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Corona e capitalismo

Partito Comunista di Svezia | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/04/2020

Molto è stato scritto sugli effetti economici del coronavirus e di come esso influenzi i diversi settori dell'economia. I governi di tutti i paesi coinvolti hanno messo miliardi su miliardi a disposizione del capitale, mentre nello stesso tempo hanno attuato numerose misure che fanno arretrare le condizioni e i salari della classe operaia. Nella misura in cui le condizioni non vengono direttamente ristrette, le singole società spostano il peso della crisi sulle spalle del capitalista collettivo: lo stato. Lo stato paga i salari, compensa i redditi mancanti e attua una politica attiva per concentrare ulteriormente il capitale ed eliminare le imprese più piccole.

Tutto ciò è rappresentato come effetto e reazione al coronavirus. La diffusione del virus offre al capitale sia l'opportunità che la possibilità di nascondere la crisi di sovrapproduzione che era già visibile prima del virus. Ogni catastrofe offre al capitale anche possibilità e le misure che ora vengono attuate non lo sono principalmente come risposta agli effetti del coronavirus, ma per allontanare la crisi della sovrapproduzione.

La crisi capitalista di sovrapproduzione è una crisi generata dal fatto che la produzione non corrisponde più alla capacità delle persone di consumare e alla capacità dei mercati di assorbire tutte le merci prodotte: la produzione ha superato il potere d'acquisto. La crisi è ciclica, torna regolarmente ed è seguita da un boom economico, per poi essere mitigato da una fase discendente. L'inizio di questa fase discendente era già possibile vederlo prima della diffusione del virus. I segnali che indicano questa direzione sono il fatto che i lavoratori flessibili nella produzione, il cuscinetto del capitale, venivano gradualmente eliminati.

Quando il coronavirus si è diffuso, il capitalismo era già sulla buona strada per la prossima crisi di sovrapproduzione e le misure ora realizzate erano state pianificate in precedenza, come risposta alla crisi attesa, o hanno il carattere di opportunismo: il capitale coglie l'occasione per razionalizzare.

Ciò che ora vediamo accadere sul mercato del lavoro e finanziario è ciò che accade sempre durante una crisi capitalista: vengono attuate misure che riducono i salari, rendono le condizioni dei lavoratori più insicure e salvaguardano i profitti delle aziende. Allo stesso tempo, le tendenze naturali verso la concentrazione e la centralizzazione del capitale che esistono sotto il capitalismo vengono potenziate. Le società più piccole e meno redditizie sono fatte fallire e i monopoli crescono ancora di più. La crisi capitalista è un'incredibile opportunità per il grande capitale e in breve, significa un salasso del capitalismo.

Prima della crisi, il capitale svedese si era preparato relativamente bene, anche se non tutto era in ordine e non aveva contato sul coronavirus. Il diritto di sciopero era praticamente stato abolito lo scorso anno, sono in corso trattative tra sindacati e capitalisti in merito a una grave riduzione della sicurezza del lavoro, sono stati aumentati gli affitti e attuate o in procinto di esserlo numerose altre misure. Dopo il coronavirus, il ritmo è stato alzato e lo stato ha messo a disposizione delle aziende centinaia di miliardi di corone, attuando inoltre una politica a beneficio delle grandi aziende a spese delle più piccole: offrendo praticamente prestiti senza interessi alle banche, ma chiedendo canoni elevati alle società più piccole quando queste posticipano i pagamenti per la sicurezza sociale, lo stato contribuisce ad aumentare la concentrazione del capitale. È importante sottolineare che queste misure sono state attuate anche senza il virus e che non si tratta di misure insolite per rafforzare il capitale in concorrenza con il capitale di altri paesi.

La crisi, indipendentemente dal fatto che sia stata o meno accelerata dal coronavirus, mostra chiaramente il mondo per come è. Manda in frantumi un'illusione dopo l'altra e diventa ancora più difficile nascondere le contraddizioni di classe. La propaganda che ci dipinge sulla stessa barca e che possiamo risolvere la crisi insieme diventa sempre più vuota. Senza esitazioni, le aziende socializzano le loro perdite e lasciano all'intera società il compito di compensarle, mentre i profitti che hanno realizzato rimangono privati. Apertamente, le aziende sacrificano i lavoratori per rafforzare la propria competitività e i profitti mentre lo stato appare apertamente come il difensore del capitalismo monopolistico, sia contro il popolo lavoratore che contro la piccola borghesia, colpita dalla crisi, proprio come la classe operaia. La classe operaia e gli altri strati sfruttati nella società, come quelli nel settore dei servizi e della piccola borghesia, hanno un interesse comune nella lotta contro il capitalismo, perché, alla fine, li schiaccia tutti: la necessità di alleanze sociali tra la classe operaia e gli altri strati sfruttati è l'unica strada da percorrere.

Insieme agli attacchi contro la situazione economica dei lavoratori, arrivano quelli contro la loro situazione politica. Paese dopo paese, le misure dirette contro la possibilità di espressione politica sono state realizzate o preparate. Sull'onda del coronavirus, scioperi e manifestazioni sono vietati; a polizia e militari vengono assegnate competenze ancora più estese e armamenti ancora più pesanti. La Bolivia offre forse l'esempio più eclatante: per mettere al sicuro il regime golpista del paese, viene applicato un lockdown [blocco] completo, impedendo ogni protesta. La tendenza politica sotto il capitalismo monopolistico va sempre nella direzione della reazione politica e l'attuale situazione offre grandi possibilità al capitalismo di sviluppare misure politiche reazionarie che può nascondere dietro la necessità di combattere la diffusione del virus.

Oltre a smascherare la natura del capitale e dello stato, la crisi capitalista di sovrapproduzione sgonfia anche il mito che gli stati-nazione stiano scomparendo. I miliardi che paese dopo paese sono stati resi disponibili per il rafforzamento delle imprese lo dimostrano. Tutte le misure dirette alla classe operaia e alla piccola borghesia attuate in un paese dopo l'altro sono a favore dei monopoli sono lì a dimostrare la ininterrotta importanza che lo stato nazionale ha per i monopoli. Lo stato nazionale non si sta disintegrando e non ha perso il suo ruolo. È ciò che è sempre stato: una parte integrante del sistema capitalista, il cui scopo è rafforzare il proprio capitale contro quelli degli altri paesi.

Il Partito Comunista di Svezia non ha interessi distinti da quelli della classe operaia. Noi lottiamo insieme ad essa e facciamo il possibile per mobilitare i lavoratori e mostrare loro le reali condizioni del mondo. Pertanto, lottiamo e chiediamo che tutto il peso della crisi capitalista sia posto sulle spalle del capitale; che tutti gli attacchi diretti contro i lavoratori vengano ritirati e tutti i tentativi di applicare i tagli fermati. Noi chiediamo che

- Nessun lavoratore debba perdere il lavoro; nessun lavoratore debba vedersi ridotto il proprio salario o peggiorate le proprie condizioni di vita e di lavoro.

- I licenziamenti annunciati vengano ritirati e i lavoratori indennizzati per lo stress e l'insicurezza cui sono stati indotti.

- Tutti coloro che saranno costretti a rimanere a casa in caso di chiusura delle scuole e delle scuole materne ricevano l'intero salario per il periodo in questione.

- L'assistenza sanitaria nazionale sia migliorata per soddisfare le esigenze dell'umanità moderna. Occupazione di massa, condizioni degne sia per i lavoratori che per i pazienti, attrezzature adeguate e realizzazione di un forte aumento della capacità di assistenza sanitaria.

- Tutte le strozzature e gli impieghi insicuri all'interno dell'assistenza sanitaria e di altri settori siano aboliti.

- L'assistenza sanitaria sia centralizzata ed praticata all'unisono in modo adeguato ed efficace e che sia garantita a tutta la popolazione.

- Il risarcimento per coloro che ricevono prestazioni sociali o altre forme di indennità sociali sia aumentato per compensare i maggiori costi che seguiranno, per esempio, la chiusura delle scuole.

- Gli hotel che ora sono vuoti vengano aperti ai senzatetto, in modo che le loro vite e salute possano essere garantite. Gli hotel dovrebbero anche essere utilizzati per ospitare strutture sanitarie senza alcun indennizzo per i proprietari.

- Tutte le misure favorevoli per la classe operaia che sono state emanate vengano rese permanenti.

- Le perdite delle imprese non vengano socializzate e trasformate in un danno per i lavoratori. Se i loro profitti sono privati, lo sono anche le loro perdite.

- Tutte le politiche reazionarie emanate siano abolite e ai lavoratori sia garantita completa libertà politica e non vengono fatti tentativi per limitare il diritto di sciopero e a manifestare.

Infine, ma non meno importante, vogliamo rivolgere il nostro apprezzamento agli eroi, che con risorse limitate e grande coraggio stanno combattendo il virus. È vergognoso che le risorse di cui avete necessità non ci siano, ma è un onore per noi e per l'intero popolo lavoratore sapere che voi esistete e che date il vostro meglio!

Partito Comunista di Svezia


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