www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 06-04-17 - n. 628

14 Aprile: Per la Repubblica socialista e l'autodeterminazione dei popoli

Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | pcpe.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

01/04/2017

Il PCPE anche quest'anno scende nelle piazze delle cittadine di Spagna per rivendicare la Repubblica socialista e l'autodeterminazione dei popoli, in uno Stato plurinazionale, avanzando verso il nostro obiettivo di proseguire la lotta fino a conquistare un paese per la classe operaia.

Nell'86° anniversario dalla nascita della II Repubblica in quel 14 aprile del 1931, rivendichiamo ancora una volta l'importanza di un modello di Stato a carattere confederale per il futuro delle nazioni che costituiscono lo Stato spagnolo, simile al federalismo socialista della Costituzione dell'URSS.

Nell'anno del Centenario della Grande Rivoluzione d'Ottobre, i militanti del PCPE ricordano nitidamente l'aiuto internazionalista disinteressato che l'URSS e la Terza Internazionale diedero al nostro popolo nella sua eroica lotta contro il fascismo. Un orgoglio per il Partito "filosovietico", alla cui formazione nel 1984 presero parte come elementi imprescindibili centinaia di militanti comunisti che, dopo il trionfo del Fronte Popolare il 16 febbraio 1936, che il poeta Antonio Machado definì III Repubblica, difesero nella Guerra Nazionale Rivoluzionaria la legalità repubblicana legittimata nel governo del Fronte Popolare dal golpe fascista. Tutti quelle e quei militanti erano allora del PCE [Partito Comunista Spagnolo] di José Diaz e delle JSU [Gioventù Socialista Unificata, fusione tra Gioventù Socialista e Gioventù Comunista, ndt] di Trifón Medrano, di cui è erede la nostra gioventù dei Collettivi dei Giovani Comunisti (CJC) dalla loro fondazione nel 1985.

Al contrario di tutti coloro che, dopo la morte di Franco, aiutarono a sconfiggere la classe operaia e i popoli promuovendo il successo della cosiddetta Transizione avvolti nella bandiera rossa e gialla del franchismo, il PCPE ha sempre difeso invece la bandiera repubblicana, il tricolore, che insieme alla bandiera rossa della classe operaia non cesseranno di essere quelle della reale libertà del nostro popolo. In un capitalismo in crisi, capace solo di offrirci disoccupazione, miseria, violenza, la lotta oggi è per il Potere operaio e il Socialismo. Non ci va bene una qualsiasi repubblica, noi lottiamo per una Repubblica socialista che ci liberi definitivamente come classe.

Tuttavia ciò che è in marcia è l'attualizzazione dell'istituzione borghese nel processo della II Transizione, nella quale nuovamente si tornano a coinvolgere la vecchia e la nuova socialdemocrazia, così perfettamente collocate nel sistema di cui vivono. Denunciamo anche quest'anno l'intento dell'opportunismo, complice della dittatura borghese e borbonica, di togliere dalle piazze le bandiere della classe operaia (rosse e repubblicane) con i loro falsi discorsi sulla neutralità mentre accettano senza batter ciglio l'UE e la NATO.

Per tutto questo, il PCPE chiama la classe operaia e i settori popolari di tutte le nazioni e popoli di Spagna, in particolare la loro gioventù, a non perdere la Memoria delle lotte sul cui esempio crebbero molte generazioni dei migliori figli e figlie del nostro popolo. Rivendichiamo con orgoglio la loro eredità lottando per gli stessi ideali per i quali diedero la vita.

Non ci fermeremo fino a quando non saranno portati fuori dall'oblio tutti i repressi/e nelle carceri franchiste e tutti i sepolti/e nelle fosse del disonore e verrà raccontata una storia diversa da quella della Spagna ufficiale fatta di fanfare e tamburelli.

Oggi è imprescindibile continuare a lottare per il recupero della memoria storica del movimento operaio e delle sue eroiche lotte, esigendo VERITÀ, GIUSTIZIA e RISARCIMENTO per le centinaia di migliaia di combattenti che diedero la loro vita difendendo la legalità repubblicana.

Per la Repubblica Socialista a carattere confederale
Per il potere operaio e il socialismo
Per l'autodeterminazione dei popoli



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