle manifestazioni. Tutti i gruppi armati, tra cui il SPLM-Nord, hanno dichiarato il loro pieno sostegno alle mobilitazioni in corso, avvertendo i responsabili del bagno di sangue contro il popolo che giungerà il giorno della resa dei conti.

Fathi
Relazioni internazionali, PC Sudanese


PC Sudanese: Giù le mani dai comunisti sudanesi

PC Sudanese | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/10/2013

Rilascio immediato di tutti i prigionieri politici
Giù le mani dai comunisti sudanesi
,
Esigere il rilascio del compagno Ali Babkir Alkinain, Segretario Organizzativo, membro dell'Ufficio politico e della Segreteria del CC del Partito Comunista Sudanese
Fermare la repressione in Sudan


Cari compagni,

le forze di sicurezza hanno arrestato ieri sera, martedì 1° ottobre, il compagno Alkinain, Segretario Organizzativo, membro dell'Ufficio politico e della Segreteria del CC del Partito Comunista Sudanese. E' stato fermato per la sua responsabilità verso il popolo e il partito. Il compagno Alkenaian, ultrasettantenne, è diabetico e soffre di pressione alta. Ha bisogno di continua assistenza medica e medicine. Nonostante i tentativi compiuti dal partito, dalla famiglia e dagli amici per assicurargli la corretta assistenza medica, nessuna risposta è arrivata dalle autorità. Hanno mostrato orecchie da mercante alle richieste di incontrare il compagno detenuto avanzate dagli avvocati.

L'arresto del compagno Alkinain giunge quando il nostro popolo sta rafforzando la resistenza e moltiplicando le azioni di massa contro il regime. Le forze di opposizione approntano i preparativi per aumentare ulteriormente la pressione sul regime e portarlo alla caduta. Stanno discutendo e concordando la forma di governo del futuro democratico del Sudan. Nessuna repressione può dissuadere il nostro popolo dal raggiungimento dell'obiettivo finale.

Oltre al compagno Alkinain, i detenuti crescono di giorno in giorno. Dirigenti di diversi partiti politici e sindacalisti stanno languendo nei centri di detenzione o nelle prigioni statali. Tra loro ci sono i compagni Sidig Yousif, Mirghani Atta Almanan, Abd Alfatah Rufaie e altri leader e membri attivi del nostro partito.

Fathi
Relazioni internazionali, PC Sudanese


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