Il capitalismo internazionale verso una nuova fase di aggravamento della sua crisi economica
Carmelo Suárez* | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
24/02/2016
I lavoratori e le lavoratrici devono riorganizzare le loro forze e prepararsi per lanciare un ampia offensiva di lotta di massa contro le nuove misure antioperaie che la borghesia cercherà di imporre.
Il capitalismo internazionale si addentra in una nuova fase, più profonda, della sua crisi sistemica
L'economia capitalista internazionale, nelle ultime settimane, somma dati che indicano un nuovo episodio di aggravamento della crisi economica scoppiata nell'estate del 2007. Questi fatti recenti consolidano le tendenze che si manifestano da diversi mesi.
Il PCPE, già nello stesso 2007, caratterizzò la crisi come sistemica, prodotto della logica interna del sistema e delle sue contraddizioni irrisolubili. Questa posizione si scontrava direttamente con coloro che volevano interpretare questo episodio come una crisi di carattere finanziario o una crisi provocata da alcune disfunzionalità del sistema o da alcune persone o entità posizionate nella corruzione. La crisi che scoppiò nel 2007 fu definita dal PCPE, in quel momento, come una crisi di sovraccumulazione di dimensioni enormi, soggetta a maggiori difficoltà di superamento dentro i limiti del sistema e come conseguenza della fase in cui era entrata la crisi generale, vincolata all'evoluzione avanzata della legge della caduta tendenziale del tasso di profitto e alla dimensione gigantesca del processo di concentrazione e centralizzazione del capitale (oligopoli).
I dati economici più recenti: paralisi del commercio mondiale, caduta del prezzo delle materie prime (in particolare del petrolio), quantità ingenti di capitale che non trovano la via per la loro capitalizzazione (riproduzione ampliata), rallentamento delle economie dei paesi che sono determinanti nella crescita del PLM (Prodotto Lordo Mondiale), settori del capitale bancario che si trovano in situazioni di difficile soluzione nell'UE, mercati borsistici che affondano…; tutte queste sono espressioni dei gravi problemi che ha il sistema capitalista internazionale.
La logica della guerra imperialista cerca di invertire i dati economici sfavorevoli
La crescente aggressività militare delle forze imperialiste è anche espressione dell'aggravamento della crisi del capitalismo. Sempre più sono attivi scenari di guerra e altro tipo di azioni violente con l'alibi della "lotta contro il terrorismo". In Siria, in modo particolare, la situazione è tesa, lì dove confluisce una complessa rete di interessi che combinano questioni geopolitiche e questioni economiche. Non bisogna dimenticare nemmeno la situazione conflittuale in Ucraina, dove si rivela anche qui la sfida tra potenze imperialiste. Si incrementano ogni giorno i rischi di ampliare ad altri luoghi gli scenari di guerra. La sfida tra le potenze imperialiste per il controllo delle materie prime e i mercati, non ha limiti.
La congiunzione di tutti questi fattori di tensione sta configurando una situazione che può sfociare nello scoppio di una nuova crisi mondiale del capitalismo, di dimensioni maggiori, sovrapposta alla crisi già esistente dal 2007 e dove la guerra imperialista, in dimensione maggiore, è ancora una volta nella storia la risorsa del capitale per cercare di superare la sua crisi.
Innalzare la lotta per l'offensiva dei lavoratori e delle lavoratrici
La classe operaia, in generale, non è stata capace in questi anni di crisi capitalista di organizzare le sue forze all'offensiva per affrontare l'intensificazione della guerra di classe che gli ha dichiarato la borghesia all'inizio del suo ciclo recessivo. Guerra cui obiettivi sono stati l'aumento dello sfruttamento e la sottomissione assoluta della classe operaia alla dittatura del capitale. Come conseguenza di questa mancanza di iniziativa/offensiva da parte del proletariato, si è creato un profondo deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i settori del popolo e un aumento estremo dello sfruttamento e della povertà.
In quest'occasione, quella che affrontiamo adesso, le conseguenze saranno maggiormente gravi per la classe operaia, se ancora una volta essa non svilupperà le capacità necessarie per organizzare il contrattacco necessario a difendere con determinazione i propri interessi.
Il capitalismo, se si confermano le conclusioni che in questi momenti traiamo dai dati economici più recenti, passerà ad un livello superiore, ad oggi sconosciuto, nell'esercizio della sua violenza contro la classe operaia e contro i popoli del mondo.
La borghesia spagnola necessita con urgenza di un nuovo governo
Nel caso della Spagna, questa situazione servirà alle classi dominanti come un alibi ulteriore per aumentare la pressione sul loro obiettivo di conseguire la formazione di un nuovo governo. Un governo che queste classi dominanti necessitano già in forma urgente, per esser nelle condizioni di esercitare questo maggior grado di violenza nello scontro capitale-lavoro. La UE sta avvertendo negli ultimi mesi che qualsiasi governo che si formerà in Spagna dovrà applicare le sue direttrici antisociali: taglio della spesa sociale, riduzione delle pensioni, nuovi attacchi al diritto del lavoro, nuove fusioni bancarie, primato dei monopoli, etc.
I partiti che hanno ottenuto la rappresentanza parlamentare hanno manifestato, tutti, la loro disponibilità a far parte del governo di cui necessita la borghesia. Per questo le negoziazioni tra Pedro Sánchez sono verso tutte le fazioni, perché qualsiasi opzione può essere valida. La nuova socialdemocrazia – Podemos – realizza giochi di prestigio che non nascondono la sua posizione a far parte del governo, con la "casta" che denunciava ieri e per gestire il capitalismo.
Il PP si è posizionato in attesa di migliori condizioni nella negoziazione, ma naturalmente esprime lo stesso entusiasmo che il resto dei partiti nella sua candidatura ad assumere il ruolo di gestore della dittatura del capitale.
Qualsiasi opzione di governo che, in queste circostante, alla fine si concretizzerà, sarà un governo alleato del capitale e pertanto, un governo nemico della classe operaia.
Le classi dominanti parassitarie hanno chiaro che, specialmente nella situazione più grave della crisi economica del capitalismo, la dicotomia sta più che mai tra loro e la classe operaia. Anche la classe operaia deve aver chiara questa dicotomia: o il proletariato o la borghesia, o noi o loro. L'opzione non è altro che il proletariato.
La classe operaia deve organizzarsi per il contrattacco
I lavoratori e le lavoratrici non devono sopportare nessuna ulteriore oppressione da parte del capitalismo agonizzante. Il capitalismo non ha soluzione, il suo unico futuro è maggior sfruttamento e maggior violenza, che si concretizzano nella maggior povertà della classe operaia.
La classe operaia deve raggruppare le sue fila per l'offensiva in qualsiasi situazione, in ogni centro di lavoro, promuovere e dare impulso all'unità sindacale e all'unità operaia intorno ad una agenda e un Programma unico di lotta, organizzare Comitati per l'Unità Operaia, che costruiscano l'unità raccogliendo i lavoratori e le lavoratrici al di là di qualsiasi sigla sindacale. Questo è il cammino che rafforzerà l'unità della classe e le sue lotte.
Bisogna lavorare in modo continuo per organizzare un ampio blocco sociale e politico con un programma centrato sulla lotta per il potere operaio e la società socialista. Un'alleanza ampia delle forze che lottano oggettivamente contro il capitalismo, un Fronte Operaio e Popolare per il Socialismo. Unendo in un solo fronte tutte le lotte operaie, insieme alle lotte della gioventù operaia e popolare, le lotte delle donne per la loro liberazione, le lotte contro la militarizzazione, le lotte della solidarietà internazionalista, ecc.
Non c'è dubbio che il Partito Comunista dei Popoli di Spagna darà impulso a questa strategia di mobilitazione sociale e di massa, senza fare un solo passo indietro. Non è possibile mostrare alcuna debolezza o il capitale ci condannerà alla schiavitù più assoluta, tutte le lotte sono da svolgere con determinazione e fiducia nella vittoria.
La solidarietà di classe e la solidarietà internazionalista sono armi fondamentali affinché ogni lotta sia la lotta di tutta la classe operaia. L'unità e l'organizzazione ci renderanno invincibili.
Dal PCPE esortiamo a rispondere alla dittatura del capitale con l'offensiva, organizzando, concentrando e preparando le forze operaie per il contrattacco, fino alla distruzione delle basi materiali della società capitalista che ci opprime e ci sfrutta. Fino a iniziare il cammino verso la società socialista-comunista.
* Segretario Generale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)
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