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Ucraina: il governo golpista prepara il più grande piano di privatizzazione della sua storia

Jose Luis Forneo | imbratisare.blogspot.it
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/07/2014

Il governo fascista di Ucraina presenterà la prossima settimana un disegno di legge che propone il più grande piano di privatizzazione nella storia del paese. Il neo-nazista Arseniy Yatseniuk, primo ministro del governo sorto dopo il famoso EuroMaidan, instaurato da mercenari e militanti fascisti finanziati e diretti da Washington e Bruxelles, ha annunciato, ridicolmente orgoglioso nelle sue parole, "il più ambizioso piano di privatizzazione in 20 anni".

Un gran numero di imprese statali saranno vendute al miglior offerente. Il ministro dell'Energia Yuri Prodan ha annunciato la privatizzazione di tutte le risorse energetiche con l'eccezione di alcuni oleodotti e uffici ministeriali. Il primo ministro ha aggiunto che il piano prevede la privatizzazione del 50% della Ukrneft (compagnia petrolifera di Stato) e la partecipazione del 75% in Turboatom (costruzione turbine). Anche la fabbrica del porto di Odessa è inclusa, insieme a diverse miniere.

Con questo piano l'Ucraina perderà il 60% della sua capacità industriale, un fatto senza precedenti dopo la caduta dell'Unione Sovietica.

All'epoca, gran parte dell'industria ucraina venne privatizzata, cosa che portò alla concentrazione del settore industriale nelle mani di un ristretto gruppo di oligarchi, molti dei quali - tra cui il presidente Poroshenko e leader del partito Yatseniuk - sono oggi in parlamento.

Si tratta di un nuovo piano shock neoliberista come quello sofferto dai romeni dopo il golpe che reinstaurò la barbarie capitalista nel dicembre del 1989, aggravato dopo l'entrata della Romania nell'Unione Europea. Il saccheggio che ha convertito il paese carpatico in una colonia delle potenze straniere si basò sulla privatizzazione dell'80% dell'industria in gran parte per essere distrutta e trasformare la Romania in un mercato dipendente dai prodotti tedeschi, nordamericani e francesi, la scomparsa del 60% dei posti di lavoro e
tra gli altri disastri, l'emigrazione di oltre tre milioni di lavoratori.

I maggiori beneficiari della nuova ondata di privatizzazioni saranno, come è accaduto negli anni '90, i grandi gerarchi locali, oltre alle multinazionali straniere. In questa occasione, i parlamentari e le alte cariche collocate negli organi del potere politico dal golpe dello scorso febbraio, che hanno instaurato in Ucraina una ondata di terrore fascista in puro stile Germania anni '30, saranno coloro che si approfitteranno degli affari del saccheggio della ricchezza nazionale, anche a costo di impoverire gli ucraini e arricchire coloro che hanno favorito il trionfo dei banderisti e dell'ultradestra nel governo di Kiev, costringendo, attraverso i presunti aiuti del Fondo Monetario Internazionale, a vendere il paese a piccoli pezzi.

Le multinazionali straniere, che si spartiranno ovviamente la maggior parte della torta, potranno approfittare del basso costo della manodopera, delle leggi sul lavoro sempre più ristrette e della debolezza dei sindacati. Il futuro del popolo ucraino è, quindi, molto nero: come già accaduto in Romania e nel resto dei paesi annessi dall'espansionismo nordamericano e dell'Unione Europea, ciò che gli toccherà saranno più licenziamenti e tagli ai servizi pubblici.

Nel frattempo l'attuale presidente del paese, il cioccolatiere sanguinario Pedro Poroshenko, eletto dopo le elezioni tenute sotto l'attenta e minacciosa vigilanza dei militanti banderisti e di altri miliziani neonazisti, oltre ai maestri d'Occidente, continua ad applicare il suo piano di pulizia etnica nell'Ucraina orientale, al fine di sterminare i cittadini di etnia russa e in particolare, gli anti-fascisti che si sono sollevati per proteggere, come è accaduto negli anni '30 in Spagna, questo paese e forse anche la stessa Europa, dalla nuova ondata fascista che tinge sempre di più di miseria e dolore la classe lavoratrice mondiale. E per inciso, come già successo quando cadde l'Unione Sovietica, (quando Poroshenko divenne un miliardario a spese del saccheggio dell'industria sovietica ucraina negli anni '90) per riempirsi le tasche con queste ulteriori privatizzazioni, con la conseguente condanna a una maggiore miseria della classe operaia ucraina.


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