www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 20-09-20 - n. 761

Questione repubblicana e lotta di classe

Raúl Martínez, PCTE | nuevo-rumbo.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

20/09/2020

La fuga di Juan Carlos I, in pieno periodo estivo, è stato l'ultimo episodio di una serie di scandali che hanno visto protagonista la monarchia. E la cosa non sembra placarsi. Alla storica facilità da parte dela Casa dei Borbone di dare alla luce personaggi grotteschi, si sommano le indagini eseguite sul conto di Juan Carlos in Svizzera e, per la prima volta, anche in Spagna. Pertanto, la cosa continua dando molto da parlare.

Stimolato da questo soggetto grottesco, il dibattito sulla forma dello Stato è tornato di attualità. Monarchia o Repubblica? Così si pone il dibattito. Da un lato si collocano i difensori di Felipe VI: PP, Vox, Ciudadanos e PSOE cercando di insabbiare la questione. Dall'altro, una curiosa coalizione formata da Podemos, con i suoi satelliti, e la maggior parte delle forze nazionaliste periferiche.

Ovviamente, la posizione del partito monarchico è chiara. Quella del secondo partito, non tanto. Le sue fila vanno dai borghesi indipendentisti fino ai sognatori piccoloborghesi. L'obiettivo dei primi è chiaro. L'obiettivo dei secondi è tremendamente vago. In ogni caso, la loro alleanza è tesa alla difesa dell'elezione democratica del capo dello Stato e al rifiuto della corruzione (almeno per quanto riguarda la Casa Reale). Il dibattito si muove all'interno di questo quadro che, essenzialmente, è un quadro borghese.

Sì, nel seno della borghesia esistono molteplici contraddizioni che, in condizioni di crisi, si esprimono ogni volta con meno segretezza. I capitalisti, grandi e piccoli, discutono in varie lingue di quale tetto dovrebbe coprire meglio l'edificio statale. Perché la nostra classe dirigente ha abbastanza esperienza storica per sapere che sta arrivando una tempesta. Alcuni vogliono continuare ad esser coperti dalla monarchia, seguendo il proverbio spagnolo: meglio il male conosciuto che il bene da conoscere. Altri vogliono cambiare con chi, secondo la loro opinione, saprà svolgere meglio questa funzione e c'è anche chi rivendica di scegliere separatamente il proprio ombrello istituzionale.

Quest'ultimi, i modernizzatori, sanno che almeno per ora sono in netta minoranza, anche se la Casa Reale sembra impegnata a dargli una mano. E, proprio per questo, si appellano al popolo, poiché senza di esso non è possibile che la loro proposta passi. La cosa curiosa in questo dibattito sull'architettura politica è che le classi dominanti discutono solo del tetto, ma non dell'edificio sul quale si installa, costruito sulla base dello sfruttamento dei lavoratori e della miseria di buona parte del nostro popolo.

Come le cosiddette riviste di società, comprese le loro più attuali espressioni, cercano di far sì che i più discutano sulle condizioni di vita dei meno - l'alta società - e aspirano ad esse, nel dibattito sulla forma di Stato il popolo è chiamato a sostenere l'una o l'altra forma di tetto, ma nessuna delle proposte borghesi lo invita a entrare nell'edificio. Di fatto, l'edificio è fatto per tenere a bada la plebaglia e per proteggere la sacrosanta proprietà dei padroni del paese.

La borghesia, attraverso i suoi partiti politici, discute su come riorganizzare la sua fortezza. Perché lo Stato, alla fine, è questo: la forza organizzata della classe dominante contro i dominati. In qualche modo, ci chiamano a discutere delle forme statali con le quali vogliono legarci domani. Non dobbiamo cadere di nuovo nella trappola.

La classe operaia deve avanzare il proprio progetto. E questo passa dalla distruzione dalle fondamenta dell'edificio statale della borghesia e al suo posto innalzarne uno nuovo nel quale restino fuori i precedenti padroni. Un nuovo edificio fatto a misura della classe operaia, nel quale abbia spazio tutto il popolo lavoratore, costruito per difendere i nostri interessi.

L'aspetto fondamentale della lotta di classe è l'organizzazione del potere dello Stato. E a questa festa non sono disposti ad invitarci né gli uni, né gli altri. Contro tutti loro, i lavoratori devono lanciare la propria proposta: la Repubblica Socialista. Non c'è dubbio che sia gli attuali proprietari come i suoi custodi diranno che questo non è possibile, che dobbiamo accontentarci di scegliere il tetto che ci viene proposto. Dobbiamo rispondere con i nostri piani e la nostra lotta per edificare il nostro edificio.

Questo significa che non parteciperemo all'attuale dibattito? Certo che no. Applaudiamo e stimoliamo il dibattito, vogliamo che si dividano profondamente, che si aprano ogni giorno crepe nel loro edificio, perché infine siamo noi quelli che dovremo abbatterlo a colpi di mazza. Inoltre, non dimentichiamo che il nostro popolo ha un conto in sospeso con la Casa dei Borbone. Ma non ci accontentiamo di scegliere il proprietario, vogliamo una casa senza di loro.


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