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Dichiarazione del Partito Comunista di Turchia (TKP): la questione curda è una questione di uguaglianza

Partito Comunista di Turchia (TKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/10/2021

Un piccolo segmento della popolazione in Turchia possiede enormi ricchezze, mentre milioni di persone lottano contro la povertà e la disoccupazione.

La minoranza felice è costituita dai padroni, dai grandi proprietari terrieri e dai ricchi parassiti della rendita. Mentre gli operai, i braccianti e i contadini poveri lavorano, questo segmento si arricchisce sempre di più, accumulando sempre più profitti.

Ci sono milioni di cittadini curdi tra i poveri di questo ingiusto sistema di sfruttamento in Turchia. I curdi sono per lo più poveri, proprio come i cittadini di altre origini.

Ci sono anche curdi che sfruttano gli altri in questo paese. I capi di fabbrica curdi, i grandi proprietari terrieri, gli usurai, gli appaltatori fanno parte della minoranza felice della Turchia.

Gli interessi dei curdi che sfruttano e gli interessi degli altri sfruttatori sono la stessa cosa. Essi vogliono la continuazione dell'ordine ingiusto, cercano nuovi profitti e colgono ogni occasione per diventare ancora più ricchi.

E gli interessi dei curdi sfruttati, poveri e disoccupati sono la stessa cosa di quelli degli altri poveri e disoccupati: quest'ordine, che è la fonte e la causa delle disuguaglianze, deve cambiare.

La questione curda può essere discussa correttamente solo alla luce di questo fatto e il percorso verso la soluzione può essere compreso su questa base.

La questione principale in Turchia è l'esistenza dei padroni da una parte e dei lavoratori dall'altra; la classe capitalista da una parte, i lavoratori dall'altra; i ricchi da una parte e i poveri dall'altra.

Questo è anche il problema principale del mondo. Al centro di ogni sorta di tirannia, ingiustizia, colpi di stato, guerre, corruzione e distruzione ambientale, c'è il capitale, che non vede altro che fare più profitti.

La questione curda deve essere analizzata da una prospettiva di classe. L'affermazione che i curdi sfruttatori e i curdi sfruttati hanno un interesse comune è una grande bugia. Quelli che hanno un interesse comune sono i lavoratori, i disoccupati e i poveri di ogni provenienza.

La questione curda è una questione di uguaglianza.

La questione curda è anche una questione di libertà. Non c'è legittimità per una concezione che ignora la lingua, l'identità e persino l'esistenza dei curdi, o impone loro la scomparsa, la dissoluzione e la sottomissione a un'altra identità.

La tesi che una nazione, un popolo sia superiore a un altro e che meriti certi privilegi, è una menzogna tenuta in vita per calare il sipario sulle disuguaglianze nel mondo, per far odiare i poveri e persino farli strangolare l'un l'altro a beneficio dei capitalisti.

Il nazionalismo, che ha svolto un ruolo progressivo e liberatorio nelle epoche passate della storia umana, è da tempo un'arma nelle mani degli sfruttatori nel loro insieme e senza eccezione.

Il nazionalismo curdo o turco non può essere preferito all'altro. Non c'è più una sola regione al mondo in cui si possa liberare una nazione nel suo insieme senza fare la distinzione tra sfruttatori e sfruttati. Questo è vero sia che si tratti della Catalogna, della Palestina, della Corsica, dell'Irlanda o della Turchia.

Il nazionalismo fa nascere altri nazionalismi. Per esempio, il nazionalismo greco e quello turco si alimentano a vicenda. Un fatto simile vale per il nazionalismo turco e quello curdo.

Tuttavia, anche se parlano lingue diverse e hanno origini diverse, gli interessi di tutti gli oppressi sono comuni. Ad esempio, quando un povero palestinese e un operaio ebreo che lavorano in una fabbrica in Israele si uniscono, il regno dell'imperialismo, del sionismo e degli ipocriti governanti palestinesi che approfittano del "problema palestinese" comincia a tremare.

La questione curda non può essere risolta in un ordine in cui i curdi sfruttatori stanno dalla stessa parte di altri sfruttatori o negoziano per aumentare la loro quota.

I governanti in Turchia hanno bisogno dell'esistenza dei problemi che dividono la popolazione affinché il popolo lavoratore non lotti insieme. L'inimicizia degli oppressi gli uni contro gli altri per la continuazione di quest'ordine ha purtroppo sempre funzionato finora. La discriminazione che si sviluppa sulle lingue, le identità e i beni dei curdi non solo divide i lavoratori e le lavoratrici, ma assicura anche che i curdi che affrontano l'oppressione rimangano una forza lavoro più economica.

Un processo simile sta avvenendo ora per i lavoratori immigrati. L'ostilità verso gli immigrati beneficia soprattutto i padroni che li preferiscono nelle assunzioni dato che gli immigrati hanno paura di reclamare i loro diritti e sono quasi schiavi.

Il fatto che la questione curda sia stata inscatolata nei dibattiti sull'identità ha avvantaggiato soprattutto i padroni e, inoltre, l'inquadramento della questione curda in questo contesto si è trasformata in una grande opportunità per gli sfruttatori di origine curda.

I padroni curdi sono riusciti ad arricchirsi con la "questione curda". Tuttavia, per milioni di curdi, la vita oggi non significa altro che povertà e disoccupazione.

Non può continuare così.
Non c'è libertà se non c'è pane.

L'interlocutore nella questione curda sono tutti i lavoratori che vivono in Turchia. Non c'è problema che i nostri lavoratori di ogni origine non possano risolvere con una volontà comune e una lotta comune.

La pretesa che la questione curda possa essere risolta sedendosi con i padroni dell'ordine di sfruttamento non ha alcun valore. Non c'è alcun beneficio per il popolo curdo da parte di chi è ostile al lavoro, alla scienza, all'arte, alle donne, alla Repubblica e all'ambiente.

La linea da tracciare non è tra i turchi e i curdi ma tra gli sfruttatori e gli sfruttati.

Il popolo può unirsi su questa base. Il nemico comune è l'imperialismo, i monopoli domestici e internazionali e i padroni.

La mentalità che ignora il popolo curdo, lo costringe a negare la propria esistenza e lo opprime, ha una grande responsabilità nel fatto che alcuni curdi di questo paese sono arrivati a dipendere dalle grandi potenze internazionali. È anche una vergogna per tutti noi che non siamo stati capaci di opporci con forza a questa mentalità e a quest'ordine ingiusto nel suo insieme.

Il modo per correggere questa vergogna è di lottare insieme contro gli sfruttatori per i nostri interessi comuni. Non siamo sulla stessa barca. L'imperialismo è dalla parte opposta. La classe capitalista è dalla parte opposta. Gli sceicchi e i reazionari di ogni tipo sono dalla parte opposta.

La Turchia assicurerà la fraternità, l'unità, l'uguaglianza e la libertà sconfiggendo la parte avversa. Non ci sarà nessuna questione curda nella Turchia socialista dato che, con le loro energie creative, curdi e lavoratori di tutte le diverse etnie stabiliranno insieme un ordine sociale in cui nessuno sfrutta nessuno.

Il Comitato Centrale del Partito Comunista di Turchia

09/10/2021


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