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TKP: Il socialismo è un imperativo per la nostra salute!

Partito Comunista di Turchia (TKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/03/2020

Il ministro della sanità turco, Fahrettin Koca, ha annunciato lunedì che il numero di casi confermati di coronavirus in Turchia è salito a 47 in sei giorni dal primo caso confermato.

Denunciando l'incapacità del mondo capitalista di fornire soluzioni alla pandemia, il Partito Comunista di Turchia ha rilasciato una dichiarazione in 12 punti sull'epidemia di coronavirus in tutto il mondo, mostrando come il socialismo saprebbe fornire pratiche a favore del popolo. La dichiarazione intende confrontare il modo in cui il socialismo reagirebbe a una simile pandemia con la situazione di incompetenza degli stati di oggi.

La dichiarazione completa è la seguente:

Il mondo capitalista e la Turchia stanno scivolando in un caos disperato di fronte alla nuova epidemia di coronavirus. Non siamo condannati a questa situazione. Nella Turchia socialista, l'epidemia sarebbe facilmente controllata e le sarebbe impedito di trasformarsi in un disastro sociale per i lavoratori.

Ma come? In questo modo:

1. Tutti gli ospedali e le istituzioni private sarebbero nazionalizzati.

Oggi lo stato funziona a metà regime perché la maggior parte delle istituzioni mediche è privata. Anche gli ospedali statali sono stati ristrutturati e orientati ai profitti di mercato. Il primo compito sarebbe quello di nazionalizzare e riorganizzare tutte queste istituzioni sulla base di principi a favore del popolo, al servizio della lotta contro l'epidemia.

2. Anche le banche, gli impianti industriali e il settore dei servizi sarebbero nazionalizzati.

Queste nazionalizzazioni accrescerebbero notevolmente il potere statale nella lotta contro l'epidemia. Oggi, il governo orientato al capitale è impegnato a tagliare la spesa pubblica per trasferire le risorse ai padroni in crisi. Nelle circostanze attuali, tuttavia, tutte le risorse sarebbero state utilizzate per lo sviluppo e la protezione della salute pubblica.

3. Le nazionalizzazioni consentirebbero una pianificazione centrale.

Pianificazione centrale significa volontà politica dei lavoratori. Questo è l'unico modo per affrontare un problema sociale in modo razionale usando tutti i mezzi disponibili. Oltre a pianificare la produzione, in agenda entrerebbero le città, gli spazi pubblici e i trasporti.

4. Verrebbero immediatamente costituiti degli istituiti per la vaccinazione, il trattamento e i criteri di diagnosi contro il coronavirus.

La Turchia non può né produrre vaccinazioni né medicinali per il trattamento. In che misura i criteri di diagnosi funzionino correttamente è dubbio ed è stato finora impossibile ottenere informazioni affidabili a tale riguardo. Una delle prime iniziative della Turchia socialista sarebbe quella di riunire gli scienziati negli istituti perché si concentrino su questo compito, in previsione di rapidi sviluppi nelle ricerche.

5. I servizi sanitari sarebbero completamente gratuiti.

Tutte le persone godrebbero della gratuità dei servizi sanitari. Tutti sarebbero incondizionatamente coperti dalla sicurezza sociale. Maschere protettive e disinfettanti contro l'epidemia sarebbero forniti gratuitamente. L'accesso ai servizi sanitari sarebbe fornito non solo negli istituti medici, ma anche nei quartieri, nelle scuole e nei luoghi di lavoro.

6. Religione e affari di stato sarebbero separati.

Nella Turchia socialista, il Direttorato degli Affari religiosi (Diyanet) non avrebbe alcuna voce nei processi decisionali. Le persone di ritorno dal pellegrinaggio della Umra [alla Mecca, ndt] verrebbero poste ordinatamente in quarantena, gli studenti non sarebbero stati evacuati dai loro dormitori a mezzanotte.

7. L'attuazione della quarantena non sarebbe arbitraria, ma un dovere sociale obbligatorio.

L'attuazione della quarantena, la norma più efficace contro l'epidemia, non sarebbe arbitraria, ma come compito sociale risulterebbe una pratica obbligatoria e accurata.

8. I media verrebbero riorganizzati in modo da diffondere le verità al pubblico.

I media non sarebbero la tromba del potere dominante, ma verrebbero riorganizzati per consentire alle persone di ottenere informazioni vere, pertanto affidabili sull'incidenza dell'epidemia.

9. Il saccheggio dei mercati e delle scorte non sarebbero consentiti.

Le persone hanno svuotato gli scaffali per accaparrarsi cibo e materiali sanitari contro l'epidemia poiché non si fidano dello stato. Nella Turchia socialista, tuttavia, le quote di ciascuno sarebbero garantite e consegnate anche in condizioni difficili. Le scorte non sarebbero consentite.

10. Non emergerebbero crisi economiche.

Non ci sarebbero fallimenti poiché le imprese nazionalizzate non avrebbero cercato profitti. Non ci sarebbero licenziamenti a causa di fallimenti e della smania di profitto dei padroni.

11. L'egoismo sarebbe condannato, prevarrebbe lo spirito di condivisione e solidarietà.

Le persone consapevoli della società socialista si preoccuperebbero inizialmente dei bisognosi di protezione, mobilitandosi per soddisfare le loro esigenze in tali stati di emergenza. Le misure avrebbero rapidamente presa sulla società cosciente e l'attuale eclissi di ragione non verrebbe sperimentata.

12. Una società socialista sarebbe fiduciosa.

Sarebbe possibile parlare di una società fiduciosa e che pensa a sé, che contro tali sfide si affida alla scienza e al futuro invece di cadere in uno stato di panico, impotenza e disperazione causati dal coronavirus.

Ancora una volta, possiamo vedere l'importanza di tutti questi fatti in questi giorni di epidemia. Crediamo che l'umanità supererà questi giorni. L'umanità si innalzerà solo e soltanto con questi valori.

Il Partito Comunista di Turchia chiede un ordine sociale di questo tipo.

Partito Comunista di Turchia
Comitato centrale
17/03/2020



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