www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 13-06-21 - n. 793

Sul possibile indulto ai politici catalani condannati per il "procés"

Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) | pcte.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/06/2021

L'annuncio della possibile concessione dell'indulto ai politici catalani condannati per la loro partecipazione al "procés" ha generato differenti reazioni nello spettro politico parlamentare, dal rifiuto considerandolo "un tradimento" all'appoggio entusiasta di chi vede in esso la possibilità di "migliorare il clima politico in Catalogna".

Di fronte a questa situazione, l'Ufficio Politico del PCTE espone le seguenti considerazioni:

L'indulto fa parte della soluzione concordata nel conflitto interborghese che si è sviluppato negli ultimi anni. E' la certificazione della sconfitta della posizione indipendentista e per il Governo di Pedro Sanchez rappresenta una forma per assicurarsi la stabilità parlamentare per buona parte della rimanente legislatura.

Non ci sembra strano che il Governo utilizzi in modo interessato la figura dell'indulto, che in ripetute occasioni è stato uno strumento per archiviare gravi conflitti politici, come avvenuto con il 23-F (tentativo di colpo di stato del 23 febbraio 1981 noto anche come golpe Tejero, ndr), i GAL (Gruppi Antiterroristi di Liberazione, organizzazione paramilitare istituita dai governi del PSOE dal 1983 al 1987 contro l'ETA, ndr) o l'incidente del Yak-42 (incidente aereo in Turchia in cui morirono 62 soldati spagnoli di ritorno dall'Afghanistan e 13 membri dell'equipaggio ucraino e bielorusso, ndr).

In questa occasione, l'indulto è il passaggio necessario per risolvere attraverso l'accordo e nuove concessioni economiche e di competenze, il nuovo tentativo di certi settori borghesi catalani di stabilire migliori condizioni per lo sviluppo dello sfruttamento capitalista. L'apparato statale, che ha realizzato una dimostrazione di forza attraverso il processo e l'incarcerazione di vari dirigenti indipendentisti, necessita di risolvere la situazione con rapidità per affrontare nelle migliori condizioni altri problemi derivati dalla crisi capitalista.

Il nostro Partito ha denunciato ripetutamente il carattere di classe di questo scontro tra settori borghesi centralisti e indipendentisti, sottolineando il vicolo cieco che rappresenta per la maggioranza lavoratrice lasciarsi trascinare e lottare sotto bandiere estranee nei ripetuti tentativi di riconfigurazione della forma di dominazione borghese in Spagna.

Al contempo, consideriamo che la forma in cui l'apparato statale capitalista affronta le distinte crisi politiche - generalmente con la via repressiva - rappresenta un pericolo per l'insieme dei diritti democratici ancora in vigore, che colpiscono non solo i settori borghesi ma soprattutto i settori operai e popolari.

L'utilizzo della figura penale della sedizione e dell'incarceramento di vari responsabili politici è stato il modo di dimostrare le capacità che l'apparato statale ha per far fronte ai problemi politici - quando questi avvengono come scontro tra settori borghesi - e permette di intravedere quali saranno le vie repressive contro il movimento operaio e popolare in conflitti di carattere di classe e non interborghese. A suo tempo indicammo che la sentenza del Tribunale Supremo rappresentava un nuovo passo reazionario, per questo non ci opponiamo al fatto che non si dia effetto.

Ma nessuno si lasci ingannare, la concessione dell'indulto, al di là di quello che sostengono i settori più reazionari dell'arco parlamentare spagnolo e alcuni settori dell'indipendentismo catalano, non è una misura di concordia né suppone un allentamento del carattere repressivo dell'apparato statale, ma una nuova dimostrazione della sua flessibilità e capacità di intervento multiforme in ogni problema che affronta. Al di là delle parole magniloquenti che parlano di "tradimento" o di "concordia", siamo di fronte alla negoziazione della resa delle forze indipendentiste e la loro re-incorporazione nella governabilità statale e alla stabilità parlamentare.

Come abbiamo già segnalato ripetute volte, la crescita del nazionalismo è un pericolo per la maggioranza lavoratrice e il principale ostacolo per la sua unità, dato che porta la classe operaia e i settori popolari a porre la loro fiducia in distinte sezioni della borghesia in funzione della bandiera con la quale si ammantano.

Il paese per la classe operaia a cui il PCTE aspira non si costruisce appoggiando i piani e i progetti borghesi, ma in opposizione frontale ad essi, facendo valere l'indipendenza e l'unità della nostra classe contro i nemici e i falsi amici.

Ufficio Politico del PCTE


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