www.resistenze.org - popoli resistenti - sudafrica - 16-09-19 - n. 720

Il sindacato affiliato all'ANC minaccia lo sciopero contro le riforme economiche proposte in Sudafrica

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/09/2019

Le riforme economiche annunciate dal Ministero del Tesoro nazionale indeboliscono i diritti dei lavoratori e promuovono la privatizzazione delle imprese statali e la crescita a trazione dell'export.

I sindacati in Sudafrica hanno manifestato il loro rifiuto al piano presentato dal Ministero del Tesoro nazionale per un "risveglio" economico di fronte a una delle crisi economiche più gravi della storia recente del Paese. Persino il Congresso dei sindacati sudafricani (COSATU), che è affiliato al partito al governo, l'ANC (African National Congress, Congresso nazionale africano), si è unito alla pubblica condanna del piano neoliberista e ha minacciato un'azione di sciopero il 7 ottobre, se il piano non venisse ritirato.

Le riforme proposte sono state pubblicate il 27 agosto dal Ministro delle finanze Tito Mboweni, senza consultazioni con altri ministeri. Nel suo documento, dopo aver riconosciuto la gravità della crisi economica in Sudafrica, Mboweni offre soluzioni che la Federazione sudafricana dei sindacati di sinistra (SAFTU) critica come "una lunga lista di tutte le vecchie politiche capitaliste di destra responsabili [della crisi] in primo luogo!"

Le politiche promosse includono severe misure di austerità, la privatizzazione delle imprese statali (SOE), l'aumento della presenza di soggetti privati nei settori strategici e un focus sulla crescita guidata dalle esportazioni. Il documento propone l'esenzione delle piccole, medie e microimprese (PMI) dalle normative sul lavoro, in particolare dalla contrattazione collettiva dei salari e dal rispetto delle norme nazionali sul salario minimo.

"Il documento sta cercando di sfruttare la nostra crisi economica per perseguire un'agenda di destra, sconfitta in diversi Congressi dell'ANC", ha dichiarato il vice segretario generale del COSATU, Solly Phetoe.

Il COSATU ha criticato il Ministro delle finanze per aver rilasciato il documento senza prima presentarlo al Consiglio nazionale per lo sviluppo economico e il lavoro (Nedlac), che offre una piattaforma per le discussioni e le trattative sulle politiche economiche per lavoratori e imprese.

Nel frattempo, anche il Partito Comunista sudafricano (SACP), un tradizionale alleato dell'ANC che ha perso credibilità agli occhi di molte persone di sinistra, ha criticato le proposte sostenendo che perseguono le stesse politiche che hanno "precipitato il mondo nella crisi economica".

Il Sudafrica soffre attualmente della crisi economica più lunga dal 1945. La disoccupazione ha raggiunto il 29%, il più alto dalla crisi finanziaria del 2008. Se includiamo anche chi è scoraggiato dalla ricerca di un lavoro, il tasso di disoccupazione aumenta a oltre il 37%.

Un attacco aperto ai diritti dei lavoratori

Una delle misure del piano del Ministro delle finanze per fronteggiare la disoccupazione è la diluizione delle leggi sul lavoro che offrono tutele agli occupati. Il documento raccomanda inoltre "esenzioni totali o parziali per le PMI da determinati tipi di regolamenti sul lavoro", sostenendo che "le rigidità nelle istituzioni e nei regolamenti del mercato del lavoro aumentano i costi per le PMI".

Sostengono che la contrattazione collettiva da parte dei lavoratori può comportare un aumento dei "costi del lavoro senza aumenti coerenti della produttività", "riduce la competitività globale dei lavoratori sudafricani e può inibire la sostenibilità a lungo termine delle PMI e contribuire all'aumento della disoccupazione giovanile".

Anche sotto attacco è il salario minimo nazionale, che secondo il Ministro delle finanze "potrebbe potenzialmente avere un effetto negativo sulle piccole imprese che non possono permettersi l'aumento [dei salari]". Pur riconoscendo che le esenzioni sono già possibili per le piccole e microimprese, il documento afferma che "la richiesta delle attuali esenzioni comporta burocrazia", raccomandando così un'esenzione generale.

Questo attacco ai diritti dei lavoratori è giustificato dal fatto che mentre le grandi società possono permettersi i costi di osservanza della normativa sul lavoro, le PMI sono svantaggiate da un onere sproporzionato. Tuttavia, SAFTU nella sua dichiarazione di condanna del piano, evidenzia come il documento utilizza la "difficile situazione delle PMI per giustificare le politiche che in realtà sono richieste dai grandi gruppi monopolistici".

"Infatti, il problema più grande che le piccole imprese devono affrontare sono i monopoli che cospirano per escluderle dall'economia tradizionale, con la connivenza dell'ANC", aggiunge la dichiarazione.

"É lontano dal vero che i diritti del lavoro siano il principale ostacolo alla crescita delle PMI", sostiene SAFTU, "i maggiori problemi delle piccole imprese sono la mancanza di accesso al credito a prezzi accessibili e la mancanza di accesso ai mercati a causa della (stretta) dei monopoli". Non sono i diritti dei lavoratori ma gli amici [del Ministro delle Finanze] nelle sale dei consigli di amministrazione del grande business, le istituzioni finanziarie internazionali e le agenzie di rating del credito, i responsabili della traiettoria economica insostenibile".

La proposta di diluizione delle leggi sul lavoro "è un tentativo a malapena velato di ridurre ulteriormente le leggi che dovrebbero proteggere i lavoratori e i loro sindacati dallo sfruttamento dei datori di lavoro, i quali stanno già conducendo una guerra alla contrattazione collettiva e chiedendo un'esenzione dal pagamento del misero salario minimo. SAFTU combatterà con le unghie e con i denti contro tali mosse", si legge nell'affermazione.

Svendita del settore strategico a società private

Una delle parti più controverse del documento che ha offeso i sindacati è il trattamento riservato alla società elettrica statale Eskom. Gravata da un pesante onere del debito, la società ha urgente bisogno di un salvataggio.

Tuttavia, invece di avere un piano di rilancio per Eskom, il documento suggerisce di "vendere le centrali elettriche a carbone, possibilmente attraverso una serie di aste. Attraverso queste aste, Eskom dovrebbe vendere la centrale elettrica stessa, tutti i suoi obblighi (contratti di personale, contratti di fornitura di carbone, contratti di fornitura, obblighi ambientali, ecc.), insieme a un accordo di acquisto di energia (PPA) a un prezzo predefinito, tariffa specifica per centrale elettrica".

SAFTU si è opposto alla privatizzazione dell'impresa pubblica e incolpa la corruzione dilagante per lo stato attuale delle cose. Invece della privatizzazione, SAFTU ha richiesto la "responsabilità del creditore" [dottrina legale degli Stati Uniti in base alla quale una banca prestatrice può essere ritenuta responsabile per le perdite finanziarie di un debitore direttamente o indirettamente, ndt da wikipedia], chiedendosi se i finanziatori stranieri, tra cui la Banca mondiale, la Banca africana di sviluppo e la Banca cinese di sviluppo meritano di essere rimborsati, dato che hanno esteso un prestito di 6,6 miliardi di dollari a Eskom tra 2008 e 2018, nella "piena consapevolezza dell'estrema corruzione dilagante".

SAFTU si è anche opposto all'uso del "bilancio nazionale per aumentare il sostegno alle imprese di stato saccheggiate o indebitate". Secondo SAFTU, un modo più progressivo per finanziare il salvataggio di Eskom sarebbe quello di attingere alle risorse della Public Investment Corporation (PIC) , un ente di proprietà statale che gestisce beni per circa 150 miliardi di dollari e investe anche nel fondo pensionistico dei dipendenti pubblici (GEPF). SAFTU sostiene che spostare "gli investimenti di GEPF dalle azioni alle obbligazioni specificamente fatte per far fronte alla crisi delle imprese di stato è fondamentale per salvare Eskom (e altre SOE) dalla privatizzazione e dall'austerità".

Oltre a sostenere la vendita delle attività di Eskom a società private, il documento del Ministro delle finanze ha anche suggerito l'apertura di settori strategici a soggetti privati. Notando che "ci sono indicazioni che le società statali del settore delle telecomunicazioni saranno incaricate del lancio della banda larga del governo", il documento propone che "potrebbe essere sfruttata anche la comprovata capacità del settore privato nello sviluppo delle infrastrutture a banda larga".

Inoltre, gli elevati costi di trasporto sono stati attribuiti alla "presenza di aziende statali nel settore". Il documento prosegue suggerendo che "garantire l'accesso di terzi alla rete ferroviaria centrale è cruciale per promuovere la partecipazione del settore privato alla ferrovia e la concessione di linee".

Crescita trainata dalle esportazioni o declino guidato dalle esportazioni?

Mentre identifica il settore delle esportazioni come il potenziale motore della crescita, il documento afferma che "il Sudafrica deve promuovere la competitività delle esportazioni e perseguire attivamente le opportunità di crescita regionale al fine di sfruttare le catene del valore globali e regionali per la crescita delle esportazioni".

Al fine di accedere ai mercati esteri per le esportazioni, il documento raccomanda di negoziare accordi commerciali preferenziali con paesi stranieri. Ritenendo Nedlac un ostacolo spesso "insormontabile" nel raggiungere questi accordi, è stato suggerito di aggirare questa istituzione.

Tali politiche sono un'applicazione della raccomandazione contenuta in un rapporto della Banca mondiale del 2014 di concentrarsi sulle esportazioni come motore chiave dell'economia. Tuttavia, SAFTU ha criticato questa politica, sostenendo che la realtà dell'economia globale mostra il contrario.

SAFTU punta il dito sull'imminente recessione globale e la potenziale crisi capitalista globale, l'attuale rallentamento dell'economia cinese, la contrazione della catena globale del valore dal 28% al 22,5% delle esportazioni, il peggioramento della crisi del debito in Africa e la recente svalutazione del Rand sudafricano [valuta nazionale] che rendono la crescita delle esportazioni regionali molto meno fattibile.

Invece di mettere il Sudafrica in condizione di fare affidamento sulle esportazioni per far crescere l'economia, tali politiche porterebbero a un declino economico. L'aumento dei costi del commercio a lunga distanza a causa dell'elevato costo del trasporto marittimo e della tassa sulle emissioni di CO2 delle compagnie aeree, la guerra commerciale di Trump e l'impatto della Brexit sulle esportazioni del Sudafrica sono alcuni degli altri fattori che hanno reso il paese "estremamente vulnerabile al declino trainato dalle esportazioni".

Al contrario, SAFTU ha richiesto al governo di annunciare "un vero pacchetto di stimoli... almeno 500 miliardi di Rand per salvare la situazione dal peggioramento nel terzo e quarto trimestre". Le attuali politiche monetarie dovrebbero essere eliminate e sostituite con "un bilancio più espansivo e politiche monetarie" che consentano al governo di ridurre il tasso di interesse del 3% e far posto a maggiori investimenti.

SAFTU ha anche richiesto l'introduzione di un'imposta sul patrimonio, l'aumento dell'imposta sulle società fino al 45%, cercando "modi creativi per tassare efficacemente i redditi guadagnati sui mercati finanziari" e utilizzare le risorse così raccolte per la spesa sociale.

"La federazione invita tutti i lavoratori, le comunità e la società civile a chiedere al governo dell'ANC di respingere la scandalosa strategia politica di Mboweni e di unirsi in una campagna di massa per un Sudafrica socialdemocratico", conclude la sua dichiarazione.

Mentre sia SAFTU che COSATU hanno preso posizioni forti contro il piano proposto, il Ministro del Tesoro e delle finanze nazionale ha comunque trovato un alleato nel partito di opposizione di destra, l'Alleanza Democratica (DA), che da tempo sostiene tali misure neoliberiste.

Il ministro delle finanze ombra di DA, Geordin Hill-Lewis, ha affermato che "le riforme proposte sono favorevoli alla crescita e all'occupazione e dovrebbero essere attuate al più presto. Ora è il momento di bloccare le forze radicali", assicurando al contempo il ministro delle finanze "del nostro sostegno per farlo".


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.